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Prime, il libro dedicato a dieci donne-scienziate dell’ambiente

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Prime, il libro dedicato a dieci donne-scienziate dell’ambiente ultima modifica: 2023-10-31T07:03:22+01:00 da eleonora anello
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Prime è un libro corale sulle donne che hanno dedicato la loro vita alla scienza e che hanno cambiato il panorama delle scienze ambientali ma che sono state dimenticate dalla storia

Pubblicato da Codice Edizioni, il libro Prime raccoglie dieci storie di scienziate che hanno contribuito al progresso della ricerca scientifica ambientale in diversi ambiti e in diverse epoche; donne ostacolate, oppresse e del tutto dimenticate solo per il fatto di essere donne.

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Prime, una pubblicazione controcorrente

Audaci, perseveranti, incuranti degli ostacoli lungo il loro cammino, hanno tracciato la propria strada diventando le prime. Malgrado ciò, le loro storie si sono perse nel tempo, oscurate da una narrazione che, troppo a lungo, ha raccontato i progressi della scienza solo attraverso i traguardi raggiunti dagli scienziati” uomini, è il caso di specificare. Queste le parole dei curatori nel presentare la loro opera che, fin dalle prime pagine, si rivela una lettura informativa, scorrevole e allo stesso tempo appassionante.

Ma Prime rappresenta una sfida, una pubblicazione non facile e per nulla banale per diversi motivi.

In primo luogo perché punta i riflettori su scienziate che si sono occupate di clima e di ambiente. Un settore specifico in cui anche i colleghi maschi risultano poco conosciuti rispetto ai ricercatori di altri ambiti, figuriamoci quando si tratta di donne.

Un’opera controcorrente perché solo l’idea che una donna possa diventare scienziato genera ancora oggi un forte disagio, in quanto la società si muove attorno a regole maschili.

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Infine perché, a detta degli autori, è stato un lavoro difficile in quanto quando ci si dedica a scienziate dimenticate, la ricerca e la verifica delle fonti diventano lavori particolarmente complessi.

Chi sono le scienziate di cui parla Prime

Maria Sibylla Merian

La prima delle prime ce la racconta Giorgia Marino che illustra la vita di Maria Sibylla Merian, artista, naturalista e viaggiatrice vissuta nel XVII secolo e oggi finalmente considerata la prima ecologa della storia. Con uno stile narrativo molto coinvolgente che non tralascia i particolari e le informazioni più salienti, ci viene raccontata la sua vita e la sua passione per gli insetti e la biodiversità.

Jeanne Baret

Si continua subito dopo con un’altra storia molto drammatica e allo stesso tempo cinematografica e rocambolesca che ci fa comprendere quanto doveva essere duro e difficoltoso essere donna nel XVIII secolo.

Jeanne Baret, esploratrice e botanica, è la prima donna a circumnavigare il mondo e per poterlo fare dovette fingersi uomo. Scopre e porta in Europa la Bouganville, la scenografica pianta che con i suoi appariscenti fiori adorna i giardini d’estate, a riprova del fatto che “dietro il nome di un fiore si può celare un’avventura straordinaria”.

Eunice Newton Foote

È la volta poi di Eunice Newton Foote, scienziata e attivista americana a cui si deve la scoperta dell’effetto serra e del suo ruolo sul riscaldamento del Pianeta a cui Google ha dedicato il Doodle del 17 luglio per celebrare il 204° anniversario della sua nascita.

Eunice Newton Foote, perchè il Doodle di Google è dedicato a lei

Riemersa dall’oblio solo da qualche tempo, questo capitolo fa riemergere una pagina dimenticata della storia scientifica.

Proprio la discriminazione e il pregiudizio di genere hanno fatto in modo che una scoperta scientifica di questa portata sia passata inosservata per più di 150 anni.

A quei tempi le donne erano “considerate fisiologicamente meno intelligenti a causa della misura del proprio cranio, le donne, fatte salve alcune eccezioni clamorose, erano ancora confinate in ruoli estremamente secondari e marginali della società”.

