Parco nazionale del Matese

Il Parco nazionale del Matese è finalmente realtà

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Il Parco nazionale del Matese è finalmente realtà ultima modifica: 2025-05-21T00:01:49+02:00 da Marco Grilli
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Il Parco nazionale del Matese, il 25° in Italia, è stato ufficialmente costituito dopo un lungo iter e si estende per oltre 87mila ettari tra Campania e Molise

Lo scorso 22 aprile, in occasione della Giornata della Terra, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha finalmente firmato il decreto per l’istituzione del Parco nazionale del Matese. Questa nuova area protetta di 87.897,7 ettari che tocca Campania e Molise è diventata così ufficialmente il 25° Parco nazionale italiano.

Il decreto ha individuato la perimetrazione, la zonizzazione e le misure di salvaguardia del parco. Il percorso per giungere a questo importante traguardo è stato però lungo e tortuoso ed il provvedimento ministeriale è arrivato solo dopo l’intervento della magistratura amministrativa, in ottemperanza dunque alla pronuncia del TAR del Lazio dell’ottobre 2024.

Per il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (MASE) si è trattato di un proficuo lavoro di concertazione che ha coinvolto pure l’Istituto superiore per la protezione ambientale (ISPRA), 52 amministrazioni comunali, quattro provinciali e due regioni. Con questo provvedimento è stato così ampliato il vecchio parco regionale, che si estendeva sul versante campano su una superficie di oltre 33mila ettari ed era entrato in funzione solamente nel 2002, in conseguenza della mancata approvazione delle norme attuative della legge regionale.

La legge istitutiva di questo nuovo parco nazionale, risalente invece addirittura al dicembre 2017, era stata emanata dopo anni di discussioni sulla perimetrazione e le norme di salvaguardia.

Il commento del MASE

Nove anni dopo l’istituzione dell’ultimo Parco nazionale, quello dell’Isola di Pantelleria nel 2016, anche il Matese è divenuto finalmente realtà. La firma sul decreto, secondo il ministro Pichetto Fratin, “afferma in concreto il valore della biodiversità del nostro Paese: il Matese è uno scrigno di natura e cultura, che entra formalmente nella lista dei Parchi nazionali, aprendosi a una visione di sviluppo nuova che vogliamo costruire con la forte condivisione di istituzioni e comunità locali”.

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Da oggi il territorio acquisirà una visibilità nazionale e il trasferimento di notevoli risorse, al fine di rendere il Parco anche un’occasione, tra le altre cose, di rilancio turistico.  Il Mase, con il nuovo Governo, ha costituito l’Area marina protetta di Capospartivento, il Parco Ambientale di Orbetello e adesso il Parco Nazionale del Matese, a dimostrazione che esiste una strategia e una visione precisa sullo sviluppo delle aree da tutelare, pur nel convincimento che fra l’uomo e il territorio occorra consolidare un equilibrio che sappia preservare sia la natura che lo sviluppo”, ha ribattuto Claudio Barbaro, il sottosegretario del MASE con delega alla aree protette.

La posizione degli ambientalisti

Per quanto riguarda le organizzazioni ambientaliste, il WWF ribadisce che è stato un peccato che la politica abbia dovuto aspettare la magistratura e si riserva di verificare nel dettaglio le disposizioni e la perimetrazione contenute nel decreto. Nonostante ciò saluta con favore questo importante provvedimento “non solo per le valenze ambientali del territorio che verrà tutelato. Un territorio ricco di cascate e di foreste, di praterie di alta quota e zone agricole ad alta biodiversità. Oltre che di importanti siti storici (es. il sito archeologico di Saepinum), ma anche quale fondamentale elemento di connessione ecologica tra i Parchi abruzzesi e quelli dell’Appennino meridionale, crocevia unico per innumerevoli specie di flora e fauna. Senza dimenticare il ruolo da serbatoio idrico per intere regioni”. 

Con l’istituzione del Parco nazionale del Matese, per il WWF l’Italia compie un passo in avanti verso l’obiettivo di tutelare il 30% della superficie terrestre e di quella marittima entro il 2030, ovvero il target previsto dalle strategie internazionali sulla biodiversità.

L’organizzazione del panda si è detta inoltre orgogliosa di mettere a disposizione del nuovo parco l’Oasi WWF di Guardiaregia-Campochiaro, istituita nel 1997 nel versante molisano e Riserva naturale regionale dal 2010. Con i suoi oltre tremila ettari è la seconda Oasi WWF per estensione in Italia e può vantare tutta una serie di strutture (centri visita, area faunistica, sentieri natura), oltre a competenze in attività educative, che potranno essere sicuramente utili per supportare l’avvio del nuovo parco nazionale.

