Le elezioni europee si avvicinano, FSC Italia ha rilevato che le foreste compaiono solo nella metà dei programmi dei partiti italiani
Nelle giornate dell’8 e 9 giugno si terranno in Italia le elezioni europee. In tutta l’Unione europea (Ue) andranno alle urne circa 359 milioni di elettori, per l’elezione con sistema proporzionale di 720 nuovi europarlamentari, di cui 76 italiani. Forest Stewardship Council (FSC) Italia – l’associazione italiana per la gestione forestale responsabile nata nel 2001 – ha analizzato i programmi dei 12 partiti italiani per valutare la ricorrenza di alcune parole chiave legate al mondo forestale. I risultati sono abbastanza impietosi.
“Solo in 6 programmi su 12 si fa menzione in qualche modo della necessità di proteggere e gestire responsabilmente il patrimonio verde comune, e di valorizzarne le filiere”, riferisce FSC Italia.
L’importanza delle foreste
Secondo i dati riportati da Eurostat nel 2021, le foreste europee si estendono per circa 160 milioni di ettari e rappresentano il 39% del territorio dell’Ue. In poco più di 20 anni tali aree sono cresciute del 5,3% (8 milioni di ettari), fino a coprire oggi più della metà del territorio nazionale terrestre di cinque Stati membri (Finlandia 66%; Svezia 63%; Slovenia 58%; Estonia 54% e Lettonia 53%).
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Ancora le cifre ci aiutano a capire l’importanza dell’industria forestale, che nel 2021 ha generato un valore di ben 25 miliardi di euro, impiegando 473.100 addetti nei 27 Paesi Ue. Nonostante tale crescente rilevanza e il ruolo cruciale svolto dai nostri polmoni verdi dal punto di vista economico, sociale e soprattutto ambientale, per la fornitura di servizi ecosistemici e la lotta al cambiamento climatico, permangono purtroppo fattori di criticità.
“Negli ultimi anni le foreste europee hanno subito cambiamenti significativi e, sebbene stiano crescendo in estensione e biomassa disponibile, molte sono a rischio a causa di problemi come l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, la perdita di habitat e la crescita dei centri urbani. Per il loro ruolo nel contrasto alla crisi climatica e per l’importante fornitura di servizi ecosistemici, sono indicate come una delle leve su cui agire da diversi documenti strategici europei (Nature Restoration Law, Biodiversity strategy for 2030) ricompresi sotto il cappello dell’EU Green Deal”, riferisce FSC Italia.
L’indagine per le elezioni europee
L’analisi di FSC Italia ha preso in considerazione i programmi dei partiti o delle coalizioni che prenderanno parte alle europee, soffermandosi in particolare sulle proposte riguardanti la conservazione e gestione delle aree forestali, filiere comprese. Tutto ciò non per entrare in questioni politiche o dare indicazioni di voto, ma solo per comprendere il peso di tale materia così importante nei programmi presentati agli elettori.
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“A tal fine abbiamo analizzato la ricorrenza, nei vari programmi elettorali, di 5 keyword principali (bosc*, forest*, deforestazione, alber*, legno). Il risultato è che solo in 6 programmi su 12 si fa menzione in qualche modo della necessità di proteggere e gestire responsabilmente il patrimonio verde comune, e di valorizzarne le filiere”, riferisce FSC Italia.
Molto interessante l’analisi in dettaglio: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Stati Uniti d’Europa, Libertà e Alternativa Popolare non menzionano mai queste parole chiave; il Partito Democratico si limita a citare le foreste nel riferimento al “pieno riconoscimento dei beni e servizi ecosistemici erogati dalle aree interne”; Azione accenna al “sostegno a programmi di riforestazione” ed alla “piantumazione di 3 miliardi di alberi nel territorio dell’Unione” in riferimento alle azioni previste dal programma Fit for 55, mentre Pace Terra e Dignità indica i boschi tra i “beni comuni da tutelare”, insieme alla montagna ed al mare.
