Ricercatore licenziato per non aver voluto volare, la sua storia ora è un film

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Ricercatore licenziato per non aver voluto volare, la sua storia ora è un film ultima modifica: 2024-06-13T00:07:46+02:00 da Francesco Rasero
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Si intitola Il Ricercatore – Perché ho perso il lavoro per 5 tonnellate di CO2 il film documentario di Paolo Casalis che racconta la storia di Gianluca Grimalda, lo scienziato che ha scelto di non viaggiare in aereo per contenere le proprie emissioni, diventando il primo al mondo a perdere il lavoro per ragioni ambientali

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La locandina del film documentario Il Ricercatore, di Paolo Casalis

È disponibile online, in streaming e in download, il film documentario Il Ricercatore – Perché ho perso il lavoro per 5 tonnellate di CO2 (Italia, 2024, 71’) del regista piemontese Paolo Casalis.

L’opera racconta la storia di Gianluca Grimalda, 52 anni, scienziato italiano e attivista ambientale licenziato dopo essersi rifiutato di volare pur di contenere le proprie emissioni di gas serra.

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Grimalda in Cina

Un road movie a sfondo green

La storia de Il Ricercatore parte dal viaggio “low carbon” verso Papua Nuova Guinea, dove Grimalda si reca per studiare l’adattamento delle popolazioni locali agli effetti del Climate Change e della globalizzazione.

Grimalda su un traghetto in Indonesia

Quaranta giorni di avventurosi spostamenti -su treni, autobus, tir, taxi, traghetti e navi; dalle montagne dell’Iran ai mercati di Calcutta, passando per i più remoti (e rischiosi) angoli del Pakistan- che gli consentono di risparmiare quasi tre tonnellate di CO2, producendo circa la metà delle emissioni rispetto a un più comodo spostamento diretto in aereo.

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Grimalda in Pakistan

Per mesi lo scienziato svolge quindi ricerche sul campo, spostandosi tra i remoti villaggi nell’arcipelago di Bouganville, in mezzo all’Oceano Pacifico, fin quando dall’Istituto per l’Economia Mondiale di Kiel, per cui lavora, gli giunge l’ordine di rientrare in Europa entro pochi giorni.

Il ricercatore durante i suoi studi a Papua Nuova Guinea

La risposta di Grimalda, frutto di una scelta tanto travagliata quanto coerente rispetto ai propri principi, è però negativa.

E gli costa il posto, facendolo diventare il primo lavoratore al mondo licenziato per essersi rifiutato di volare per ragioni legate alla crisi climatica.

Il viaggio di ritorno del ricercatore, da Papua Nuova Guinea all’Europa

Il suo viaggio di ritorno -che dura ben 72 giorni- non include spostamenti in aereo, permettendogli di produrre un decimo delle emissioni e risparmiare cinque tonnellate di CO2.

Nel frattempo, la vicenda viene ripresa dai media di tutto il mondo, New York Times e The Guardian in testa, e diventa virale, aprendo un vivace dibattito all’interno dell’opinione pubblica globale e attirando l’attenzione sul tema.

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Un documentario reale e autentico

Il film è una narrazione quasi sempre in soggettiva, con immagini realizzate direttamente dal protagonista, a cui il regista Paolo Casalis ha insegnato i rudimenti della cinematografia prima della partenza.

Grimalda a Papua

Rappresenta pertanto una testimonianza in presa diretta, del tutto reale e autentica, di un intero anno della vita di Grimalda.

Un documentario vecchia maniera, che racconta il mondo senza filtri, ricostruzioni o distorsioni stilistiche.

Grimalda in India

Casalis, peraltro, si è trovato tra le mani una vicenda che si è evoluta e trasformata, anche bruscamente, con il passare dei mesi: «Inizialmente ero rimasto affascinato dalla figura di questo scienziato tranquillo ma determinato e dal suo lungo viaggio a basse emissioni per raggiungere Papua -ricorda- A un certo punto pensavo di avere già in mano una bella storia, ma il “meglio” doveva ancora venire».

