Il ruolo degli alberi vetusti per la biodiversità

Alberi vetusti, un aiuto per le specie in via d’estinzione

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Alberi vetusti, un aiuto per le specie in via d’estinzione ultima modifica: 2024-04-24T00:07:40+02:00 da Evelyn Baleani
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Uno studio conferma l’importanza cruciale degli alberi vetusti per proteggere la biodiversità

Il recente lavoro Ancient trees are essential elements for high-mountain forest conservation: Linking the longevity of trees to their ecological function, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences USA (PNAS) da Sergi Munné-Bosch e Ot Pasques dell’Universitat de Barcelona evidenzia il ruolo fondamentale degli alberi vetusti, ovvero i più antichi delle foreste di alta montagna per la conservazione della biodiversità. Gli autori sottolineano che questi giganti arborei contribuiscono a prevenire l’estinzione delle specie minacciate. La ragione? Offrono un ambiente vitale per la sopravvivenza di organismi indispensabili per l’ambiente naturale.

Il ruolo degli alberi vetusti per la biodiversità

Come rileva lo studio, «preservare gli alberi più vecchi sarà essenziale per proteggere la biodiversità negli ecosistemi forestali, che sono sempre più colpiti dall’impatto del cambiamento globale».

È il caso del lichene lupo, specie arborea minacciata d’estinzione in tutta l’Europa, con una distribuzione molto limitata, prevalente nelle foreste mature. Scientificamente noto come “Letharia vulpina”, l’albero contiene la tossina Acido vulpinico, relativamente pericolosa per i mammiferi che mangiano carne, oltre che per insetti e molluschi. A prescindere da questa  caratteristica, il lichene lupo svolge funzioni ecologiche strategiche negli ecosistemi, contribuendo al mantenimento della stabilità ambientale.

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Ora gli autori dello studio hanno scoperto che la presenza di questo lichene nei Pirenei è associata agli alberi più alti, in particolare al pino nero (Pinus uncinata).

«Questi alberi secolari si trovano nei luoghi più isolati, crescono su rocce con pochissimo substrato e presentano caratteristiche uniche per struttura e composizione. Nello specifico, il pino nero può vivere anche più di un millennio e il suo decadimento sarebbe il fattore più importante che facilita la presenza dei licheni». È quanto riferisce il professor Sergi Munné-Bosch, citato come uno degli esperti più influenti al mondo nella lista 2023 di Clarivate Analytics, divisione scientifica della Thomson Reuters.

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La longevità straordinaria del Pinus uncinata è attribuita alla capacità di adattarsi a condizioni ambientali estreme, alla crescita modulare e alla tolleranza allo stress. Questi attributi gli consentono di essere resiliente nel tempo e di offrire un habitat stabile per una varietà di organismi, favorendo la conservazione della biodiversità.

Un patrimonio in pericolo

Il ruolo cruciale degli alberi vetusti è ormai confermato. Tuttavia, questi giganti delle foreste sono minacciati dall’attività umana, in particolare dalla deforestazione. Proteggere gli alberi più vecchi diventa quindi un obiettivo cruciale non solo per la sopravvivenza delle singole specie, ma per l’intero ecosistema.

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Solo con un profondo rispetto per tutte le forme di vita possiamo preservare la straordinaria longevità di questi esseri viventi, assicurando così la conservazione della biodiversità come la conosciamo oggi. La strada da percorrere è difficoltosa ma attraverso lo sviluppo di una intelligenza ecologica condivisa, la meta è raggiungibile.

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Digital Specialist e Giornalista pubblicista. Si occupa di contenuti per i media (TV e Web) dal 2000. Dopo aver lavorato per alcuni anni in redazioni di società di produzione televisiva e Web Agency, ha deciso di spiccare il volo con un’attività tutta sua. Le sue più grandi passioni oltre l'ambiente? Il Web, la scrittura e la Spagna.

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