Abusi edilizi, sulle coste italiane cresce la cementificazione illegale

Abusi edilizi, sulle coste italiane cresce la cementificazione illegale

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Abusi edilizi, sulle coste italiane cresce la cementificazione illegale ultima modifica: 2024-07-11T06:31:10+02:00 da Evelyn Baleani
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Abusi edilizi, gestione illecita delle cave, concessioni demaniali: lungo le coste italiane cresce la morsa della cementificazione illegale. Lo rileva Legambiente nel dossier Mare Monstrum

In occasione dell’avvio delle Campagne Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2024, Legambiente ha presentato in anteprima i dati di Mare Monstrum, il report annuale dedicato all’illegalità ambientale sul mare e sulle coste.

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Il dossier getta luce sulla crescita incontrollata dell’abusivismo edilizio lungo i litorali del Belpaese.

Gli abusi edilizi in Italia

Dal report emerge che in totale, nel 2023 sono stati 10.257 (+11,1% rispetto al 2022) i reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto nelle regioni costiere, con 11.647 persone denunciate (+21,2%), 1.614 sequestri penali (+17,3%) e 14 ordinanze di custodia cautelare.

In aumento anche gli illeciti amministrativi, 15.062 (+11,7% rispetto al 2022) e le relative sanzioni (34.121, +20,9%).

In testa alla classifica degli abusi edilizi ci sono le Regioni del Sud. La principale vittima del mattone illegale è la Campania con 1.531 reati (pari al 14,9% del totale nazionale), prima anche per il numero delle persone denunciate (1.710) e per le sanzioni (4.302). Seguono nell’ordine la Puglia (1.442 reati, il 14,1% del totale nazionale), la Sicilia (1.180 reati, 11,5%) e la Calabria (1.046 reati, il 10,2% del totale).

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Ma la minaccia degli abusi edilizi coinvolge anche il Centro e il Nord Italia: al quinto posto della classifica si piazza la Toscana con 794 reati (7,7% del totale nazionale), seguita dal Veneto con 705 reati (6,9%) e dal Lazio con 617 reati (6%).

Come intervenire contro la piaga dell’abusivismo edilizio: le proposte di Legambiente

Le coste italiane sono un patrimonio dal valore inestimabile, ricche di storia, bellezza e biodiversità, ma sempre più usurpate dal mattone selvaggio con costruzioni che spesso rimangono allo stato di scheletri, che privatizzano spiagge o che sorgono in mezzo a letti di fiumi o in aree a rischio idrogeologico – ha commentato Giorgio Zampetti, Direttore generale di Legambiente –  I dati in anteprima di ‘Mare Monstrum’ ci dimostrano l’urgenza di intervenire con provvedimenti legislativi, come abbiamo chiesto al Governo e a tutte le forze politiche con i nostri emendamenti al Decreto ‘Salvacasa’ , per noi un ‘condono mascherato’, come ribadiremo anche a bordo della nostra Goletta Verde. Accenderemo i riflettori anche sulla lentezza dell’Italia sul tema rinnovabili ed eolico off-shore, ribadendo il nostro no alle fossili e a scelte anacronistiche come il progetto del Ponte sullo stretto di Messina”.

Con la sua iniziativa, l’associazione ambientalista torna a chiedere che ai Prefetti venga attribuito il pieno potere per demolire gli immobili che non sono abbattuti dai Comuni. L’Associazione sollecita inoltre la cancellazione nel Decreto “Salva casa” del cosiddetto “silenzio-assenso”, che aprirebbe la porta a nuovi abusi edilizi, in considerazione del fatto che nessun Comune sarà mai in grado di esaminare una pratica di sanatoria entro i 45 giorni stabiliti.

Danni della cementificazione selvaggia

I dati raccolti da Legambiente evidenziano la necessità di un intervento da attuare con urgenza, prima che le coste italiane, già enormemente deturpate, siano oggetto di ulteriori sfregi.

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L’abusivismo edilizio è un fenomeno che porta con sé una serie di gravi conseguenze, che impattano sia sull’ambiente sia sulla società. Il degrado ambientale è uno degli effetti più immediati. Le costruzioni non autorizzate sorgono spesso in aree protette, parchi naturali o su terreni agricoli, causando danni significativi all’ecosistema locale.

Un altro problema di estrema rilevanza riguarda i rischi geologici e idrogeologici. Le costruzioni abusive, realizzate senza una corretta valutazione della stabilità del terreno, possono aumentare il rischio di frane, di smottamenti e di alluvioni, mettendo in serio pericolo le aree circostanti.

Anche l’impatto sul paesaggio va posto in rilievo. Gli edifici illegali deturpano lo skyline urbano o rurale, compromettendone l’estetica oltre al valore culturale.

Dal punto di vista urbanistico, l’abusivismo porta a uno sviluppo disordinato delle località, creando grosse difficoltà nella gestione dei servizi pubblici essenziali come acqua, fognature, elettricità e trasporti, con complicazioni per la vita dei residenti.

La sicurezza rappresenta un altro aspetto critico. In molti casi, le costruzioni abusive non rispettano la normativa antisismica e i criteri di stabilità, mettendo a rischio la vita dei cittadini.

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Sul fronte delle conseguenze sociali, va ricordata l’evasione fiscale. Gli abusi edilizi sono quasi sempre accompagnati da pratiche di evasione contributiva, che sottraggono risorse importanti allo Stato.

Infine, non si possono ignorare i costi per la collettività. La demolizione o la messa in sicurezza degli edifici irregolari comporta spese significative, che ricadono inevitabilmente sui cittadini.

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Digital Specialist e Giornalista pubblicista. Si occupa di contenuti per i media (TV e Web) dal 2000. Dopo aver lavorato per alcuni anni in redazioni di società di produzione televisiva e Web Agency, ha deciso di spiccare il volo con un’attività tutta sua. Le sue più grandi passioni oltre l'ambiente? Il Web, la scrittura e la Spagna.

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