Seiryu Miharashi Eki, la stazione giapponese fantasma ci ricorda l’importanza di fermarsi e ammirare la natura

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Seiryu Miharashi Eki, la stazione giapponese fantasma ci ricorda l’importanza di fermarsi e ammirare la natura ultima modifica: 2019-05-06T08:00:25+02:00 da Valentina Tibaldi
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Si chiama Seiryu Miharashi Eki ed è una stazione giapponese senza entrata e senza uscita. Niente biglietteria, niente negozi, niente bar. Il treno si ferma in mezzo al nulla. Si scende, ma non ci si può recare da nessuna parte e, per andarsene, occorre aspettare il convoglio successivo. In più, non c’è niente da fare: nessun paese, nessuna attrazione turistica nelle vicinanze. E quindi, di cosa si tratta? Di uno scherzo ai danni di sprovveduti, confusi viaggiatori? Ebbene, no. Piuttosto, di un monito. Per ricordare a chi usufruisce della tratta ferroviaria l’importanza di fermarsi, tanto dal punto di vista fisico quanto dal punto di vista mentale.

La stazione giapponese fantasma, una piattaforma con vista sul fiume

Siamo nel sud del Giappone, alla base di una montagna nella prefettura di Yamaguchi. Da un lato, c’è il fiume Nishiki. Dall’altro, la fitta vegetazione. Seiryu Miharashi Eki significa letteralmente “piattaforma di vista del fiume” e, se ci si trova su quella banchina di cemento, non si può fare altro che lasciar vagare lo sguardo e contemplare la natura incontaminata.

Seiryu Miharashi Eki @Kamogawa Railway

Si è, così, forzati a prendersi una pausa dalla routine quotidiana per dedicare del tempo a osservare. Ed ecco che, improvvisamente, quella che sembrava una folle stazione fantasma assume i contorni dell’opportunità. Per ritagliarsi del tempo, pensare, riflettere, rimettersi in pace con il mondo e combattere -così, semplicemente- il flagello dello stress.

Seiryu Miharashi Eki, l’importanza di fermarsi

Il problema di una routine lavorativa estremamente frenetica e inumana è un tema che, se comune a tutte le società orientate al capitalismo, in Giappone è particolarmente sentito. Nella cultura nipponica esiste il termine “karoshi”, coniato per indicare i dipendenti che commettono suicidio o soffrono di insufficienza cardiaca e ictus a causa di lunghi ed estenuanti orari di lavoro.

Un’analisi del 2016- diffusa dal governo di Tokyo- ha preso in esame i casi di karoshi e le loro cause. Grazie a un sondaggio su 10.000 lavoratori giapponesi, lo studio ha evidenziato che circa il 23% delle persone lavora almeno 80 ore di straordinari al mese. E la metà di tutti gli intervistati ha dichiarato di non prendere vacanze pagate.

frenesia giappone

In questo senso, la stazione di Seiryu Miharashi Eki- inaugurata lo scorso 17 marzo- assume un significato ancora più importante. Decidere di scendere a questa stazione significa, infatti, scegliere di ribellarsi alla frenesia della vita di tutti i giorni attingendo alla bellezza dell’ambiente. Significa tornare a respirare, almeno per un po’, godendo dello scroscio dell’acqua o del vento fra gli alberi e sulla pelle. Significa riconoscere che, al di là dei valori che impongono di correre a perdifiato verso il profitto, c’è dell’altro. Un altra maniera di vivere, un’altra prospettiva: più amichevole, più umana, più lenta e decisamente più connessa con i ritmi naturali.

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Lettrice accanita e scrittrice compulsiva, trova in campo ambientale il giusto habitat per dare libero sfogo alla sua ingombrante vena idealista. Sulla carta è laureata in Lingue e specializzata in Comunicazione per la Sostenibilità, nella vita quotidiana è una rompiscatole universalmente riconosciuta in materia di buone pratiche ed etica ambientale. Ha un sogno nel cassetto e nella valigia, già pronta sull’uscio per ogni evenienza: vivere di scrittura guardando il mare.

2 Commenti

  1. Non dimentichiamo, che siamo nel Giappone: gli Giapponesi che scendono del treno in quella stagione vorranno non soltanto «ritagliarsi del tempo, pensare, riflettere, rimettersi in pace con il mondo e combattere -così, semplicemente- il flagello dello stress» — ma anche fotografiare il panorama: di qui, di qua, di tutti lati.

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