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Marimo, l’alga palla giapponese tra leggenda e design

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Marimo, l’alga palla giapponese tra leggenda e design ultima modifica: 2021-12-14T13:49:03+01:00 da Beatrice Spagnolo
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Il Marimo, l’alga palla giapponese simbolo di amore eterno ed elegante oggetto d’arredo

Morbida, carina e tenera. Così appare l’alga giapponese chiamata Marimo.

Ma dietro questo suo aspetto tranquillo, si nascondono importanti significati che vi faranno innamorare ancora di più di questa piccola sfera verde e far venire voglia di accudirne una.

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Che cos’è e da dove arriva?

Il Marimo è un’alga dal colore verde brillante pluricellulare, distinguibile per la sua caratteristica forma sferica.

Originaria del Giappone, si può trovare anche in Islanda, in Siberia e in Estonia.

Scoperta nel 1820 dallo studioso Anton E. Sauter, prese il nome Marimo nel 1898 dal botanico giapponese Tatsuhiko Kawakami: il termine “mari” significa pallina, biglia; invece “mo” indica le piante che si sviluppano in acqua.

Questa piccola sfera verde è conosciuta anche come Cladofora o sasso-pianta oppure alga palla; ma il nome scientifico è Aegagropila linnaei. Di proporzioni sferiche quasi perfette, il Marimo sta incantando tutto il mondo con il suo fascino dato dalla particolare danza che compie risalendo in superficie durante alcune ore del giorno per effettuare la fotosintesi clorofilliana.

Durante questa operazione, produce delle bollicine di ossigeno che lo fanno roteare su se stesso, quasi stesse danzando.


Il mito giapponese del Marimo

Alga dall’aspetto buffo, il Marimo custodisce in sé il racconto di un mito giapponese che lo collega ai significati profondi che lo caratterizzano.

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Si narra che una coppia di giovani innamorati si rifugiò sulle sponde del lago Akan, luogo in cui nascono i Marimo, per sottrarsi alle rispettive famiglie che erano contrarie alla loro unione.

Sulle rive di quel lago, i loro cuori si trasformarono in Marimo, così da poter vivere insieme felici e contenti, amandosi per sempre.

La longevità della vita di quest’alga, arriva anche ad avere 200 anni, e la sua lenta crescita costante, 5 mm ogni anno, rappresentano il legame tra mitologia e simbologia del Marimo, che rappresenta l’amore eterno, come sentimento d’affetto profondo, duraturo e autentico.

Per questo motivo il Marimo è il regalo ideale per celebrare amicizie di vecchia data, per genitori o nonni, per battesimi o matrimoni. Portafortuna per l’inizio di un nuovo percorso di vita, è perfetto anche come pensiero per una laurea o per inaugurare una casa nuova.

Marimo Matsuri Festival

Fin dalla loro scoperta, le palline di Marimo hanno affascinato tutto il mondo.

Tale sentimento è poi diventato fonte di enormi problemi, in quanto si verificarono un’incontrollata vendita e un accanito prelievo di Marimo senza minimamente considerare i lunghi tempi necessari all’alga per ricostituirsi.

30 anni dopo dall’inizio di questo sfrenato commercio, le persone iniziarono a comprendere l’entità del danno che stavano provocando.

Così molti, mossi da un atto di incredibile gentilezza, decisero di riportare il proprio Marimo al lago Akan.

Da quel momento, il popolo Ainu, particolarmente legato alla tradizione di quest’alga, decise di ospitare un festival per celebrare il ritorno a casa il 7 ottobre 1950.

Iniziò in questo modo il Marimo Matsuri Festival, un’occasione per onorare la natura e per insegnare a rispettarla e a conservarla.
Una manifestazione che perdura ancora oggi e comprende tre giorni di ottobre, durante i quali si svolgono diverse cerimonie e danze tradizionali; e si tengono numerose discussioni sull’importanza della conservazione.

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Come prendersene cura

Per prendersi cura del Marimo non è necessario avere un pollice verde eccellente.

La procedura è piuttosto semplice, anche se richiede costanza per alcuni passaggi fondamentali per avere un’alga palla in buona salute.
Innanzitutto bisogna pensare all’irrigazione.

Ogni 10 giorni circa l’acqua deve essere cambiata.

Si utilizza rigorosamente acqua dolce perché contiene tutti gli elementi e i sali minerali di cui si nutre il Marimo.

Più cambi dell’acqua si effettuano, più la piccola sfera verde cresce.

Ogni tanto è divertente aggiungere dell’acqua frizzante nel barattolo cosicché l’alga, trasformando l’anidride carbonica in ossigeno, possa effettuare la sua magia producendo nuove bollicine ed esibendosi in ulteriori rotazioni. Inoltre, la temperatura non deve superare i 23 gradi.

È importante anche l’illuminazione: l’alga è abituata al buio dei fondali dei laghi, ma non deve essere esposta ai raggi diretti del sole.

Bisogna controllare la colorazione del Marimo. Se è verde, significa che è in buona salute. Ma qualora si presentino sfumature di giallo/grigio, sarebbe soggetto a uno stato di sofferenza, causato probabilmente da una temperatura troppo elevata.

Infine, si consiglia di non inserire il Marimo in un acquario, in quanto i pesci lo divorerebbero in un attimo; e di utilizzare un barattolo non troppo piccolo per contenerlo, perché non è una pianta in miniatura e ha quindi bisogno di spazio per espandersi.

Detto questo, siate responsabili e divertitevi a prendervi cura del vostro piccolo Marimo!

[Immagine di copertina da Flickr @travelingotter]

Marimo, l’alga palla giapponese tra leggenda e design ultima modifica: 2021-12-14T13:49:03+01:00 da Beatrice Spagnolo

Beatrice Spagnolo, studentessa presso il dipartimento di Scienze della comunicazione. Ha conseguito la maturità classica presso il Liceo Classico Vittorio Alfieri di Torino. Curiosa e puntuale. Appassionata di storie e racconti. Ama il cinema e la musica. Viaggiare è la sua passione.

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