Più solerte si dimostra il Movimento 5 Stelle, che cita tutte e cinque le keyword, facendo riferimento ai piccoli boschi nelle parte che tratta le pratiche su cui puntare con sussidi o riduzione della pressione fiscale. Le altre quattro parole chiave ricorrono nelle parti dedicate: alla piantumazione ed alla forestazione urbana, giudicata di particolare rilievo “soprattutto nelle grandi città dove l’incremento delle aree verdi alberate costituisce un presidio fondamentale per la riduzione del fenomeno delle isole di calore, e per assorbire le polveri sottili dovute alle emissioni nocive del traffico veicolare e del riscaldamento degli edifici”; al riconoscimento delle foreste quali “polmoni del nostro pianeta” che ci proteggono dal riscaldamento globale, ospitano l’80% della biodiversità del Pianeta e sono fonte di sostentamento e reddito per circa il 25% della popolazione mondiale, ed infine alla deforestazione nella proposta di revisione ed ampliamento della normativa comunitaria di contrasto a questo problema.
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Alleanza Verdi-Sinistra reclama invece l’esigenza di “attuare il regolamento EUDR (European Deforestation-free products Regulation) per arrestare la perdita delle foreste e il degrado della biodiversità entro il 2030, fermando il prelievo di alberi dal legno pregiato, e rivedere la Strategia forestale dell’UE 2030, in particolare le linee guida sull’imboschimento e il rimboschimento rispettosi della biodiversità, per promuovere la silvicoltura mista con copertura continua”. La stessa coalizione capitanata da Bonelli e Fratoianni cita anche il legno quando chiede di sviluppare un’industria dell’eco-edilizia che utilizzi materiali di origine biologica, tra cui appunto il legno, oltre alla terra ed alla paglia.
Per completare il quadro dei partiti che trattano le foreste, Volt propone di aumentare gli sforzi per una gestione forestale sostenibile, il ripristino ed il rimboschimento, anche per promuovere la cattura naturale del carbonio. Vi è inoltre la richiesta di definire un piano d’azione a livello europeo per il settore forestale, dando il privilegio ad una gestione basata sugli ecosistemi. Infine, Volt critica il sostegno dell’Ue alla deforestazione insostenibile, insieme a quello agli allevamenti intensivi ed alle sovvenzioni per attività dannose e inquinanti. “Invece di considerare il mondo naturale come qualcosa da sottomettere e sfruttare ad ogni costo, dobbiamo riconoscere che una coesistenza armonizzata è l’unico modo per continuare la vita su questo pianeta”, il commento.
La legge sulla deforestazione
Nelle scorse settimane, FSC International ed altre 170 organizzazioni hanno inviato una lettera congiunta alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per sostenere il regolamento atto a contrastare la deforestazione nel mercato dell’Ue (EUDR).
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Il testo di questa importante norma – che introduce nuovi adempimenti per chi importa, rende disponibili sul mercato ed esporta materie prime quali cacao, carne, caffè, legno, soia, olio di palma, gomma e prodotti derivati – è stato approvato nel giugno 2023 ed entrerà in vigore in tutti i Paesi Ue dal 30 dicembre 2024. Nella lettera, le organizzazioni firmatarie chiedono che il testo resti invariato e non siano presi in considerazione gli appelli di alcuni gruppi industriali e governi nazionali, che mirano a far tornare indietro la norma.
“L’EUDR è stata adottata con ampio sostegno da parte del Consiglio e del Parlamento europei. Abbiamo chiesto alla Presidente von der Leyen che gli Stati membri dell’UE e la Commissione facciano attuare rapidamente questa legge e ne garantiscano il rispetto da parte di tutti i soggetti interessati. Dato il peggioramento della crisi climatica e della biodiversità, per questa generazione e per quelle future è fondamentale che le azioni richieste nel quadro dell’EUDR vengano eseguite rapidamente. L’UE ha urgente bisogno di staccarsi da un modello di produzione e consumo che alimenta la distruzione della natura, minaccia i diritti umani e i mezzi di sussistenza di intere comunità”, ha dichiarato Giuseppe Bonanno, direttore di FSC Italia.
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