Report Effetto Oasi WWF

Report Effetto Oasi WWF, 27mila ettari di territorio protetto

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Report Effetto Oasi WWF, 27mila ettari di territorio protetto ultima modifica: 2024-05-17T06:28:33+02:00 da Evelyn Baleani
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I numeri del Report WWF lanciato in concomitanza con il Mese delle Oasi

27mila ettari di territorio protetto, circa 100 Oasi, 350mila visitatori annui. Questi alcuni dei dati più significativi del recente Report “Effetto Oasi” realizzato dal WWF in occasione del Mese delle Oasi, in corso fino al 26 Maggio.

Un’onda costruttiva lunga 57 anni, con inizio nel 1967, data di creazione della prima Oasi a Burano in Toscana, a partire dalla quale si è sviluppato un sistema di aree protette articolato. Il primo in Italia messo in piedi da un’Associazione privata. Uno tra i primi in Europa, che utilizza nelle attività di gestione, fruizione e tutela, 150 persone e circa 500 volontari a diverso titolo.

I numeri del Report “Effetto Oasi”

L’idea di “Effetto Oasi” include altri numeri importanti. In primis, i 109 habitat mappati nelle aree protette dell’Associazione, di cui 27 definiti prioritari in ambito europeo. 378 sono  le attività di educazione ambientale realizzate nel 2023, 130 i progetti di conservazione in attivo, 80 le attività di creazione di nuovi habitat come zone umide, stagni e spazi per la salvaguardia degli impollinatori.

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Come puntualizza il WWF, le Oasi ospitano anche 10 centri di educazione ambientale e 8 Cras (Centri recupero Animali selvatici) che curano ogni anno oltre 8mila animali feriti o in difficoltà. Cifre specchio dell’impegno che l’Associazione ha dimostrato nel corso degli anni, realizzando attività di ampio spettro a protezione della natura: dalla ricerca scientifica ai progetti di ripristino naturale e di conservazione di specie e habitat, dall’educazione ambientale alla Citizen Science.

Il progetto di conservazione del WWF in Italia

La natura italiana è tra le più ricche in Europa, ma questa ricchezza oggi la stiamo perdendo sempre più rapidamente: il 50% delle specie di vertebrati in Italia è minacciato d’estinzione, il 52% delle specie di fauna protette dalla Direttiva Habitat mostra uno stato di conservazione inadeguato e quasi il 90% degli habitat tutelati versa in uno stato di conservazione inadeguato o sfavorevole. L’impegno e l’investimento del WWF con il sistema Oasi, nato più di 50 anni fa con l’azione di pionieri come Fulco Pratesi e altri illuminati precursori, che decisero di acquisire il lago costiero di Burano per farne la prima Oasi (1967), è divenuto oggi il più grande progetto di conservazione del WWF in Italia. Tutto ciò è stato possibile grazie a sinergie e collaborazioni con soggetti pubblici e privati, con i quali si è fatta rete, e all’insostituibile contributo dei volontari”, spiega Marco Galaverni, direttore Oasi Educazione e Attivazione WWF Italia.

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Le Oasi sono anche luoghi di aggregazione sociale, laboratori a cielo aperto, centri di sperimentazione di attività legate al benessere psicofisico, di formazione, di attività scientifica. Soprattutto, hanno giocato un ruolo cruciale nella conservazione di alcune specie simbolo, quali l’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), il cervo Sardo (Cervus elaphus corsicanus), la lontra (Lutra lutra).

Aree in cui la cultura si mescola sapientemente al rispetto per l’ambiente, tracciando la strada per un futuro sostenibile, di pacifica convivenza con il nostro Pianeta. Esperienze che ci auguriamo, vengano replicate non solo in Italia ma in tutta l’Europa.

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Digital Specialist e Giornalista pubblicista. Si occupa di contenuti per i media (TV e Web) dal 2000. Dopo aver lavorato per alcuni anni in redazioni di società di produzione televisiva e Web Agency, ha deciso di spiccare il volo con un’attività tutta sua. Le sue più grandi passioni oltre l'ambiente? Il Web, la scrittura e la Spagna.

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