Nature Positive Network

Nature Positive Network, la rete di imprese a favore della natura

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Nature Positive Network, la rete di imprese a favore della natura ultima modifica: 2024-07-22T07:13:43+02:00 da Marco Grilli
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Nature Positive Network è la rete di imprese per promuovere un’economia nature-positive in Italia che agirà nel bacino del Po 

Il Nature Positive Network (NPN), sorto su iniziativa della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, si presenta come una rete dinamica di imprese impegnate in azioni concrete a favore della natura.

Le aziende aderenti sono già 22, il loro obiettivo è quello di contribuire a diffondere un’economia nature-positive anche nel nostro Paese, migliorando lo stato di conservazione degli ecosistemi così come l’adattamento ai cambiamenti climatici, per un’economia più resiliente e competitiva.

Il network è aperto alla più ampia partecipazione e concentrerà le proprie attività in particolare nel Distretto del Po, “un’area con straordinari valori naturalistici e paesaggistici, considerata prioritaria per la tutela della biodiversità in Italia ma anche una delle zone più densamente popolate d’Europa e in cui si concentrano alcune delle maggiori realtà produttive nazionali”, chiarisce la Fondazione per lo sviluppo sostenibile

Il progetto

Il Natural Positive Network rientra tra le attività previste dall’accordo di collaborazione tra l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po e la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, mirato all’identificazione di strategie e azioni utili per la futura redazione del Piano per la Biodiversità del Distretto del Po.  

Esso, a sua volta, si inserisce all’interno del percorso già avviato per la tutela e il ripristino della biodiversità in quest’area così preziosa e fragile, tramite altri strumenti di pianificazione incentrati prevalentemente sul tema della qualità delle acque. “Quest’ultima è strettamente legata al ripristino dei processi idraulici e morfologici naturali dei corpi idrici, fattori propedeutici per restituire maggiore forza al sistema ecologico perifluviale, ponendo le basi per un effettivo miglioramento della biodiversità e per la protezione della salute e il benessere dei cittadini dai rischi e dagli impatti derivanti dai cambiamenti climatici”, chiarisce il Nature Positive Network. 

Nel lavoro dell’Autorità di bacino, il recupero degli ecosistemi passa anche attraverso la pianificazione di interventi tesi a: ridurre l’artificialità dell’alveo fluviale; riattivare i suoi processi naturali; mantenere il deflusso ecologico e valorizzare le zone umide ed il loro ruolo nella mitigazione ai cambiamenti climatici.

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La creazione del Nature Positive Network per promuovere attivamente la transizione del sistema produttivo verso un’economia nature positive, è la terza attività dichiarata dell’accordo sopra citato. Le prima riguarda il coinvolgimento degli stakeholders del Distretto del Po in un processo partecipativo volto a definire una strategia condivisa di valorizzazione del capitale naturale.

La seconda mira invece all’approfondimento sulla biodiversità di tale area, al fine di individuare obiettivi, strategie ed azioni complementari a quelle già identificate dalle altre autorità competenti. Il tutto ponendo particolare attenzione sui servizi ecosistemici forniti dal territorio fluviale del Po e sull’opera di sensibilizzazione in tema di gestione sostenibile delle risorse idriche.

Economia nature positive

Se continueremo a seguire questo trend di sviluppo il 90% degli ecosistemi sarà significativamente deteriorato entro il 2050. Ad oggi, infatti, il 75% degli ambienti naturali degli ecosistemi terrestri ed il 66% di quelli marini risultano alterati dall’impatto antropico.

“La crisi ecologica eguaglia per importanza quella climatica ed entrambe mettono seriamente a repentaglio la stabilità dell’economia mondiale, che è fortemente condizionata dallo stato di salute dei sistemi naturali”, scrivono gli organizzatori del Nature Positive Network.

