Il continente europeo sta subendo un tasso di riscaldamento a una velocità doppia rispetto alla media globale, con conseguenze devastanti sulla salute umana, lo scioglimento dei ghiacciai e l’attività economica. È quanto emerge dal nuovo rapporto Copernicus
Il recente report annuale Copernicus, realizzato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale delle Nazioni Unite (WMO) in collaborazione con l’Agenzia Meteorologica dell’UE, ha gettato luce sulla crescente emergenza correlata alla crisi climatica. L’Europa è in stato di allarme rosso.
La crisi climatica in Europa
Le medie degli ultimi cinque anni evidenziano che nel Vecchio Continente le temperature sono superiori di 2,3 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, a fronte di un incremento globale di 1,3°C.
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“L’Europa ha registrato un altro anno di aumento delle temperature e di intensificazione degli estremi meteo – tra cui stress termico con temperature record, incendi, ondate di calore, perdita di ghiaccio dei ghiacciai e mancanza di nevicate”, ha puntualizzato Elisabeth Hamdouch, Vicecapo unità per Copernicus presso la Commissione esecutiva dell’UE.
L’appello del WWF sui rischi per la salute di tutti gli esseri viventi
Immediato il monito del WWF in seguito alla lettura del rapporto. Secondo l’Associazione ambientalista, l’azione contro il cambiamento climatico deve essere intensificata da subito, abbandonando l’uso dei combustibili fossili a favore delle fonti energetiche rinnovabili. In caso contrario, il rischio è di superare il punto di non ritorno.
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Particolarmente preoccupante è il record di giorni con “stress da caldo estremo” in tutta Europa, che ha portato a un aumento del 30% della mortalità legata a temperature elevate.
“Mentre affrontiamo la crisi climatica, dobbiamo anche considerare la sua grave minaccia per la salute umana, animale e vegetale, nonché per gli ecosistemi“, afferma Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia. Purtroppo, la minaccia è ancora sottovalutata e poco rappresentata nei media e nelle decisioni politiche.
L’impatto della crisi climatica in Europa sulle risorse acquatiche
Cresce anche la preoccupazione per il riscaldamento delle acque marine superficiali: nel corso del 2023, la temperatura media della superficie del mare nel Vecchio Continente ha raggiunto livelli record. L’aumento di calore ha un impatto devastante sugli ecosistemi marini e potrebbe aggravare gli eventi climatici estremi.
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Anche le riserve idriche sono a rischio. Nonostante in Europa le piogge abbiano registrato una media più elevata nel 2023, si sono verificati spesso eventi alluvionali o altri fenomeni estremi, alcuni dei quali catastrofici. In particolare, sulle Alpi, si è osservata una significativa riduzione del ghiaccio (il 10% del volume residuo nel periodo 2022-23), causata da un accumulo di neve invernale inferiore alla media e da un forte scioglimento estivo dovuto alle ondate di calore.
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Il WWF puntualizza che l’UE ha l’obbligo oltre che l’interesse di accelerare la transizione verso un’economia ecologica. “È una sfida per tutti, ma per l’Europa di più”, precisa la Midulla. “Mentre in Italia si discute di false soluzioni, che ci faranno solo perdere tempo – il nucleare – dalla California arriva la notizia che la produzione da rinnovabili soddisfa tutta la domanda elettrica in modo sempre più stabile, addirittura i dati del California Independent System Operator mostrano che l’offerta di energia geotermica, idroelettrica, solare ed eolica ha superato la domanda per un periodo compreso tra 0,25 e 6 ore al giorno per più di tre quarti dei giorni dall’inizio di marzo: e la California sta attuando il decomissioning del nucleare”.
L’appello è chiaro. In altre aree del Pianeta, la transizione sta raggiungendo i suoi traguardi. Per l’Europa è giunto il tempo di correre.