Al Salone Internazionale del libro di Torino è stato presentato il volume “Non è la fine del mondo” della giovane scienziata Hannah Ritchie. Presenti gli Eugenio in Via Di Gioia, che hanno condiviso con il pubblico le loro impressioni e la loro visione del mondo ai tempi della crisi climatica.
Un bosco fra i libri, sotto alberi dalle alte fronde, avvolto da un delicato profumo di legna e resina. Lo scorso 9 maggio, il Bosco degli Scrittori allestito al Salone Internazionale del Libro ha fatto da contorno e palcoscenico per la presentazione del libro “Non è la fine del mondo”, di Hannah Ritchie. Presenti, Eugenio Cesaro e Paolo Di Gioia, rispettivamente voce/chitarrista e percussionista della band torinese Eugenio in Via di Gioia che, dialogando con la giornalista ambientale Giorgia Bollati, hanno commentato il volume, edito da Aboca.
Non è la fine del mondo
Negare la crisi climatica è ormai assurdo. La giovane scienziata inglese Hannah Ritchie, autrice e vicedirettrice di Our World in Data, propone tuttavia un approccio che evita la direzione del catastrofismo.
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Secondo la ricercatrice, è possibile affermare che i problemi ambientali sono enormi, ma anche in parte risolvibili. Se l’impatto umano è, infatti, cresciuto esponenzialmente, una lettura approfondita dei dati scientifici permette di intravedere risultati e opportunità insperate, resi possibili dalla ricerca e da un’accresciuta consapevolezza. A partire da questo assunto- sostiene Hannah Ritchie- resta importante cercare delle soluzioni, senza abbandonarsi alla rassegnazione.
Le riflessioni degli Eugenio in Via Di Gioia
Che la coscienza degli Eugenio in Via Di Gioia risuoni particolarmente con le tematiche ambientali non è un mistero. Musicisti con un background di studi in ecodesign, mostrano la loro sensibilità non solo nei testi nelle canzoni, ma anche in progetti ed iniziative orientati alla sostenibilità e alla presa di consapevolezza intorno alla crisi climatica. Significativa era stata, in questo senso, la scelta di realizzare nel 2022 una enorme scritta- Ti amo ancora- in cui destinatario del messaggio altri non era che il pianeta Terra.
Ti amo ancora, dedica degli Eugenio in Via Di Gioia alla Terra
Non stupisce, quindi, ritrovarli al Salone del Libro a discutere di ambiente. “Il libro è molto interessante per via del suo approccio” ha commentato Eugenio Cesaro. “Noi ovviamente parliamo come musicisti, attivisti nel nostro piccolo e interessati all’argomento. L’arte è veicolo di bellezza, nelle nostre canzoni raccontiamo spiragli di verità, con meraviglia. Ma anche nella bruttura c’è meraviglia”. E, riconnettendosi con la prospettiva ottimistica del libro: “Nella disperazione riemerge la paura, che alimenta polarizzazione di pensiero. Possiamo lamentarci tutto il giorno della vita, del Governo, di ciò che non va bene. Lamentandoci, ci concediamo di fare schifo. Se, invece, vediamo bellezza, possiamo tendere alla bellezza e attivarci“.
Dal canto suo, Paolo Di Gioia ha commentato: “Hannah Ritchie dice di se stessa di non essere catastrofista, pur non essendo negazionista. Il clima cambierà il mondo, sarà un mondo diverso. Noi (indicando se stesso e il suo collega Eugenio, NdR) eravamo nella dimensione catastrofista. Poi, andando avanti nella lettura, ci siamo accorti che l’autrice sfata dei falsi miti: l’essere umano ha agito e può agire, come è successo per il buco nell’ozono”.
Arte, musica e ambiente, quale relazione
Scrivere, cantare, fare musica. Come queste attività artistiche possono mettersi al servizio dell’ambiente? “Attraverso la musica e le azioni possiamo dare un senso” ha continuato Paolo. “Come quando, dopo la tempesta Vaia in Alto Adige, abbiamo aperto una raccolta fondi, donati per piantare 2000 alberi nel 2021. Anche se- lo sappiamo- è stato un piccolo gesto a fronte di una grande catastrofe”.
Eugenio in Via Di Gioia, storia di una giovane band nata nel segno della musica e dell’ambiente
“Io non credo nell’arte attivista, se ha un fine altro dall’arte è speculazione” ha precisato Eugenio. “Questi temi possono essere affrontati in modo razionale, mentre la musica si appella alla sfera emotiva. Parla alla pancia, all’istinto. Quello che noi cerchiamo di stimolare è più che altro il sentimento di accoglienza, di cura. Allo stesso tempo, ci vuole approfondimento in chi scrive e in chi ascolta, per evitare di essere sempre uguali a se stessi. Collezionare prospettive: tutti si odiano perché tutti sono convinti di vederci bene, mentre in realtà ognuno vive all’interno della propria bolla”.
Il ruolo del denaro
“Nel brano ‘Inizia a respirare’ cantiamo che ‘i soldi non esistono. Beh, li hai inventati tu’, sminuendone un po’ il ruolo. Al contrario, Hannah Ritchie invita a ringraziare la ricchezza, che può essere investita in ricerca e tecnologia” ha continuato la voce della band. “Da un lato, accolgo il suo punto di vista. D’altro canto, il denaro ha come rovescio della medaglia che crea disuguaglianza. Nel libro ci sono soluzioni per ridistribuire la ricchezza. Secondo me, i soldi si devono accompagnare all’etica, se no non servono a niente. Un capitalismo sobrio, che abbia come obiettivo la felicità dei singoli: non nel futuro, non nel passato, ma nel presente”.
[Immagine di copertina di Valentina Tibaldi]