L’economia nature positive si basa su tre pilastri principali: il ripristino degli ecosistemi, la protezione della biodiversità e la sensibilizzazione delle imprese. Azioni quanto mai necessarie e sentite anche dal mondo imprenditoriale, poiché anche l’ultima edizione del Global Risk Report del World Economic Forum, riportando i risultati di un sondaggio realizzato con più di 1.200 esperti, ha evidenziato che la perdita di biodiversità ed il collasso degli ecosistemi sono tra i principali fattori di rischio in un arco temporale di 10 anni.

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In tale complesso e delicato scenario, le istituzioni internazionali, i governi e le imprese hanno deciso di passare all’azione, impostando le basi per l’economia nature positive e proponendo un obiettivo globale nel contesto del Global Biodiversity Framework (GBF) post-2020. Tale Global Goal for Nature identifica tre obiettivi temporali misurabili: la perdita netta zero di natura a partire dal 2020; il bilancio netto positivo a partire dal 2030 ed il pieno recupero della natura entro il 2050.

O si interviene urgentemente e con efficacia per evitare il degrado degli ecosistemi, o l’economia globale si troverà purtroppo ad affrontare costi e rischi molto alti. Non pare esserci altra via d’uscita. Pensate, nel 2023 sono stati superati sei denove confini planetari, intendendo per essi i processi che regolano la stabilità e la resilienza del sistema Terra, garantendo sicurezza alla vita umana.

Il sistema economico attuale ha superato i limiti di sfruttamento del capitale naturale, andando oltre la sua capacità di rigenerazione. Tutto ciò ha causato una grave crisi ecologica che minaccia il benessere delle popolazioni. L’urgenza di un cambiamento immediato è sempre più evidente”, sottolinea il Nature Positive Network, quale parte di un movimento che intende fermare la perdita di biodiversità, invertendo questo pericoloso trend.

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Le  buone pratiche

Come dimostra il lavoro già avviato sul territorio del Distretto del Po, gli interventi per il ripristino della natura – frutto della proficua collaborazione tra privati, imprese ed enti di gestione del territorio – riescono in concreto a migliorare lo stato di salute degli ecosistemi e rappresentano esperienze di successo replicabili in altri luoghi.

La semplice riforestazione per compensare le emissioni di CO2 non basta più. Viceversa, le buone pratiche che mirano alla ricostruzione degli habitat originari ed al potenziamento dell’idoneità del territorio per specie rare o con popolazioni in declino, mostrano risultati ben più importanti e di lunga durata. Nel suo portale, il Nature Positive Network ne elenca alcune riguardanti proprio il Distretto del bacino del Po.

Si va dall’oasi biodiversa con ben 2 milioni di alberi piantumati grazie a progetti agroambientali nei dintorni di Milano, al Centro europeo EROC di Parma che promuove ricerca e formazione sull’agricoltura biologica rigenerativa; dai 1000 alberi autoctoni nelle aree protette del Po piemontese (Trino Vercellese) che contribuiscono alla conservazione ambientale ed alla riduzione delle emissioni di CO2, alla valorizzazione dei mulini storici in varie località del Nord Italia per promuovere tradizione e sostenibilità nell’utilizzo delle risorse idro-elettriche, fino al progetto a Montechiarugolo (Pr) che ricrea habitat prativi e forestali per favorire specie animali rare e così via.

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Il Nature Positive Network ha già preso parte ad un primo evento in cui ha presentato anche le sue attività. Si è trattato del convegno “Imprese, finanza e biodiversità: come contribuire a un futuro Nature Positive?”, organizzato da Etifor, Forum per la Finanza sostenibile e Regione Lombardia, tenutosi a Milano lo scorso 25 giugno.

L’inazione non è un’opzione: non ci sono vincitori nello scenario business as usual”, ha dichiarato la Banca Mondiale. Il Nature Positive Network ha raccolto l’appello.

[Credits foto: Nature Positive Network]

Nature Positive Network, la rete di imprese a favore della natura ultima modifica: 2024-07-22T07:13:43+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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