Laudate Deum Papa Francesco

Laudate Deum, il grido di Papa Francesco per la lotta alla crisi climatica

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Laudate Deum, il grido di Papa Francesco per la lotta alla crisi climatica ultima modifica: 2023-10-09T07:37:47+02:00 da Marco Grilli
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Laudate Deum è l’esortazione apostolica di Papa Francesco sulla crisi climatica rivolta a tutte le persone di buona volontà

Otto anni dopo la Lettera enciclica Laudato sì, Papa Francesco torna ad esprimere le preoccupazioni per la nostra casa comune con l’esortazione apostolica Laudate Deum, pubblicata volutamente il 4 ottobre in occasione della festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia ma anche degli animali e dell’ambiente.

Il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura. Al di là di questa possibilità, non c’è dubbio che l’impatto del cambiamento climatico danneggerà sempre più la vita di molte persone e famiglie. Ne sentiremo gli effetti in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti”.

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Va diritto al nocciolo di “un problema sociale globale che è intimamente legato alla dignità umana Papa Francesco, quanto mai deciso a far sentire la sua voce al cospetto del mondo, affinché l’umanità capisca finalmente la portata di questa grave urgenza troppo spesso sottovalutata, negata o trascurata a causa del prevalere della logica del profitto.

La crisi climatica globale

Il Santo Padre non usa mezzi termini nel descrivere il cambiamento climatico a livello globale indotto dall’uomo, invitando a ripudiare qualsiasi negazionismo di fronte agli indubitabili eventi estremi sempre più intensi e frequenti. “Se fino ad ora potevamo avere ondate di calore alcune volte all’anno, cosa accadrebbe con un aumento della temperatura globale di 1,5 gradi centigradi, a cui siamo vicini? Tali ondate di calore saranno molto più frequenti e più intense. Se si superano i 2 gradi, le calotte glaciali della Groenlandia e di gran parte dell’Antartide si scioglieranno completamente”, si legge nell’esortazione apostolica, che fa capire quanto sia importante cercare di rispettare gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi.

Nel combattere il negazionismo, Papa Francesco evidenzia un elemento che sfugge a questi critici, ovvero che stiamo assistendo ad “un’insolita accelerazione del riscaldamento, con una velocità tale che basta una sola generazione – non secoli o millenni – per accorgersene. Linnalzamento del livello del mare e lo scioglimento dei ghiacciai possono essere facilmente percepiti da una persona nell’arco della sua vita, e probabilmente tra pochi anni molte popolazioni dovranno spostare le loro case a causa di questi eventi”.

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Tutto può essere riallacciato alla stessa causa, “lo squilibrio globale causato dal riscaldamento del pianeta”. Un evento globale, quindi, da non confondersi con episodi transitori e mutevoli spiegati da fattori locali, particolarmente iniquo perché colpisce maggiormente le persone più povere ed i Paesi meno inquinanti.

La riduzione dell’uso di combustibili fossili non porterà alla riduzione dei posti di lavoro, ribadisce il Papa, perché “ciò che sta accadendo è che milioni di persone perdono il lavoro a causa delle varie conseguenze del cambiamento climatico”, mentre la transizione energetica verso le fonti rinnovabili è “in grado di generare innumerevoli posti di lavoro in diversi settori. Per questo è necessario che i politici e gli imprenditori se ne occupino subito”.

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In modo molto dettagliato e con costanti riferimenti agli studi scientifici, la Laudate Deum spiega l’origine antropica del cambiamento climatico, che non può più essere messa in dubbio. A ribadirla sono infatti alcuni dati inconfutabili derivati dalla rivoluzione industriale della seconda metà dell’Ottocento e dal modello di sviluppo moderno, quali il massimo storico dell’anidride carbonica in atmosfera (423 parti per milione nel giugno 2023) e l’aumento ad una velocità inedita della temperatura globale negli ultimi 50 anni (+0,15 gradi centigradi per decennio, il doppio rispetto agli ultimi 150 anni).

Non possiamo più dubitare che la ragione dell’insolita velocità di così pericolosi cambiamenti sia un fatto innegabile: gli enormi sviluppi connessi allo sfrenato intervento umano sulla natura negli ultimi due secoli”, scrive Papa Francesco, che si dichiara costretto a fare queste precisazioni anche “a causa di certe opinioni sprezzanti e irragionevoli che trovo anche all’interno della Chiesa cattolica”.

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Nella parte dedicata ai danni ed ai rischi della crisi climatica, l’esortazione pastorale si sofferma sulle manifestazioni che sono già irreversibili per almeno centinaia di anni, quali l’aumento della temperatura globale degli oceani, l’acidificazione e la riduzione dell’ossigeno o lo scioglimento dei poli. “Non possiamo più fermare gli enormi danni che abbiamo causato. Siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici”, ribadisce il Santo Padre, che ci invita ad assumere una visione più ampia, perché “tutto è collegato” e “nessuno si salva da solo”, come ha dimostrato la terribile pandemia che ci siamo lasciati alle spalle.

