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Economia circolare globale in frenata, peggiora pure l’Italia

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Economia circolare globale in frenata, peggiora pure l’Italia ultima modifica: 2024-01-19T05:50:08+01:00 da Marco Grilli
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Economia circolare globale in arretramento, l’Italia resta tra i leader in Europa ma peggiora, ecco il 5° rapporto nazionale del Circular Economy Network

Il tasso di circolarità dell’economia globale è sceso in cinque anni dal 9,1% al 7,2% (dato 2023), mentre il consumo mondiale dei materiali si attesta ad una preoccupante cifra di oltre cento miliardi di tonnellate all’anno.

I cambiamenti climatici e la necessità della transizione ecologica dovrebbero indirizzarci verso una maggiore circolarità, ma l’economia mondiale pare andare contro la logica e continua a riciclare e riutilizzare di meno.

Se consideriamo le prime cinque economie europee, l’Italia resta la più circolare ma fa segnare un peggioramento in alcuni indicatori chiave, quali il tasso di uso circolare della materia e la produttività delle risorse. A riferirlo è il rapporto nazionale sull’economia circolare, giunto alla sua quinta edizione e realizzato dal Circular Economy Network (CEN) in collaborazione con ENEA.

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Accelerare la transizione all’economia circolare contribuirebbe sensibilmente a migliorare le condizioni del pianeta. In particolare, l’estrazione di materiale vergine potrebbe diminuire di oltre un terzo (-34%) e le emissioni di gas serra potrebbero essere ridotte, contribuendo a limitare l’aumento della temperatura globale entro i 2°C”, si legge nel rapporto. Senza dimenticare pure gli evidenti benefici economici che ne deriverebbero, perché in un contesto di inflazione le strategie tese al recupero di materia ed energia hanno un marcato effetto deflattivo.

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Occorre accelerare, anche per combattere l’inflazione: se il costo delle materie prime e delle risorse aumenta, la circolarità è una risposta concreta alla crisi”, ha dichiarato Edo Ronchi, presidente del CEN.

In generale, il CEN chiede che sia rispettato il cronoprogramma di attuazione della Strategia nazionale per l’economia circolare, recependo tempestivamente le misure europee, rafforzando il sostegno alle imprese ed attuando le misure di fiscalità ecologica.

È necessario inoltre sviluppare l’economia circolare delle materie prime critiche, garantire la realizzazione degli impianti previsti dal PNRR, accelerare i tempi di realizzazione degli impianti di riciclo e dei ‘progetti faro’ già finanziati, per colmare il gap tra Centro-Sud e Nord e garantire un’adeguata dotazione impiantistica”, ha aggiunto Ronchi.

Sempre in materia di rifiuti, il CEN chiede di dare piena attuazione ai programmi nazionali per la loro prevenzione e gestione, oltre che di accelerare e semplificare le normative sull’End of Waste e di sviluppare la simbiosi industriale.

Altra questione cruciale è quella delle materie prime critiche – fondamentali per la transizione energetica e le filiere hi-tech – soprattutto per un Paese come il nostro che per il loro approvvigionamento dipende al 99% dalle importazioni dall’estero.

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Tra l’altro, le varie emergenze internazionali di questi ultimi anni hanno causato l’aumento della richiesta e di conseguenza del prezzo delle materie prime, di cui l’Italia è più povera rispetto ai principali competitor, ragion per cui per il Bel Paese “è ineludibile puntare sulla circolarità, dall’eco-design dei prodotti al recupero e riciclo, sfruttando le nostre miniere urbane, che sono la fonte potenziale di materie prime critiche più prontamente accessibili”, spiega Riccardo Morabito, Direttore del Dipartimento ENEA di Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali.

La classifica di circolarità

La classifica complessiva di circolarità nei cinque principali Paesi dell’Unione europea per forza economica (Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna) si basa su sette indicatori: tasso di riciclo dei rifiuti; tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo; produttività delle risorse; rapporto fra la produzione dei rifiuti ed il consumo di materiali; quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia; riparazione; consumo di suolo.

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Il primo posto spetta all’Italia (20 punti totali), davanti a Spagna (19 punti), Francia (17), Germania (12) e Polonia (9). Più in generale, considerando l’incremento di performance negli ultimi cinque anni, “l’Italia migliora meno della Polonia, che parte da livelli molto bassi di circolarità, e della Spagna che sta correndo più velocemente, mentre tiene lo stesso passo della Francia e va un po’ più veloce della Germania”, si legge nel rapporto.

Per quanto riguarda il tasso di riciclo dei rifiuti, l’Italia consolida il suo primato tra le cinque principali economie dell’Unione (72% rispetto al 53% della media europea), staccando di circa 17 punti la Germania seconda classificata e mostrando una crescita dell’8% negli ultimi dieci anni. Il Bel Paese risulta in testa anche nei valori pro capite (969 kg/abitante destinati al riciclo), davanti a Germania (921), Polonia (726), Francia (625) e Spagna (472).

