Si è concluso con successo il progetto CliMi, promosso dal CISV per coinvolgere gruppi di giovani sui temi legati alla crisi climatica e alle migrazioni, che ha visto anche la partnership di eHabitat
Crisi climatica e migrazioni sono stati al centro del progetto CliMi, promosso dal CISV in collaborazione con le associazioni Micò e Maria Cecilia Scs, con il coinvolgimento dei gruppi locali di Fridays for Future e in partnership anche con l’Associazione Ambiente in Circolo, editrice di eHabitat.
Un’umanità in fuga, gli effetti della crisi climatica sulle migrazioni forzate
«Il progetto è nato per affrontare l’argomento delle migrazioni climatiche insieme ai giovani stessi, in modo da rispondere alle loro inquietudini sul tema e al loro bisogno di fare qualcosa per arrestare il processo del cambiamento climatico e proteggere le persone che sono costrette a migrare», spiegano gli organizzatori.
All’interno di CliMi sono stati quindi avviati tre percorsi di formazione in altrettanti territori del Piemonte (Torino, Biella e Cuneo) coinvolgendo ragazzi e ragazze tra i 15 e i 28 anni, oltre ad autorità locali ed esperti di settore, con workshop ed eventi pubblici.
Parallelamente sono state coinvolte anche due associazioni giovanili del Senegal per la realizzazione di eventi di sensibilizzazione sulle buone pratiche di contrasto ai cambiamenti climatici; al termine è stato promosso uno scambio di esperienze con i gruppi italiani.
«Abbiamo voluto dare un’opportunità per far crescere la consapevolezza e le competenze attorno ai temi dei cambiamenti climatici e delle migrazioni, dal punto di vista locale e globale, affinché i giovani possano essere i veri protagonisti del cambiamento e della lotta per il clima e per i diritti, comunicando idee e proponendo soluzioni».
Sing For The Climate, l’inno della lotta al cambiamento climatico sulla melodia di Bella Ciao
I risultati del progetto CliMi
Al termine di un variegato e approfondito percorso formativo e creativo, ciascun gruppo ha realizzato differenti prodotti comunicativi sul tema del progetto.
Ragazzi e ragazze di Torino hanno dato vita a un podcast dedicato a diversi aspetti legati a Climate Change e migrazioni. Sono stati intervistati vari ospiti, tra cui Vera Gheno, Elisa Palazzi, Elisa Gallo, un rappresentante di Extinction Rebellion, Davide Giachino, Dario Bosio, Nouhoum Traoré e Valerio Nicolosi.
Il gruppo di Biella ha invece realizzato un video per sensibilizzare la popolazione sul tema della crisi climatica attraverso immagini e con il coinvolgimento dei cittadini. «Per arrivare all’elaborazione del filmato, è stato prima svolto un laboratorio di arte-terapia, che ci ha permesso, attraverso varie tecniche, di esprimere il nostro pensiero e le nostre emozioni», raccontano i protagonisti.
A Cuneo, invece, si è scelto di creare un’installazione artistica, dal titolo “Focolare”, che simboleggia gli spostamenti delle persone interconnesse all’aumento della temperatura e del cambiamento climatico del pianeta.
La struttura che sorregge il plexiglass riporta i colori delle Warming Stripes, rappresentazioni grafiche delle variazioni di temperatura misurate in diversi paesi del mondo negli ultimi 100 anni. L’opera è stata realizzata dal Collettivo Franco di Bologna.
«Cosa faresti se la tua casa andasse a fuoco? Noi scapperemmo; senza troppo pensarci, cercheremmo rifugio in un posto sicuro -hanno ragionato i giovani ideatori dell’opera d’arte oggi visibile a Cuneo– Questa immagine immediata rende tutto più semplice. Ma la crisi climatica non è una casa che va a fuoco all’improvviso, è un processo lungo e graduale, ora sicuramente più visibile e accelerato, ma facile da negare o ignorare. Soprattutto da quella parte di mondo che ha responsabilità su questa crisi che colpisce prima di tutto quell’altra parte di mondo, prima colonizzata, poi saccheggiata, consumata e abbandonata. Il focolare è diventato un luogo invivibile, da cui fuggire. Il rifugio non è poi così sicuro».
Lo scambio con i giovani senegalesi
Infine, a chiusura del progetto, si è tenuto online lo scambio tra i giovani italiani e i coetanei di Dakar. Oltre al racconto delle attività di sensibilizzazione che sono state realizzate sui rispettivi territori, ragazzi e ragazze si sono scambiati i diversi punti di vista.
Da una parte le sempre più frequenti alluvioni e la migrazione dei lavoratori stagionali in montagna; dall’altra la salinizzazione dei terreni che non permette più la coltivazione costringendo le nuove generazioni a spostarsi.
«Si è commentata anche l’apertura della COP 28, esprimendo dubbi ma anche speranze -concludono dal CISV- Si è inoltre immaginato quali azioni poter fare insieme anche se a distanza, ipotizzando la realizzazione congiunta di un documento di richieste e di proposte da fare all’Unione Europea».
[Cover Image: la copertina del podcast realizzato nell’ambito del progetto CliMi]