Il viaggio di ritorno è partito dall’oceano Pacifico

A metà del progetto, infatti, è arrivato l’aut-aut da Kiel, con la conseguente drastica scelta da parte di Grimalda. Il regista ha avuto così la fortuna, e la responsabilità, di archiviare i sentimenti, le emozioni, le speranze e le delusioni di un momento così particolare e unico nella vita del suo protagonista.

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Grimalda alla partenza da Papua

«Solo la partecipazione entusiasta di Gianluca ha reso possibile la realizzazione di questo documentario -riflette- Ha imparato, partendo da zero, come fare riprese video e creare contenuti, dotandosi degli strumenti nonché delle conoscenze tecniche necessarie. Con perseveranza, ha realizzato centinaia di ore di girato. Quindi mi ha dato completa fiducia, aprendosi completamente e condividendo tutte le sue esperienze più personali e intime».

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Il Ricercatore, un film che lancia un grido d’allarme

«Grimalda ha scelto di rinunciare a tutto (una carriera e uno stipendio invidiabili, una fidanzata, gli affetti famigliari e un lavoro che amava oltre ogni cosa) per lanciare un segnale di allarme sulle condizioni disperate del nostro Pianeta, per fornire un esempio e, forse, una possibile via d’uscita», commenta Casalis.

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Grimalda a Giakarta

«In questo film di viaggio, di avventura, di principi morali individuali e questioni universali c’è indubbiamente qualcosa di folle: resta però da stabilire se lo sia la storia de “Il Ricercatore” oppure il comportamento quotidiano dei suoi spettatori», conclude il regista.

Grimalda durante una manifestazione di Scientist Rebellion a Linate (ph. Scientist Rebellion)

Lo stesso Grimalda, che è anche attivista ambientale con Scientist Rebellion, aggiunge: «Mi auguro che la mia storia, anche grazie alla potenza del mezzo cinematografico, possa essere in grado di spingere le persone a rendere straordinario ciò che è ordinario nella lotta contro il cambiamento climatico».

Nonostante un tribunale tedesco, in primo grado, abbia rigettato il suo ricorso contro il licenziamento, lo scienziato è determinato a continuare la sua lotta e ad affermare i principi in cui crede. «Intendo anche riprendere quanto prima il mio lavoro sul campo -sottolinea il ricercatore- Sono infatti pronto a tornare a Papua Nuova Guinea già quest’anno, per continuare le ricerche».

Uno dei luoghi di Papua Nuova Guinea dove Grimalda ha svolto le sue ricerche

Il regista Paolo Casalis

Paolo Casalis è un regista e autore italiano, classe 1976. Ha all’attivo documentari che si sono aggiudicati prestigiosi premi a livello mondiale, distribuiti in sala nonché in televisione e su diverse piattaforme online.

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Il regista Paolo Casalis e Gianluca Grimalda, protagonista del suo film documentario Il Ricercatore

Tra le sue opere si ricordano Il Corridore (2009), pluri-premiato documentario sul mondo dell’UltraTrail realizzato con Stefano Scarafia; Terra Madre (2009), contributo all’omonimo film di Ermanno Olmi presentato al Festival di Berlino; Langhe Doc (2010), selezionato ai David di Donatello; Barolo Boys (2014), dedicato all’epopea del Re dei vini delle Langhe e proiettato in oltre 150 sale; Not Just Football (2018), sulla Nazionale dei rifugiati del DarfurIo resto a casa (2020), primo documentario al mondo dedicato al lockdown per la pandemia di Covid-19.

Il Ricercatore è il secondo film della sua “Trilogia dell’Apocalisse”, aperta da Il Predicatore, già presentato in diversi Festival e ora anch’esso disponibile in streaming online.

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Giornalista pubblicista, dal 1998 scrive su carta stampata e online. Oggi è direttore responsabile di una testata locale e gestisce Altrov*e, start-up che si occupa di copywriting e comunicazione. Ha lavorato per oltre un decennio nel settore ambientale, oltre ad aver organizzato svariati eventi culturali, in ambito artistico, cinematografico e teatrale. È appassionato di viaggi, in particolare nell’area balcanica e nell’Est Europa, dove ha seguito (e segue) alcuni progetti di volontariato. Ama conoscere, progettare, fotografare e stare a contatto con le persone. Ma ancora di più ama il rugby, i suoi gatti e la sua nuova famiglia.

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