Nella chiesa più a nord del mondo -quella di Longyearbyen, capoluogo delle isole Svalbard, in pieno Circolo Polare Artico- i fedeli possono recitare le proprie preghiere per l’Ambiente, utilizzando sassi colorati e conchiglie
A Longyearbyen, il capoluogo delle isole Svalbard, nel cuore del Circolo Polare Artico, sorge la chiesa più a nord del mondo e proprio qui -non certo per caso- vi è uno spazio dedicato alle preghiere per l’Ambiente, la sostenibilità e la difesa della natura e dei mari.
E non serve imparare a memoria formule e rituali: per pregare, infatti, basta avvicinarsi al “tavolo delle preghiere” presente all’interno dell’edificio religioso e scegliere un oggetto colorato tra quelli presenti -in genere sassolini o piccole conchiglie– in corrispondenza del tema a cui si intende rivolgere il proprio pensiero. Il contenuto specifico della preghiera, invece, è libero e personale.
Il verde, ad esempio, significa “Grazie Dio per tutto quello che germoglia e cresce. Aiutaci a prenderci cura della natura“. Con il blu, invece, si ringrazia per l’aria che respiriamo, mentre il giallo celebra il sole e la luce, simboli universali -ma qui più che altrove- di vita e di rinascita.
Alcuni temi sono molto legati all’ambiente specifico delle isole Svalbard: il bianco è una preghiera “per la sicurezza di coloro che si trovano in mezzo alla neve“, mentre le conchiglie rappresentano la richiesta a Dio di “aiutarci a preservare ogni forma di vita presente nel mare“. Il rosso, infine, indica il rispetto e la gentilezza reciproci.
Mentre si recita, anche silenziosamente, la propria invocazione alla (o alle) divinità, è sufficiente prendere conchiglie e sassolini dai diversi contenitori e inserirli in un apposito vaso di vetro trasparente, dove tutte le intenzioni si uniscono e mescolano in un’unica, grande preghiera collettiva.
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Longyearbyen e la Svalbard Kirke
Le isole Svalbard -formalmente appartenenti alla Norvegia, ma regolate da apposite convenzioni internazionali- sono le terre più a nord ad essere abitate in modo permanente durante tutto l’anno, nonostante le temperature spesso molto rigide e una notte polare che dura circa cento giorni: oltre tre mesi senza mai vedere la luce del sole, sempre al buio a parte l’aurora boreale.
Gran parte della popolazione odierna dell’arcipelago si trova concentrata nel capoluogo Longyearbyen, che conta circa 2.500 abitanti, oltre che in un paio di altri centri minori, come la città mineraria di Barentsburg (che appartiene alla Russia) e il polo di ricerca artica di Ny Alesund, ed alcune basi scientifiche; altri insediamenti sono invece ormai del tutto abbandonati.
A Longyearbyen si trova anche la banca dei semi Svalbard Global Seed Vault, fondata con l’ambizione di conservare il patrimonio genetico del maggior numero possibile di specie vegetali di tutto il pianeta.
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Tra studiosi, minatori, esploratori e avventurieri, alle Svalbard si contano oltre 50 differenti nazionalità e, di conseguenza, tante diverse religioni. Per questo la chiesa di Longyearbyen, che svetta sul paese, non è consacrata a nessun culto specifico, ma tutte le credenze qui possono trovare spazio e convivere, in un ambiente ecumenico e interreligioso.
È aperta 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana. Al suo ingresso solo pochissime regole -come il divieto di entrare con le scarpe o di dormire all’interno dell’edificio religioso- e un invito: “godersi l’atmosfera, pacifica e domestica, della chiesa più bella e accogliente al mondo“.
Gran parte della struttura è infatti dedicata a spazi conviviali, sul modello delle chiese protestanti nordiche, con un angolo per farsi il caffè e mangiare dei waffle, un salotto con poltrone, divani e tavoli comunitari, una libreria e un grande camino per riscaldare l’ambiente nelle gelide e buie giornate invernali.
Solo uno spazio relativamente piccolo, invece, presenta le caratteristiche vere e proprie di un classico edificio di culto, con i banchi per i fedeli e l’altare per il celebrante. Proprio all’ingresso di questo locale, su due tavolini, si trovano i sassolini e le conchiglie con cui recitare le proprie preghiere per l’Ambiente, accompagnati da brevi spiegazioni in norvegese e in inglese.
E non solo: stando a quanto riporta l’agenzia di stampa internazionale Associated Press, proprio qui il reverendo luterano Siv Limstrand dedica regolarmente parte della propria messa al clima, pregando ogni domenica “per tutte le persone colpite dagli effetti della crisi climatica“.
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