Dopo il raggiungimento di questo importante obiettivo, l’auspicio del WWF è che il MASE non attenda ulteriori pronunce della magistratura per quanto riguarda le altre aree protette ancora in attesa di diventare parchi nazionali, quali quelle della Costa Teatina, dei Monti Iblei, delle Isole Eolie e delle Isole Egadi, senza dimenticare anche le numerose aree marine in stand-by. “Sono passaggi indispensabili se davvero si vuole raggiungere, a beneficio di tutti, l’obiettivo di 30% del territorio italiano tutelato, così come previsto dalla Strategia europea (e recepito anche da quella italiana) per la biodiversità”, commenta il WWF.

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Da sempre in prima fila per l’istituzione del parco è stata pure Legambiente, che già in passato aveva lanciato la campagna #bastafakenews per informare la cittadinanza e smontare punto per punto quelle che erano ritenute le falsità circolanti sull’area protetta.

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Già in occasione dell’audizione tenutasi lo scorso 24 febbraio presso la biblioteca del Consiglio regionale del Molise, i rappresentanti del cigno verde avevano illustrato alcune migliorie per la zonizzazione del parco e ribadito la posizione dell’associazione. “In oltre 100 anni di esperienza i Parchi nazionali italiani non hanno portato alla chiusura di nessuna azienda e nessuna impresa è stata costretta con la forza a continuare a operare sul territorio protetto, anzi le oltre 300mila imprese censite nelle aree protette italiane hanno potuto sfruttare tutti i vantaggi offerti da un ambiente sano e dalle opportunità finanziarie garantite per le are protette. Gli unici a temere l’istituzione del Parco sono coloro che pensano di utilizzare il territorio e le risorse naturali della collettività a fini personali e puntano a creare confusione alimentando fake news nell’opinione pubblica e tra i cittadini matesini”, le parole di Antonio Nicoletti, il responsabile aree protette di Legambiente, presente all’audizione insieme ad Andrea De Marco, presidente di Legambiente Molise.

“Gli allevatori, gli agricoltori, i boscaioli, i raccoglitori di funghi e tartufi, gli operatori turistici e chi vive e opera nel territorio rispettando le regole proposte dal Parco nazionale non avranno nessun problema a continuare con le loro attività legittime perché il Parco non aggiungerà nessun’altra regola a quelle già vigenti nel territorio sulla base delle direttive comunitarie, le normative regionali e quelle urbanistiche comunali. Come avviene in tutta Italia fin dal 1991, anche nel Matese saranno rispettate le stesse regole vigenti in tutti gli altri Parchi nazionali e che derivano dall’applicazione della legge 394 che, ad esempio, garantisce di usufruire di misure ad hoc quali ad esempio indennizzi per i danni da fauna più rapidi rispetto a quelli delle aziende che stanno fuori dal parco, promozione dei prodotti agricoli con il marchio del parco e tutte le azioni individuate nelle misure di salvaguardia”, aveva ribattuto Nicoletti.

In seguito alla firma sul decreto, Nicoletti, De Marco e Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania, hanno espresso la loro gioia per quello che è stato considerato “l’ultimo tassello alla tutela della biodiversità in Appennino. “È il giusto riconoscimento ad almeno tre generazioni di legambientini, di ambientalisti e amanti del territorio all’impegno profuso per la tutela del massiccio matesino. È servita una dura vertenza negli ultimi sette anni per ottenere un risultato voluto dalla maggioranza dei matesini che hanno dovuto subire ritardi incomprensibili che sono costate perdita di opportunità e degrado del territorio. Ma finalmente il destino del Parco nazionale del Matese, l’area protetta che unisce i due versanti del massiccio, si compie nell’anno che si festeggiano i trenta anni di cinque Parchi nazionali e del Progetto APE – Appennino Parco d’Europa. Questa nuova area protetta che nasce nella Giornata mondiale della Terra la dedichiamo alla memoria di Papa Francesco, il più importante messaggero di pace e ostinato difensore della natura che ha operato nell’ultimo decennio per salvare il Pianeta e combattere la crisi climatica”, le loro parole.

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Il Parco nazionale del Matese è pronto ad ospitare turisti e visitatori, mettendo a disposizione la più vasta offerta grazie alle sue meraviglie, quali il lago del Matese, le grotte del Lete, i borghi medioevali, i siti paleontologici, gli antichi boschi e le Oasi, i comprensori sciistici ed i numerosi percorsi trekking. Un’idea in più per le vacanze estive che si avvicinano, con la speranza che le altre aree protette in attesa possano affrontare iter meno lunghi e complessi di quello riguardante il Matese per diventare parchi nazionali.

[Credits foto: Mario Merola su parcoregionaledelmatese.it]

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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