Rachel Carson

Davide Mazzocco si è invece occupato della vita e del contributo di Rachel Carson autrice del libro Primavera silenziosa, un capolavoro del giornalismo d’inchiesta e divulgazione scientifica sui casi di contaminazione da pesticidi e diserbanti soprattutto negli Stati Uniti e che gli storici sono concordi nel considerare la madre dell’ambientalismo moderno.

La sua capacità di sentire fuori dal comune insieme al suo ostinato impegno sono stati la chiave del successo editoriale della Carson che non ebbe il timore di scontrarsi con l’opposizione di quanti si arricchivano a spese dell’ambiente.

Primavera silenziosa è ritenuto uno dei libri con il maggiore impatto sociale del XX secolo. Questo impatto non ha avuto effetti soltanto all’interno del movimento ambientalista, ma ha costretto l’industria a ripensare le proprie strategie di comunicazione. È stato proprio l’interesse suscitato dal libro a far nascere il greenwashing”.

Maria Telkes

Anche Maria Telkes trova spazio tra le pagine di Prime. Soprannominata “Sun Queen” è la scienziata di origini ungheresi considerata la pioniera dell’energia solare che ha da sempre lavorato in un ambiente tutto al maschile e non poco ostile di fronte alle sue scoperte.

Il suo contributo alla scienza è stato rivoluzionario sia dal punto di vista tecnologico che che culturale e sociale credendo nel solare come al miglior sostituto dei combustibili fossili.

All’inizio della sua carriera, insieme ad altre due donne, ha realizzato la prima Sun House. “La loro collaborazione ha comportato la rottura di barriere secolari. La caratterisitica più sorprendete della Sun House oggi è che l’hanno creata tre donne in un’epoca in cui si presumeva che il posto di una donna fosse in casa, non a costruirne una”, così rifletteva Andrew Nemethy, uno dei primi abitanti della casa interamente alimentata ad energia solare, sul Boston Globe nel 2019 e come viene riportato in Prime.

Sylvia Earle

Anche Sylvia Earle ha dovuto scontrarsi con la mentalità maschilista che permea la nostra società. Soprannominata “Sua profondità“, durante la sua vita ha trascorso più di 7.000 ore sott’acqua a esplorare e a studiare, e ha condotto oltre cento spedizioni oceaniche.

Negli anni ’90 è divenuta nota al pubblico per la sua campagna ambientale volta a liberare gli oceani da ogni forma di inquinamento e sfruttamento. Nel 1998 è stata eletta dalla rivista Time Hero for the Planet, la Earle è sempre stata convinta che “La nostra ignoranza è davvero il più grave problema che abbiamo”.

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E poi ancora Dian Fossey e i suoi studi sui gorilla; Laura Conti, partigiana, medico, ambientalista, politica e scrittrice, fondatrice di Lega per l’Ambiente e pioniera dell’ecologismo italiano; Jane Goodall etologa e antropologa che ha dedicato tutta la sua vita allo studio degli scimpanzé; e, infine, Dana Meadows, autrice principale dei libri e degli studi The Limits to Growth, I Limiti dello sviluppo.

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Prime è un libro che può dare la forza a tutte le donne: la forza di non mollare, di andare avanti nonostante i pregiudizi e le ingiustizie.

La dedica degli autori è una conclusione appropriata: “Alle scienziate, alle divulgatrici, esempi indelebili di tenacia, perseveranza e amore per la conoscenza; a quelle di ieri, a quelle di oggi  e a quelle che, leggendo queste pagine, lo diventeranno un domani“.

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Vive a Torino. E' giornalista pubblicista, laureata in scienze della comunicazione. Vegetariana ed ecologista, è appassionata di ambiente e di come viene comunicato. Ama il sole e non potrebbe fare a meno del mare. Si sente la paladina dell'ambiente. Per fortuna nella vita privata è mamma di due splendide bimbe che la portano con i piedi per terra. Odia parlare in pubblico e per questo... scrive.

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