L’esortazione pastorale mette in guardia dal crescente paradigma tecnocratico, che distorce la realtà ed è considerato alla base dell’attuale processo di degrado ambientale. Si tratta di quella fede a priori nel potere della tecnologia e dell’economia, che conduce alle idee di un essere umano senza limiti e di una crescita infinita o illimitata. “Il problema più grande è l’ideologia che sottende un’ossessione: accrescere oltre ogni immaginazione il potere dell’uomo, per il quale la realtà non umana è una mera risorsa al suo servizio”, sottolinea il Papa.

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L’aumento di potere non corrisponde sempre ad un progresso per l’umanità, ce lo ricorda la storia con i suoi orrori, quando ad esempio la tecnologia è stata messa al servizio del male. Un rischio sempre presente, perché “l’immensa crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno sviluppo dell’essere umano per quanto riguarda la responsabilità, i valori e la coscienza, ricorda il Santo Padre.

L’esortazione apostolica rovescia il paradigma tecnocratico ed invita a pensare l’uomo come parte della natura ed il mondo che ci circonda non come un oggetto di sfruttamento sfrenato ed ambizione illimitata. Il superamento di questo paradigma non corrisponde dunque alla negazione dell’essere umano ma all’interazione dei sistemi naturali con quelli sociali.

La falsa informazione, il potere del denaro, la logica del massimo profitto al minimo costo e un’idea sbagliata di meritocrazia sono gli altri aspetti su cui si concentra la riflessione del Papa,  che invita ogni individuo a porre le domande di senso alla propria coscienza.

La debolezza della politica internazionale

La Laudate Deum insiste sulla necessità del multilateralismo, quindi di “organizzazioni mondiali più efficaci, dotate di autorità per assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei diritti umani fondamentali».

Organizzazioni che devono avere però una reale autorità per realizzare alcuni obiettivi irrinunciabili, per un multilateralismo finalmente stabile che non dipenda più dall’interesse di pochi o dalle circostanze politiche mutevoli. In sintesi, un multilateralismo etico e dal basso”, che si batta per il rispetto della dignità delle persone e per una maggiore democratizzazione nella sfera globale.

L’esortazione pastorale passa in rassegna anche le varie Conferenze sul clima, a partire da quella di Rio del 1992 fino COP27 di Sharm el-Sheikh (2022), rilevandone progressi e fallimenti.

È evidente che resti ancora molto da fare, “gli accordi hanno avuto un basso livello di attuazione perché non si sono stabiliti adeguati meccanismi di controllo, di verifica periodica e di sanzione delle inadempienze. I principi enunciati continuano a richiedere vie efficaci e agili di realizzazione pratica”, si legge nella Laudate Deum, che denuncia pure i limiti dei negoziati internazionali a causa del prevalere degli interessi nazionali sul bene comune globale, “quanti subiranno le conseguenze che noi tentiamo di dissimulare, ricorderanno questa mancanza di coscienza e di responsabilità”.

In vista della COP 28 di Dubai, il Papa invita a non cercare di risolvere ogni problema mondiale con soli interventi tecnici che rispondono ad un pragmatismo fatale e non considerano la connessione di tutti i vari aspetti nella realtà. Molto forti risultano pure le sue parole contro gli irresponsabili detrattori della crisi climatica, che la considerano solo come una questione ambientale, romantica, sostenuta da gruppi “radicalizzati”, ridicolizzandola spesso per interessi economici.

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Ogni famiglia dovrebbe invece pensare che la posta in palio è il futuro dei propri figli, e “se c’è un sincero interesse a far sì che la COP28 diventi storica, che ci onori e ci nobiliti come esseri umani, allora possiamo solo aspettarci delle forme vincolanti di transizione energetica che abbiano tre caratteristiche: che siano efficienti, che siano vincolanti e facilmente monitorabili. Questo al fine di avviare un nuovo processo che sia drastico, intenso e possa contare sull’impegno di tutti”, scrive il Papa.

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In conclusione, la Laudate Deum ripropone la consueta domanda ai potenti – “perché si vuole mantenere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo?” – ed invita a camminare in comunione e con responsabilità, poiché “non ci sono cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali, senza una maturazione del modo di vivere e delle convinzioni sociali, e non ci sono cambiamenti culturali senza cambiamenti nelle persone”.

[Credits foto: Annett Klingner, Pixabay]

Laudate Deum, il grido di Papa Francesco per la lotta alla crisi climatica ultima modifica: 2023-10-09T07:37:47+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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