Campioni olimpici, accademici e ambientalisti chiedono agli organizzatori di Parigi 2024 di rimuovere il foie gras dal menù: crudeltà disumana verso oche e anatre, mancanza di sostenibilità per la sua produzione, rischi per la salute
Foie gras nel menù delle Olimpiadi: atleti, accademici e ambientalisti chiedono agli organizzatori di rimuovere l’alimento per nulla crulety-free
La storia ci insegna che i Giochi Olimpici trasmettono un messaggio di pace, rispetto, miglioramento di sé. Valori che rappresentano le basi di una società che si oppone a ogni forma di violenza, incluso il male commesso nei confronti degli animali, esseri senzienti indifesi, troppe volte vittime di ferocie inenarrabili.
Partendo da simili presupposti, Animal Equality ha lanciato una petizione globale per chiedere al Comitato olimpico di eliminare dal menù delle Olimpiadi 2024 il foie gras prodotto attraverso l’alimentazione forzata.
L’iniziativa ha raccolto in pochi giorni oltre 45.000 firme. Ha fatto seguito una lettera aperta agli organizzatori dell’evento, a cui hanno aderito decine di atleti, accademici e ambientalisti.
La lettera di sollecitazione per eliminare il foie gras dal menù di Parigi 2024
Gli organizzatori dei Giochi olimpici di quest’anno hanno pensato di rendere il 60% del menù dell’evento a base vegetale. Una decisione sensata, in linea con gli sforzi che si stanno compiendo per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, previsti nell’Agenda 2030.
Gli attivisti di Animal Equality hanno perciò intravisto un controsenso nella scelta di inserire il foie gras nei pacchetti di accoglienza premium dell’evento.
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Da qui è scaturita l’iniziativa di inviare una lettera di sollecitazione ai principali membri del Comitato olimpico internazionale. Veterinari, esperti e ricercatori universitari specializzati in malattie infettive, salute pubblica, comportamento animale e sistemi alimentari si sono affiancati all’Associazione per esprimere le proprie preoccupazioni sull’impatto che il foie gras prodotto con l’alimentazione forzata induce sul benessere di anatre e oche, sull’ambiente e sulla salute umana.
Tra i firmatari che hanno dimostrato sostegno alla campagna, sono presenti l’ambientalista e presentatore TV della BBC Chris Packham, il tennista neozelandese e campione olimpico Marcus Daniell, l’ex ciclista americana e medaglia d’argento olimpica Dotsie Bausch.
Una vita breve e dolorosa
Il foie gras prodotto con l’alimentazione forzata provoca un dolore inimmaginabile ad anatre e oche, tanto da essere considerato fuori legge in molti Paesi, come l’Italia, l’Austria, la Croazia, la Danimarca, la Finlandia, la Germania, la Repubblica Ceca, il Lussemburgo, la Norvegia, la Polonia e il Regno Unito
Gli esemplari destinati alla produzione di foie gras subiscono l’alimentazione forzata fino a 63 volte nel corso della vita, una pratica che causa un estremo dolore fisico e psicologico, portando il loro fegato a sviluppare la Steatosi epatica. Un paradosso, insomma. Si arriva al punto di indurre una malattia, per rendere il fegato di questi animali più “appetitoso” per il palato umano.
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Quando il fegato di anatre e oche raggiunge dimensioni eccessive, si passa alla macellazione. La durata della vita di questi uccelli nell’industria del foie gras è estremamente breve: le anatre vivono solo il 3-5% del loro tempo naturale, le oche appena il 2-3%.
I sostenitori della petizione ritengono che il Comitato organizzatore di Parigi 2024 stia facendo passare il messaggio che “è possibile accettare un trattamento innegabilmente crudele perpetrato a danno degli animali a fronte di un pagamento”.
L’insostenibilità ambientale del foie gras
Accanto alle sofferenze di anatre e oche, l’industria del foie gras esercita una pressione eccessiva sulle risorse ambientali. L’alimentazione forzata di questi animali richiede abbondanti quantità di mais, l’utilizzo di acqua e fertilizzanti sintetici che contribuiscono alla riduzione e all’impoverimento della biodiversità, dei nutrienti del suolo, della qualità degli ecosistemi, incrementando nel contempo le emissioni di gas serra.
L’impatto sulla salute umana
Il foie gras suscita preoccupazioni anche sul fronte della salute, essendo ricco di grassi saturi e colesterolo, che contribuiscono allo sviluppo di obesità, diabete e malattie cardiache.
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Negli ultimi anni, gli allevamenti di foie gras in Francia sono stati devastati da epidemie mortali di influenza aviaria, sollevando preoccupazioni sull’impatto che la produzione di questo cibo può avere sulla salute pubblica globale.
Un quadro sconcertante che motiva a riflettere con lungimiranza. L’appello lanciato in questi giorni va esteso oltre l’evento olimpico. L’industria del foie gras è crudele, insostenibile, insalubre. Deve essere abolita al più presto.
