La Convenzione di Minamata sul mercurio, ovvero l’accordo globale per proteggere l’ambiente e la salute umana da questa sostanza tossica, compie 10 anni
“Il mercurio è una sostanza chimica che suscita preoccupazioni a livello mondiale data la sua propagazione atmosferica a lunga distanza, la sua persistenza nell’ambiente una volta introdotto dall’uomo, la sua capacità di bioaccumulo negli ecosistemi e i suoi considerevoli impatti negativi sulla salute umana e l’ambiente”. Partiva da questo riconoscimento la Convenzione di Minamata sul mercurio, siglata il 10 ottobre 2013 e ad oggi ratificata da 125 Paesi, con l’obiettivo di proteggere la salute umana e l’ambiente dalle emissioni e dai rilasci antropogenici di questa sostanza tossica e dei suoi composti.
A dieci anni di distanza resta ancora molto da fare per limitare l’inquinamento da mercurio, ma i progressi sono comunque evidenti. L’accordo globale prevedeva l’eliminazione graduale dell’utilizzo e della commercializzazione del mercurio, il divieto di apertura di nuove miniere e la limitazione delle sue emissioni nell’ambiente. Oggi il commercio di mercurio sta rallentando, i produttori stanno trovando delle alternative valide per vari prodotti, mentre nell’opinione pubblica in generale la consapevolezza sulla sua pericolosità si è notevolmente accresciuta.
“L’uso del mercurio non è essenziale. Mentre andiamo avanti per scrivere la storia del mercurio, spero di vedere sempre più Paesi aderire alla Convenzione di Minamata”, ha dichiarato Monika Stankiewicz, segretaria esecutiva del Segretariato della Convenzione di Minamata.
I pericoli del mercurio
Unico metallo a presentarsi a temperatura ambiente sotto forma di liquido, mobilissimo e di color argenteo (da qui il nome di argento vivo), il mercurio è noto e utilizzato sin dall’antichità ed esiste in natura in forma metallica, inorganica ed organica.
Mercurio nella vita quotidiana: dove si trova, quali alternative
La sua tossicità è conosciuta da tempo ma ciò non ha frenato il suo largo impiego, ad esempio per la produzione di fitofarmaci, lampade, batterie, cosmetici, apparecchi di fisica (termometri, barometri, manometri ecc.) ed odontoiatrici.
La combustione del carbone a fini energetici è una delle principali fonti di mercurio, mentre la sostanza chimica è comunemente utilizzata nell’estrazione dell’oro su piccola scala – un settore in cui lavorano circa 20 milioni di persone nel mondo comprese donne e minori – tanto che le sue concentrazioni nell’atmosfera sono aumentate di circa il 450% rispetto ai livelli naturali.
Fortunatamente la produzione di mercurio sta decrescendo rapidamente dopo il picco toccato all’inizio degli anni Settanta, in virtù anche di un suo minore impiego nell’industria chimica ed in quella metallurgica. Nel generale trend di riduzione dei consumi e delle esportazioni, i principali Paesi produttori restano oggi Cina, Spagna, Kirghizistan, Algeria e Russia.
L’esposizione al mercurio può essere sia professionale che ambientale e le sue differenti forme provocano diversi effetti sulla salute. “Il mercurio metallico e il metilmercurio hanno come bersaglio principale il sistema nervoso centrale e periferico, mentre i sali inorganici di mercurio sono corrosivi per occhi e pelle e, se ingeriti, hanno effetti sul sistema gastrointestinale e possono provocare danni ai reni”, scrive l’Istituto superiore di Sanità.
L’ingestione di elevate quantità di metilmercurio provoca debolezza muscolare, paralisi alle mani ed ai piedi, danni alla vista, all’udito e difficoltà nell’articolazione delle parole, fino al disordine mentale, alla paralisi ed al coma nei casi più gravi. In generale, l’Organizzazione mondiale della Sanità inserisce il mercurio tra le dieci sostanze chimiche che causano maggiori preoccupazioni per gli effetti in grado di produrre nella popolazione esposta.
Il caso Minamata
Uno dei casi più eclatanti di esposizione al mercurio si ebbe nella città di Minamata, in Giappone. Dal 1932 al 1968 una fabbrica chimica della Chisso Corporation scaricò i liquidi di scarto nella baia circostante ricca di pesci e molluschi, principale fonte di sostentamento degli abitanti di questo centro costiero.
Le alte concentrazioni di metilmercurio presenti negli sversamenti furono all’origine della malattia che prese il nome della stessa città giapponese, manifestatasi particolarmente negli anni Cinquanta ed anche a seguire con danni cerebrali, paralisi, disturbi di linguaggio e deliri. Perfino diversi animali quali gatti, corvi e pesci presentarono sintomi.
