Lo studio ENEA sugli eventi climatici estremi in Italia

Eventi climatici estremi, quali sono le aree più a rischio in Italia?

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Eventi climatici estremi, quali sono le aree più a rischio in Italia? ultima modifica: 2024-04-12T08:19:27+02:00 da Evelyn Baleani
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Un recente studio ENEA, pubblicato sulla rivista Safety in Extreme Environment, ha portato alla luce informazioni cruciali sulle aree italiane più a rischio di mortalità legata a fenomeni climatici estremi

Dal 2003 al 2020, gli eventi climatici estremi hanno causato un totale di 378 decessi nel nostro Paese, di cui 321 provocati da frane e valanghe, 28 da tempeste e 29 da inondazioni.

I dati emergono da un’indagine condotta da ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

Regioni italiane a maggiore rischio di decessi per eventi climatici estremi

Secondo lo studio, le Regioni con il maggior numero di morti correlate al clima sono nell’ordine il Trentino-Alto Adige, la Lombardia, la Sicilia, il Piemonte, il Veneto e l’Abruzzo.

Queste aree hanno mostrato un alto livello di vulnerabilità, con numeri significativi sia in termini di perdite umane che di estensione territoriale coinvolta.

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Il Trentino-Alto Adige ha registrato 73 decessi in 44 Comuni. La Lombardia ne ha avuti 55 in altrettanti Comuni. Anche la Sicilia, con 35 decessi in 10 Comuni, e il Piemonte, con 34 decessi in 28 Comuni, hanno evidenziato un grado di suscettibilità notevole.

Importanza dell’Indicatore di mortalità

Secondo Raffaella Uccelli, Ricercatrice del Laboratorio ENEA Salute e Ambiente, l’utilizzo della mortalità come indicatore di impatto è essenziale per comprendere appieno l’incidenza dei disastri climatici sul territorio italiano.

La Banca Dati Epidemiologica dell’ENEA fornisce un quadro completo della mortalità per causa, consentendo agli studiosi di analizzare l’intero territorio nazionale e di identificare le aree più a rischio.

Risposte e mitigazioni necessarie

L’identificazione delle Regioni più vulnerabili è una componente di prim’ordine per fornire al Paese dei piani di azione che possano evitare sciagure. Dovrebbe fungere da catalizzatore per realizzare strategie preventive e mitigative da parte delle autorità competenti.

Nella loro tragicità, i dati sui disastri climatici sono un indizio dell’importanza di implementare misure di pianificazione territoriale, infrastrutture resilienti e sistemi di allerta precoce, con l’obiettivo di proteggere le comunità esposte.

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Anche l’educazione sulle misure di sicurezza da seguire in caso di eventi climatici estremi possono contribuire in maniera impattante nel ridurre il numero di vittime.

Come sostiene un vecchio detto, “prevenire è meglio che curare”. In Italia, purtroppo, Organizzazioni e cittadinanza se ne ricordano di rado, con conseguenze devastanti in termini di vite umane, vite animali, perdita di risorse.

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Digital Specialist e Giornalista pubblicista. Si occupa di contenuti per i media (TV e Web) dal 2000. Dopo aver lavorato per alcuni anni in redazioni di società di produzione televisiva e Web Agency, ha deciso di spiccare il volo con un’attività tutta sua. Le sue più grandi passioni oltre l'ambiente? Il Web, la scrittura e la Spagna.

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