Primato perso invece in materia di tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo, dove l’Italia scende al 18,4% (la media europea è dell’11,7%), perdendo 2,2 punti nel 2021 (ultimo dato disponibile) rispetto all’anno precedente e posizionandosi dietro la Francia.

L’altra performance peggiorativa in Italia riguarda la produttività delle risorse. “Nel 2021 in media, in Europa, a parità di potere d’acquisto, per ogni kg di risorse consumate vengono generati 2,1 euro di PIL. Anche per questo indicatore l’Italia (-7% nell’ultimo biennio) è stata raggiunta dalla Francia: ambedue sono a 3,2 €/kg. Seguono Germania (2,7 €/kg) e Spagna (2,6 €/kg), mentre staccata è la Polonia (0,8 €/kg)”, si legge nel rapporto.

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Tale calo italiano si spiega con l’aumento del consumo interno di materiali tra il 2020 ed il 2021 (+14,7%) a fronte di una più modesta crescita economica (Pil +6,7%), oltre che con il rilevante incremento di consumo di minerali.

Il quarto indicatore, ovvero il rapporto tra la produzione dei rifiuti e il consumo di materiali, rileva l’indice d’intensità delle pressioni generate da un sistema produttivo per l’approvvigionamento delle materie prime. Più basso è il valore del rapporto e migliore è la prestazione, in questo ambito l’Italia si classifica terza (38,1%), dietro Polonia (26,4%) e Spagna (24,9%).

Analizzando invece il consumo di energia rinnovabile, il trend è mediamente in crescita in Europa ma ancora ben lontano dai recenti obiettivi europei per il 2030, fissati al 32%. L’Italia (20,4%) segue la Spagna (21,2%) ma è ben lontana dalle migliori prestazioni europee (Svezia 60,1%, Finlandia 43,8%).

Nella riparazione dei beni, che prende in esame tre fattori (numero di imprese, di occupati e fatturato), l’Italia è al terzo posto per imprese attive nel 2020 (circa 24mila), dietro Spagna (29.100) e Francia (35.300). La diminuzione delle aziende negli ultimi dieci anni è però notevole nello Stivale (2.622 in meno rispetto al 2011), mentre cala anche il numero degli addetti (10.800 nel 2020, meno della metà rispetto a Germania, Spagna e Francia) ed il valore della produzione supera i 2,1 miliardi di euro, un dato inferiore solo a quello francese (4,5).

Infine, dati negativi per tutti e cinque i Paesi in materia di consumo di suolo, un fenomeno crescente tra il 2009 ed il 2018, anno in cui risultava coperto da superficie artificiale il 4,2% del territorio dell’Ue. Peggior risultato tra i cinque per la Germania (7,6%), seguita a ruota dall’Italia (7,1%).

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Le proposte del CEN e l’indagine sugli stili di consumo

Varie sono le misure proposte dal CEN per promuovere modelli circolari di consumo.  Dalla definizione di un programma nazionale di educazione e comunicazione sui modelli circolari di consumo consapevole, all’adozione di norme per una corretta comunicazione ed etichettatura sulle caratteristiche di circolarità dei prodotti, fino al miglioramento della normativa sulle garanzie per la durata e la riparabilità dei prodotti.

Il CEN chiede anche di promuovere le attività di riparazione, rigenerazione e vendita dei prodotti usati e quelle di sharing, leasing e noleggio, tramite autorizzazioni semplificate, agevolazioni fiscali ed incentivi economici. Fondamentale è poi il rafforzamento sia della prevenzione della produzione dei rifiuti, che delle condizioni di circolarità negli acquisti pubblici verdi (GPP) e nei decreti ministeriali sui relativi Criteri Ambientali Minimi (CAM).

Altre proposte riguardando l’attuazione di riforme per azzerare il consumo netto di nuovo suolo e per la gestione efficiente circolare delle risorse idriche. Infine, il CEN ritiene utile l’adozione di un programma nazionale per il consumo sostenibile e circolare, già previsto dalla Strategia nazionale, previa istituzione e consultazione di un forum di stakeholder.

Il rapporto 2023 è stato accompagnato anche da un’indagine sugli stili di consumo – realizzata da CEN e Legacoop in collaborazione con Ipsos – che ha confermato l’interesse degli italiani per l’economia circolare. Negli ultimi tre anni, infatti, circa un italiano su due (il 45% degli intervistati) ha acquistato un prodotto usato, uno su tre (36% del campione) uno rigenerato.

Tra gli altri esiti più rilevanti, la sharing economy pare piacere ai più giovani (la fascia di età tra i 18 ed i 30 anni ricorre più della media a leasing, noleggio e sharing, con un +10-11%) ed oltre l’80% degli intervistati considera importante la riduzione del packaging.

[Credits foto: Circular Economy Network]

Economia circolare globale in frenata, peggiora pure l’Italia ultima modifica: 2024-01-19T05:50:08+01:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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