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Rifiuti nei fiumi e nei parchi italiani, i dati (negativi) di Legambiente

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Rifiuti nei fiumi e nei parchi italiani, i dati (negativi) di Legambiente ultima modifica: 2023-09-26T07:12:03+02:00 da Francesco Rasero
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Legambiente ha reso noti i risultati di un monitoraggio realizzato in tutta Italia per censire i rifiuti presenti nei fiumi e nei parchi, una piaga che colpisce tutta la penisola

Nei fiumi e nei parchi italiani abbondano -purtroppo- i rifiuti. Con una doppia indagine -denominata Park & River Litter– l’Associazione ambientalista Legambiente ha voluto mettere nero su bianco i numeri di questa piaga che affligge l’intera penisola.

«I dati  dimostrano che c’è ancora molto da fare contro il fenomeno del littering: pur essendo cresciuta negli anni l’attenzione dei cittadini sui temi ambientali, questa ancora stenta ad essere accompagnata dai fatti -commenta il presidente nazionale Stefano CiafaniPer questo lanciamo anche un appello al Governo, chiedendo azioni più ambiziose e concrete a tutela dell’Ambiente: il Paese ha bisogno di un piano nazionale gestione dei rifiuti che metta al centro l’economia circolare fondata sulla strategia “rifiuti zero, impianti mille”, sull’applicazione del principio “chi inquina paga” e della tariffazione puntuale e sulla costruzione di un sistema nazionale di siti industriali per il recupero delle materie prime critiche».

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Plastica e mozziconi inquinano i nostri fiumi

Per quanto riguarda i corsi d’acqua, il materiale più trovato è la plastica (61% del totale) seguita a lunga distanza da vetro e ceramica (12%), rifiuti tessili (10%), metalli (7%), carta e cartone (6%) e gomma (3%).

Nella Top 5 dei rifiuti abbandonati, per numero di pezzi, vi sono al primo posto i mozziconi di sigarette, pari al 15% e presenti in tutti i siti analizzati. A seguire i frammenti di plastica, gli abiti, i materiali derivanti da attività edili di costruzione e demolizione e i piccoli frammenti di polistirolo.

L’area campionata in totale è stata di circa 8.600 metri quadrati e il monitoraggio ha permesso di calcolare una media di 326 rifiuti ogni 100 metri lineari di fiume.

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«Questo campionamento ha l’obiettivo principale di contribuire alla conoscenza, in termini di quantità e tipologie, dei rifiuti che si trovano sulle sponde dei nostri corsi d’acqua, sia derivanti da abbandoni sul posto sia trasportati dalle acque -commenta Elisa Scocchera, dell’ufficio scientifico di Legambiente- Non dimentichiamo, inoltre, che la grande emergenza dei rifiuti in mare dipende dalle nostre abitudini e da modelli di produzione e consumo sulla terraferma».

L’indagine ha riguardato sette fiumi italiani: il Tanaro in Piemonte, il Lambro in Lombardia, l’Adige in Veneto, l’Esino nelle Marche, il Vomano e il Sangro in Abruzzo e il lago d’Averno in Campania. Come punti principali di accumulo di rifiuti sono stati identificate le sponde stesse dei fiumi; in tre casi sono state segnalate discariche abusive.

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Tre rifiuti al metro quadro nei parchi urbani

L’indagine Park Litter ha invece coinvolto 57 aree verdi urbane in 15 città italiane, di diverse dimensioni: Ancona, Bari, Cagliari, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Pineto (Teramo), Potenza, Pozzuoli (Napoli), Sasso di Castalda (Potenza), Torino, Trivento (Campobasso) e Verona.

I volontari ambientalisti hanno raccolto e catalogato oltre 22 mila rifiuti abbandonati, con una media di circa tre rifiuti ogni metro quadrato. Sono stati allestiti in totale 70 transetti di monitoraggio di 100 metri quadri ciascuno, per un totale di 7.000 metri quadri di territorio presi in analisi.

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La maggior parte dei rifiuti rinvenuti appartengono alla categoria dei rifiuti da fumo (43% del totale), a quella degli imballaggi (bottiglie di plastiche e vetro, tappi e linguette di latine, sacchetti di dolciumi, 24% ) e a quella riconducibile ai prodotti “usa e getta” (piatti, posate e bicchieri di plastica ma anche cannucce, contenitori per cibo e fazzoletti, 16%).

I cestini per la raccolta dei rifiuti sono risultati presenti quasi in tutte le aree monitorate, anche se solo due ogni cinque risultano predisposti per la raccolta differenziata  e meno della metà sono dotati di una chiusura, utile a prevenire la dispersione di materiale.  In 33 delle 70 aree di monitoraggio sono state notate zone di accumulo, in genere nelle vicinanze di panchine e tavoli da pic-nic.

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Rifiuti nei fiumi e nei parchi italiani, i dati (negativi) di Legambiente ultima modifica: 2023-09-26T07:12:03+02:00 da Francesco Rasero

Giornalista pubblicista, dal 1998 scrive su carta stampata e online. Oggi è direttore responsabile di una testata locale e gestisce Altrov*e, start-up che si occupa di copywriting e comunicazione. Ha lavorato per oltre un decennio nel settore ambientale, oltre ad aver organizzato svariati eventi culturali, in ambito artistico, cinematografico e teatrale. È appassionato di viaggi, in particolare nell’area balcanica e nell’Est Europa, dove ha seguito (e segue) alcuni progetti di volontariato. Ama conoscere, progettare, fotografare e stare a contatto con le persone. Ma ancora di più ama il rugby, i suoi gatti e la sua nuova famiglia.

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