In Giappone si sta sperimentando una nuova mobilità, il treno alimentato a ramen, un nuovo biocarburante che sfrutta gli avanzi della famosa zuppa
Si sa, il Giappone è sempre un passo avanti con le sue idee strane e geniali. L’ultima frontiera della sostenibilità è il loro treno alimentato a ramen, certamente green con questo biocarburante.

I biocarburanti sono infatti, una fonte di energia rinnovabile oltre ad essere biodegradabili e, in genere si presentano in due forme. L’etanolo è costituito da materiale vegetale (negli Stati Uniti, il mais è comune) invece il biodiesel, come il nuovo carburante di Amaterasu, è formato da oli vegetali e grassi animali.
L’uso di biocarburanti non elimina totalmente le emissioni di gas serra, ma i veicoli bruciano in modo più pulito rispetto a quelli alimentati a base di petrolio e di combustibili fossili in generale.
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L’idea del treno alimentato a ramen
Si trova nella prefettura di Miyazaki questo piccolo treno green che percorre una tratta di circa 5 chilometri in 30 minuti, il convoglio della linea ferroviaria panoramica nazionale attraversa, infatti, una tratta molto scenografica e gettonata dai turisti, ovvero il ponte di ferro Takachiho, sospeso a circa 105 metri dal suolo, lasciando una profumata scia bianca che “profuma di riso fritto”.
Il carburante è il risultato di una miscela a base alimentare, derivata dagli scarti della tipica zuppa tonkotsu, piatto forte della cucina nipponica.
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Cos’è il ramen?
Il ramen è uno dei piatti giapponesi più famosi e conosciuti al mondo. Se avete avuto la fortuna di fare un viaggio in Asia avrete sicuramente visto come il popolo orientale lo mangi in qualsiasi ora del giorno e della notte, o se siete appassionati di cartoni animati giapponesi sapete bene quanto la popolazione asiatica ne sia ghiotta. Si tratta di una zuppa di noodles in brodo arricchita da tanti ingredienti.

Il termine “ramen”, in giapponese sembra derivare da “mescolare” e in effetti è un piatto lento che si fa con molta pazienza e costanza.
Ogni posto in Giappone ha però la sua ricetta, è impossibile assaggiare a Tokyo un ramen uguale all’altro.
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La nascita del progetto
Ad avere questa brillante intuizione è stato l’imprenditore Masumi Nishida, interessato a trovare una soluzione ecocompatibile che alimentasse il proprio business.
Una decina di anni fa Nishida stava parlando con uno dei suoi clienti, il proprietario di un ristorante specializzato nella preparazione di ramen, il quale si lamentava dei prezzi relativi alla ditta di smaltimento costretto a pagare per buttare il brodo avanzato, poiché, non tutti lo finiscono sino all’ultima goccia, la gran parte rimane nei piatti.
Fra l’altro, questo brodo non può essere smaltito a livello domestico, il ristoratore era obbligato a pagare una ditta che lo facesse in maniera adeguata.
Così Nishida iniziò a pensare a come poter riutilizzare questo brodo, magari trasformandolo in biodiesel. Così la Nishida Logistics ha installato delle attrezzature nel ristorante in questione che recuperano il brodo avanzato, separandone il contenuto dallo strutto. A questo punto può essere riutilizzato per produrre carburante biodiesel.
In realtà il carburante derivato dal ramen viene miscelato insieme al biodiesel ricavato riciclando l’olio esausto utilizzato per la tempura, altra iniziativa ecologica introdotta dalla Nishida Logistics.
Così adesso, questo biodiesel su base alimentare, fa viaggiare circa la metà della flotta dell’azienda, composta da 170 camion. Ma avendone in eccedenza, viene venduto ad altre società, fra queste c’è la ferrovia Takachiho Amaterasu.

Per ora, il treno viaggia senza problemi e, il nuovo biodiesel alimentare produce meno fumo, permettendo ai passeggeri di godersi meglio la gita.
[Immagini di Amaterasu Railway]
