Gaetano Capizzi, fondatore di CinemAmbiente, del Green Film Network e di eHabitat è scomparso da pochi giorni ma lascia una grande eredità

Martedì 24 ottobre è scomparso Gaetano Capizzi. La notizia ha colpito tutti, anche chi lo ha conosciuto marginalmente, con la forza di un fulmine a ciel sereno.
Il direttore del Festival CinemAmbiente si è spento all’alba; il male contro il quale combatteva da mesi ha prevalso. Una malattia della quale solo pochi intimi erano a conoscenza: anche in questa situazione Capizzi ha mantenuto il riserbo e la discrezione con la quale era conosciuto da tutti coloro che ci hanno avuto a che fare. Non ha mai smesso di lavorare e di pensare all’edizione successiva della sua creatura, CinemAmbiente, nata nel 1998. Un festival uscito indenne anche dalla pandemia.
Prima che direttore è sempre stato un critico cinematografico sensibile e dalla grande esperienza. Assieme ad Alberto Pezzotta, Paola Malaga, Roberto Nepoti fra gli altri, fu uno dei collaboratori di Paolo Mereghetti nella redazione del suo Dizionario dei Film nel 1993.
Ha da sempre promosso il cinema indipendente, contribuendo alla fondazione del CIC – Centro Italiano del Cortometraggio, nel cui ambito ha organizzato rassegne e selezioni. Inoltre è stato collaboratore per diverso tempo al Torino Film Festival e ha diretto il Festival del Cinema indipendente italiano a Berlino.
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Il suo amore per il cinema e la sua attenzione alle tematiche ambientali lo hanno portato alla creazione di CinemAmbiente. Una manifestazione che ha sempre cercato di unire l’informazione con la bellezza che le immagini del cinema possono dare.
Ventisette anni fa temi come il riscaldamento globale, l’inquinamento da plastiche o la ricerca di fonti energetiche alternative alle fossili non erano all’ordine del giorno. Capizzi con il suo Festival è stato fra i primi che li ha portati alla ribalta, aiutando a sensibilizzare il pubblico.
La sua manifestazione è stato uno dei primi anelli di una catena di Festival cinematografici che hanno questo scopo. Oltre che, naturalmente, a renderci più attenti e consapevoli del mondo che ci ruota attorno. Cercare di contribuire nel nostro piccolo a fare la differenza.
«Ci tenevo a esserci alla presentazione di questa 26^ edizione di CinemAmbiente: speriamo che tutto vada per il meglio». Cosi aveva detto a giugno 2023 augurando di una buona edizione del Festival. Una frase che, a pochi giorni di distanza dalla sua scomparsa, rileggiamo con un velo di malinconia e consapevolezza.
Ma in essa si legge anche la speranza. Non solo che tutta l’organizzazione dietro gli incontri, le proiezioni, le presentazioni del Festival scorra senza intoppi e anno dopo anno. Ma anche la possibilità di vedere ancora una volta questa macchina prendere vita. Assicurandosi che la manifestazione possa camminare con le sue gambe, che il messaggio portato avanti non vada perduto.

«L’inquinamento da plastica è una bomba ecologica di cui siamo sempre più consapevoli e che potremmo contrastare con gli strumenti scientifici e tecnologici oggi a nostra disposizione. Invece, stiamo facendo troppo poco e troppo lentamente per riuscire a disinnescarla. È una dicotomia che nell’ultimo anno è diventata pervasiva: l’opinione pubblica è sempre più attenta ai temi ecologici, continuano a fiorire ovunque manifestazioni green, si moltiplicano le iniziative (e anche le proteste) ambientaliste, mentre la situazione del Pianeta è sempre più preoccupante». Così scriveva Capizzi nella presentazione dell’ultima edizione di CinemAmbiente. Una constatazione, un monito e una lettera per il futuro. Una capsula nel tempo per i giovani, a cui egli si rivolgeva.
Ma Gaetano Capizzi non è solo stato CinemAmbiente. Il direttore ha fondato il Green Film Network, una rete che mette in contatto tutti i festival cinematografici a tematica ambientale del mondo. Perché lui sapeva che solo insieme si possono raggiungere grandi obiettivi.
Non da meno, nel 2004 è stato uno dei fondatori di eHabitat.it, l’unica testata giornalistica a tematica ambientale che si occupa in maniera professionale e costante di cinema green, un genere cinematografico da lui inventato e promosso portandolo dai primi rudimentali documentari a prodotti di alta qualità.
«Non è stato facile lavorare con Capizzi, un grande visionario molto puntiglioso. Ha sempre preteso il meglio e grazie a lui siamo potuti nascere e crescere. Per merito suo siamo quello che siamo e soprattuto grazie a lui ci siamo e tutti i giorni ci impegniamo a portare avanti il suo messaggio in difesa del pianeta», afferma Eleonora Anello, direttrice di eHabitat.
Sempre grazie Capizzi la nostra redazione ha potuto realizzare Voices from the East il reportage sulla crisi climatica nei Balcani.
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Scrivere queste righe non è facile. Perché la scomparsa di Capizzi (ma per tutti era, semplicemente, Gaetano), ha lasciato un grandissimo vuoto. Un vuoto emotivo che, fra alti e bassi, non lascia indifferenti.
Ci sono tante parole che si possono dire, scrivere e postare per cercare di colmarlo. E nessuna sarà mai sufficiente. In questi casi si cerca di ricostruire la vita di una persona sia professionalmente che umanamente.
Si lavora per tenere fuori quello che non serve, per non fare in modo che il dolore prenda il sopravvento. Riallacciare i fili della memoria collettiva e, allo stesso tempo, rafforzare quella interiore. Creare una rete che ci unisca tutti in un grande abbraccio collettivo, per non perdersi e per non perderci di vista. Il che è un rischio calcolato.
Una cosa è certa, Gaetano. Ci mancherai molto. I tuoi messaggi resteranno e verranno portati avanti con ancora più forza e tenacia. E, quando ci siederemo in sala a vedere un documentario o un film, un pensiero sarà sempre rivolto a te.
[Foto di copertina di Francesco Rasero]
