Giornata Nazionale degli Alberi, conosciamo l’albero più vecchio d’Italia

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Giornata Nazionale degli Alberi, conosciamo l’albero più vecchio d’Italia ultima modifica: 2022-11-21T00:01:33+01:00 da Francesca Danila Toscano
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Oggi, 21 novembre, si festeggia la Giornata Nazionale degli Alberi per diffondere il rispetto, l’amore e la difesa per la natura

Gli alberi sono alcuni degli esseri viventi più antichi del pianeta, degli organismi che sono in grado di assistere a milioni di cicli vitali. Queste piante sono sinonimo di vita, grandi alleati nella lotta alla crisi climatica. Per questo motivo meritano di essere celebrati ogni giorno, e non è un caso che proprio per loro sia nata la Giornata Nazionale degli Alberi.

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Perché si festeggia?

Il culto degli alberi ha origini antichissime, già in epoca romana gli alberi erano protetti anche per motivi religiosi ed era loro abitudine consacrare i boschi al culto delle divinità dell’epoca. Effettuavano pubbliche piantagioni, imitando le usanze ancora più antiche dei Greci e dei popoli orientali, presso i quali erano già diffuse l’arboricoltura e l’impianto di boschi. 

Possiamo definire i Romani dunque, i precursori dell’attuale Giornata Nazionale degli Alberi.

Questa Giornata è una vera e propria ricorrenza nazionale, decretata con una legge del 14 gennaio 2013, n. 10 della Repubblica Italiana, entrata poi in vigore a febbraio dello stesso anno.

L’obiettivo è valorizzare l’importanza del patrimonio arboreo e ricordare il ruolo fondamentale che boschi e foreste hanno nella conservazione del pianeta e di qualsiasi specie vivente, essere umano compreso. Una Giornata che prevede numerose iniziative volte alla riqualificazione del verde urbano e alla valorizzazione degli spazi pubblici.

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L’albero più vecchio in Italia

L’albero più vecchio del nostro Paese ha 2.200 anni. Uno studio del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) pubblicato sull’ultimo numero di Forestry ha svelato questa notizia. Si trova in Sicilia e l’età è stata stabilita grazie a un approfondito studio del suo DNA.

Il Castagno dei Cento Cavalli si trova a Sant’Alfio, in provincia di Catania, proprio alle pendici dell’Etna. Ha un tronco di ben 18 metri di diametro e una chioma che copre circa 1000 metri quadrati. Il suo nome glielo diede la regina Giovanna I d’Angiò: la storia, infatti, narra che lo chiamò così dopo essersi riparata da un temporale sotto le sue fronde con tutti i suoi 100 cavalieri.

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Fino a qualche tempo fa si pensava che avesse fra i 3 e i 4mila anni, in realtà, questa pianta monumentale ne ha precisamente 2.200.

I risultati della ricerca sono arrivati grazie all’analisi di alcuni marker molecolari già utilizzati per l’identificazione di diverse varietà di castagni.

L’importanza dello studio va oltre la semplice identificazione anagrafica. Come spiegano dal CREA: “Le analisi su un albero così antico sono un’occasione unica per determinare il comportamento di tutte le altre piante, comprendendo a fondo quali siano le mutazioni durante la crescita, le variabili del genoma e le prassi evolutive degli esseri viventi”.

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Calabrese di nascita e Romana di adozione, biologa ambientale con la passione per la bioetica. Mediatore museale presso il Museo Civico di Zoologia di Roma. Sensibile alle tematiche ambientali e al benessere animale si occupa da anni di divulgazione scientifica collaborando anche con diversi magazine on line. Sempre in continuo movimento, adora viaggiare senza separarsi mai dalla sua cagnolina.

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