Olivastro millenario di Luras

Olivo millenario di Luras terzo all’European Tree of the Year

in Natura|News
Olivo millenario di Luras terzo all’European Tree of the Year ultima modifica: 2024-04-17T06:32:24+02:00 da Marco Grilli
da

L’olivo millenario di Luras, magnifico albero secolare sardo di età compresa tra i 3mila ed i 4mila anni, è giunto terzo al contest European Tree of the Year

C’è gloria anche per l’Italia nel prestigioso concorso European Tree of the Year, organizzato dal 2011 dall’Environmental partnership association (Epa). Con 13.933 voti si è guadagnato il terzo posto lo spettacolare e maestoso olivo millenario di Luras, uno dei più antichi esemplari di olivo selvatico presenti nell’isola, noto anche come S’Ozzastru (Il Patriarca) per la sua veneranda età, che secondo le stime si attesta tra i 3mila ed i 4mila anni.

Il concorso

Questo prestigioso contest internazionale ha preso le mosse dal popolare concorso ceco organizzato dal 2002 dalla Fondazione ceca per l’ambiente.

Grazie all’interesse dell’Epa, dal 2011 il concorso per decretare il miglior albero dell’anno è stato esteso all’intero Vecchio Continente, con un round europeo che si configura come una finale dove a disputarsi la vittoria sono i primi classificati delle varie competizioni nazionali.

La votazione online si tiene ogni anno nel mese di febbraio. L’organizzatore del concorso internazionale, l’Epa, è un consorzio formato da sei fondazioni provenienti da Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia, che finanzia progetti di tutela ambientale al fine di sostenere anche le comunità locali. In 20 anni di attività ha elargito contributi di oltre 10 milioni di euro.

Il supporto al contest è fornito dall’European landowners’ organization (Elo), la federazione di associazioni nazionali europee che rappresenta gli interessi dei proprietari terrieri, dei gestori del territorio e degli imprenditori agricoli.

Tree of the Yearè un concorso che mette in risalto l’importanza degli alberi nel patrimonio naturale e culturale dell’Europa e quella dei servizi ecosistemici forniti dagli alberi. Il concorso non cerca l’albero più bello, ma un albero con una storia, un albero radicato nella vita e nel lavoro delle persone e delle comunità che lo circondano”, chiarisce l’Epa.

Foreste e desertificazione, come gli alberi possono contrastare la crisi climatica

Dai cinque Paesi partecipanti al primo contest del 2011 si è giunti ai 15 che si sono contesi il titolo in questa edizione. Da segnalare la partecipazione dell’Ucraina per il secondo anno consecutivo. Questo premio ha ispirato inoltre altri concorsi simili in Canada, Australia, Sri Lanka ed in Asia. Il Tree of the Year europeo di quest’anno si è concluso, tra l’altro, poco prima della fine di un mandato del Parlamento europeo con un’ambiziosa agenda ambientale, che mira a ridurre le emissioni di gas serra ed a promuovere l’utilizzo di energia pulita e sostenibile. Ciò che rappresenta non solo un dovere politico ma una responsabilità morale per tutti.

Gli alberi svolgono un ruolo cruciale nel nostro ambiente e nel clima. Ci aiutano ad adattarci ai cambiamenti climatici e a trattenere l’acqua nel paesaggio. Il concorso europeo Tree of the Year va oltre il riconoscimento dell’importanza degli alberi nell’ecosistema del nostro pianeta. È un progetto che collega le comunità di tutta Europa e unisce generazioni diverse. Attraverso ciò suscita l’interesse delle persone per l’ambiente e il pianeta che chiamiamo casa”, ha commentato Luděk Niedermayer del Partito popolare europeo (Ppe), uno dei due europarlamentari patrocinatori del concorso.

Sul valore del contest è intervenuto pure Michal Wiezik (Renew), l’altro eurodeputato patrocinatore del Tree of the Year, sostenendo che “gli alberi rappresentano un elemento significativo della nostra vita quotidiana, del nostro ambiente fisico, ma sono anche magnifici esseri strettamente legati al nostro spazio interiore, alla cultura e alla storia. Essendo l’essenza della foresta forniscono servizi ecosistemici fondamentali, ma sono anche gli agenti che collegano la società umana e la natura, la nostra presenza e la nostra storia, nonché i nostri compagni verso un futuro sostenibile e compatibile con il pianeta”. 