Nei 36 anni di produzione furono accertate oltre 2.200 vittime per intossicazione acuta, oltre a 10mila persone malate. Numeri al ribasso e danni sottovalutati per Yoichi Tani, portavoce dell’Associazione di mutuo soccorso delle vittime della malattia di Minamata, che dal 1970 si occupa dei risarcimenti.
Questo disastro protrattosi negli anni ha rappresentato un simbolo ed un vero spartiacque nella lotta al mercurio. Da lì l’opinione pubblica mondiale ha finalmente capito la gravità del pericolo e le istituzioni hanno mosso i primi passi. In primis il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), che nel 1995 chiese un provvedimento urgente per la disciplina delle sostanze chimiche tossiche. Si giunse così alla Convenzione di Stoccolma del 2001 – un accordo internazionale per limitare gli inquinanti organici persistenti (POPs) – ed alla prima valutazione globale del mercurio (2002), che dimostrò la larga diffusione di questa sostanza tossica e costituì la premessa fondamentale per la Convenzione.
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La Convenzione di Minamata
Nel 2009 l’UNEP ha adottato la Decisione 25/5 al fine di realizzare uno strumento globale legalmente vincolante in materia di inquinamento da mercurio, affidando tale compito ad un Comitato negoziale intergovernativo. Al termine del processo negoziale è stata presentata la Convenzione di Minamata (10 ottobre 2013), sottoscritta anche dall’Italia ed entrata ufficialmente in vigore il 16 agosto 2017.
La Convenzione è composta da 35 articoli e 5 allegati, suddivisibili in quattro categorie principali:
1) disposizioni operative (che riguardano gli obblighi di ridurre le emissioni antropogeniche ed il rilascio di mercurio e dei composti di mercurio nell’ambiente, con controlli su tutte le fasi del ciclo di vita);
2) supporto alle parti (con gli articoli relativi ai meccanismi finanziari per sostenere lo sviluppo di capacità, l’assistenza tecnica ed il trasferimento tecnologico);
3) informazioni e sensibilizzazione (in riferimento agli aspetti sanitari, alla comunicazione ed all’istruzione, alla ricerca e sviluppo, al monitoraggio ed ai piani di attuazione);
4) questioni amministrative (con le relazioni, la valutazione dell’efficacia ed il Segretariato ospitato dall’UNEP).
In Italia la Convenzione di Minamata è entrata in vigore il 5 aprile 2021, ma già dal 19 dicembre 2012 è stato istituito il Centro nazionale di riferimento sul mercurio (CNRM). Dal canto suo, l’UNEP prosegue nel suo forte impegno per supportare la Convenzione, guidando il Partenariato globale per il mercurio (composto ad oggi da circa 250 stakeholder provenienti da governi, organizzazioni non governative e intergovernative, settore privato, mondo accademico e comunità scientifica) e partecipando al programma planetGOLD, attualmente in funzione in 23 Paesi in via di sviluppo, con l’obiettivo di porre fine all’uso del mercurio nell’estrazione dell’oro su piccola scala, un’industria del valore di 30 miliardi di dollari all’anno.
La COP di Ginevra
Dal 30 ottobre al 3 novembre è in programma a Ginevra (Svizzera) la quinta Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione di Minamata. All’ordine del giorno vi saranno questioni cruciali, tra queste: la fissazione delle date di eliminazione graduale dei prodotti con aggiunta di mercurio e la valutazione di alternative disponibili in due processi industriali; l’esame delle soglie di questa sostanza tossica nei rifiuti; le attività da svolgere per la riduzione dell’inquinamento; la revisione del meccanismo finanziario della Convenzione, con l’obiettivo di aumentare i finanziamenti del Fondo fiduciario specifico per il sostegno ai Paesi in via sviluppo.
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Oltre ai molti eventi speciali in programma, la COP esaminerà pure le proposte di emendamento della regione africana, tra cui l’eliminazione completa delle lampade fluorescenti, le misure e la rimozione della soglia di una parte per milione (ppm) per i prodotti schiarenti la pelle, nonché la fissazione di una tabella per la graduale eliminazione dell’amalgama dentale entro il 2030.
Per quanto riguarda il settore critico in tema di utilizzo ed emissioni di mercurio, ovvero l’estrazione dell’oro su piccola scala, la COP ribadisce l’importanza di coinvolgere le popolazioni indigene e le comunità locali anche nello sviluppo e nell’attuazione dei piani d’azione nazionali, al fine di ridurre gradualmente e poi eliminare l’utilizzo di questa sostanza tossica.
“Sono frustrato quando penso che senza la malattia di Minamata avrei potuto correre come tutti gli altri. Per favore occupatevi del mercurio”. L’appello di Shinobu Sakamoto, un sopravvissuto con danni molto gravi, merita di non rimanere inascoltato.
[Credits foto: Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, mase.gov.it]