Gufi e anatre al posto dei pesticidi, a scacciare i parassiti ci pensa la natura

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Gufi e anatre al posto dei pesticidi, a scacciare i parassiti ci pensa la natura ultima modifica: 2018-05-08T08:00:37+02:00 da Valentina Tibaldi
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L’agricoltura intensiva ci ha drammaticamente abituato all’uso dei pesticidi. Così, pratiche sostenibili che solo alcuni decenni fa erano naturali (in tutti i sensi) sono a lungo cadute in disuso: insetti utili al benessere delle colture, fiori capaci di attirare insetti predatori di afidi, animali che aiutano a tenere lontani i parassiti. Finalmente, vuoi perché i danni che la chimica è in grado di causare a uomini e ambiente sono ormai sotto gli occhi di tutti, vuoi per una crescente domanda di biologico, da più parti si sta facendo un passo indietro. E si guarda alla natura per cercare alleati vecchi e nuovi. Ne risultano belle realtà e belle storie, replicabili e adattabili alle varie aree del mondo.

Gufi in Medio Oriente per salvare le colture dai roditori

In Medio Oriente, un team di gufi e barbagianni è stato assoldato per combattere l’invasione di roditori nelle colture. Il progetto è nato nel 1982. In quell’anno alcuni barbagianni provenienti dallo zoo di Tel Aviv, in Israele, furono per la prima volta destinati dall’ornitologo Yossi Leshem a questo importante compito.

pesticidi barbagianni predatore

Gli agricoltori in diverse zone del Paese stavano accusando un ingente danno a causa del dilagare dei roditori, che stavano combattendo con un massiccio ricorso a pesticidi chimici. Una volta tentato, non si tardò molto a comprendere che l’utilizzo dei rapaci, predatori di ratti, fosse una soluzione efficace che oltretutto non comportava danni all’ecosistema.

Gli unici a rischiare erano proprio questi uccelli che, incuranti dei confini di stato, estendevano la loro area di caccia in zone in cui si utilizzavano ancora dei pesticidi dannosi per la loro salute.

Di qui un risvolto ulteriore che, in queste aree di conflitti perenni, assume i contorni di una missione di pace. Il danno alla comunità dei rapaci “lavoratori”, infatti, ha costretto studiosi e agricoltori di Paesi diversi (e spesso in conflitto fra loro) a un dialogo per individuare insieme le soluzioni migliori al problema dei roditori.

Gli uccelli hanno il potere di unire le persone, perché non conoscono confini” ha dichiarato Leshem. Il risultato? Il sistema della lotta ai ratti tramite l’utilizzo di squadre di rapaci è ora largamente utilizzato in Medio Oriente. E non solo.

Il progetto si espande

Nonostante alcune non trascurabili difficoltà iniziali, negli ultimi 15 anni il progetto si è esteso all’intera Beit Shean Valley. Copre ora una superficie totale di circa 16.000 ettari.

Lo scorso gennaio, ricercatori dei Paesi del Medio Oriente, del Mediterraneo e del Nord Africa si sono incontrati in Giordania per vedere i rapaci in azione sul campo e discutere di soluzioni similari in Egitto, Cipro, Grecia, Tunisia e Marocco.

Anatre in Giappone per contrastare i parassiti senza pesticidi

In Giappone lo chiamano Aigamo, e ha origini antichissime. Si tratta di un metodo di agricoltura biologica nato proprio nel Paese del Sol Levante. Consiste nell’allevare anatre nelle risaie per contrastare la presenza dei parassiti delle colture.

pesticidi risaia giappone

Tornato ad essere praticato negli anni Ottanta grazie all’opera del contadino Takao Furuno, consente di rinunciare del tutto all’uso di pesticidi chimici. Lasciate libere di nuotare, infatti, le anatre si nutrono degli insetti dannosi, dei semi delle erbe infestanti e delle erbacce stesse, lasciando intatta la pianta del riso. Il compito di concimare, inoltre, è affidato agli escrementi degli animali.

Per la sua efficacia, il metodo Aigamo si sta diffondendo dal Giappone ad altre parti del mondo. Capofila Sudafrica e Francia.

pesticidi- anatre

Unico, ma grande neo di una tecnica estremamente sostenibile, è che a fine incarico le anatre vengono destinate all‘alimentazione. Un trattamento poco rispettoso e riconoscente nei confronti di animali che rendono agli agricoltori un servizio impareggiabile. Purtroppo, si sa, la gratitudine nei confronti della Natura non è fra le maggiori virtù dell’uomo.

Fonti: Nature, World Economic Forum

Gufi e anatre al posto dei pesticidi, a scacciare i parassiti ci pensa la natura ultima modifica: 2018-05-08T08:00:37+02:00 da Valentina Tibaldi
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Lettrice accanita e scrittrice compulsiva, trova in campo ambientale il giusto habitat per dare libero sfogo alla sua ingombrante vena idealista. Sulla carta è laureata in Lingue e specializzata in Comunicazione per la Sostenibilità, nella vita quotidiana è una rompiscatole universalmente riconosciuta in materia di buone pratiche ed etica ambientale. Ha un sogno nel cassetto e nella valigia, già pronta sull’uscio per ogni evenienza: vivere di scrittura guardando il mare.

3 Commenti

  1. L’articolo è davvero molto interessante ma non ho capito per quale motivo l’uso di mangiare le anatre non rientri nel processo di sostenibilità. Credo che sia molto più sostenibile mangiare gli animali della propria fattoria piuttosto che comprare carne di allevamenti intensivi.

  2. Rachele …. mi hai tolto le parole di bocca!!!
    Concordo con il tuo commento!
    Se è vero che “in natura nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”, il contadino giapponese c’è arrivato!!

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