European Tree of the Year, tra i candidati c’è il Castagno dei cento cavalli

L’edizione 2024 ha vantato inoltre l’importante partnership con il Ministero dell’Ambiente della Repubblica Ceca. Il direttore strategico della Fondazione ceca per il partenariato ambientale, Miroslav Kundrata, ha sottolineato l’eccezionalità degli alberi in competizione quest’anno per la loro età e la diversità delle specie. “Ciò mostra l’Europa nella migliore luce con tutta la sua ricchezza regionale, le differenze climatiche locali e i diversi ecosistemi. Ci ricorda anche che la preservazione della biodiversità è una sfida chiave della nostra generazione”, le sue parole.

Il ministro dell’Ambiente ceco Petr Hladík ha ricordato l’importanza della versione ceca del concorso europeo, ovvero il progetto “Sázíme budoucnost” realizzato dalla “Nadace Partnerství” con il sostegno finanziario del Ministero dell’Ambiente, che ha permesso di piantare più di 4,3 milioni di nuovi alberi, oltre a mettere in risalto quelli più importanti dal punto di vista storico. Hladík si è soffermato pure sull’importanza del progetto ceco sugli orti comunitari nelle città,  definiti “uno spazio per il relax, un’isola verde nei periodi di caldo, un rifugio per la biodiversità urbana e la sovranità alimentare”.

La cerimonia di premiazione del contest si è tenuta lo scorso 20 marzo a Bruxelles in un luogo veramente speciale,  l’anfiteatro Yehudi Menuhin all’interno del Parlamento europeo.

Il vincitore

Ad aggiudicarsi il primo posto con 39.158 voti è stato il faggio polacco “Cuore del Giardino” della regione di Niemcza. Si tratta di un albero monumentale di 200 anni d’età che cresce al centro di un vecchio parco. Nella sua descrizione fornita dagli organizzatori del contest si legge che “il suo aspetto maestoso colpisce per il suo tronco spesso e dalla forma insolita, i rami ampiamente estesi e le foglie color viola che brillano meravigliosamente al sole. Il ‘Cuore del Giardino’ è la prova vivente del fermento storico di un antico parco e domina l’Arboreto che lo circonda. All’ombra della sua grande e estesa chioma si incontrano ancora oggi, come 100 o 200 anni fa, gli appassionati uniti dall’ammirazione per la natura”.

Ferdinand Omanyala, il velocista keniota ha festeggiato il suo compleanno piantando 200 alberi

Si tratta del terzo successo consecutivo per la Polonia. Al secondo posto, con 24.807 voti, si è classificato il faggio piangente francese di Bayeux, sito in Normandia e monumento naturale transalpino. Uno splendido 160enne di 40 metri di larghezza, noto per il suo immenso baldacchino e gli enormi rami contorti, che ha preceduto il nostro Patriarca, terzo classificato.

S’Ozzastru, l’olivo millenario di Luras

Una meraviglia naturale che affascina e stupisce per la sua imponenza e bellezza”, così è definito il “Patriarca della natura” nel sito del Tree of the Year. Da tempo immemore simbolo di resilienza e continuità, questo olivastro secolare sardo è sito nel piccolo Comune di Luras (Ss), in località Santu Baltolu di Carana. Noto per la sua struttura robusta e resistente, testimonianza di longevità ed adattamento alle avversità ed ai cambiamenti del clima, S’Ozzastru continua a incantare i suoi visitatori, trasportandoli indietro nel tempo.

Giornata Nazionale degli Alberi, conosciamo l’albero più vecchio d’Italia

Le sue dimensioni sono davvero strabilianti, circonferenza a petto d’uomo di oltre undici metri, altezza di quattordici metri, ombreggiatura di ben seicento metri quadrati grazie all’imponente chioma. Nel 1991 l’olivo millenario di Luras è stato dichiarato monumento nazionale ed oggi fa parte della lista dei venti alberi secolari italiani. Da notare che intorno a lui spiccano altri due alberi monumentali, forse suoi nipotini, ovvero due olivastri rispettivamente di cinquecento e duemila anni.

Ogni particolare del S’Ozzastru colpisce e suggestiona, dalle portentose radici che affondano nel terreno, ai contorti rami che disegnano incredibili forme allungandosi verso il cielo, creando un notevole effetto scultoreo. Secondo un’antichissima credenza popolare gli spiriti maligni trovavano rifugio sotto queste fronde. Oggi invece tra i visitatori vige l’usanza di esprimere un desiderio al suo cospetto, lasciando al contempo un’offerta simbolica quale una pietra, una conchiglia o un po’ d’acqua.

Citando il noto botanico inglese Richard Mabey, “essere senza alberi significherebbe, nel modo più letterale, essere senza radici”.

[Credits foto: Valerio Atzori Corpo forestale Sardegna]

Olivo millenario di Luras terzo all’European Tree of the Year ultima modifica: 2024-04-17T06:32:24+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verra pubblicato

*

Ultimi articolo di Natura

Go to Top