Il caco mela è un frutto originario della Cina e apporta all’organismo un vero carico di energia facilitando le funzioni intestinali. Si differenzia dal caco classico per la sua consistenza più soda, proprio come se fosse una mela.
Il caco mela, originario dell’Asia orientale, si è gradualmente diffuso in Corea e in Giappone, fino ad arrivare, nella seconda metà dell’800, in Europa. In Italia, inizialmente, era apprezzato e coltivato per finalità ornamentali e in zone dal clima caldo e temperato.
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Rispetto ai cachi “normali”, i caco mela non possiedono una concentrazione elevata di tannini; per questo, possono essere mangiati anche immaturi. Il caco mela, in particolare, non richiede l’ammezzimento. Quindi si può mangiare subito appena raccolto. Il caco mela matura i suoi frutti a partire da ottobre fino a novembre, in base alla tipologia.
Il caco mela è ottimo da mangiare fresco, ma è possibile ottenere anche deliziose confetture e salse per accompagnare i dessert. Può anche essere essiccato e tagliato a lamelle, come la frutta disidratata.
L’abbinamento perfetto è con il cacao, in particolare quello fondente che riesce a bilanciare il gusto dolce.
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Proprietà
Composto da un gran quantitativo di zuccheri e di acqua, sono presenti fibre (utili per il transito intestinale) e alcune vitamine: tra cui la vitamina A (che favorisce la riproduzione cellulare), la vitamina B1 (indispensabile per il buon funzionamento del sistema nervoso), la vitamina B2 (essenziale per la crescita), la vitamina B3 (che favorisce, in particolare, la trasformazione dei grassi e dei carboidrati in energia) e la vitamina C (importante per rinforzare le difese immunitarie e per l’assorbimento del ferro).
Per quanto riguarda i sali minerali, i cachi contengono soprattutto potassio (che regola il ricambio idrico del corpo), fosforo (essenziale per ossa e denti) e calcio (di supporto al sistema scheletrico).
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Tradizioni e credenze legate al caco mela
Una credenza popolare attribuisce ai semi del frutto la capacità di prevedere il clima dell’inverno successivo. Tagliando a metà il seme, infatti, si scorgerà un filamento bianco che può somigliare ad una posata: se somiglia ad un cucchiaio si avrà un inverno con molta neve; se somiglia da una forchetta l’inverno sarà mite; mentre se somiglia ad un coltello l’inverno sarà freddo e tagliente.
Il cachi, a Napoli, è chiamato legnasanta, poiché, una volta aperto, si può scorgere al suo interno una caratteristica immagine del Cristo in croce.
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In Toscana viene invece utilizzata la forma “diòspero“, dal greco.
In Sicilia, invece, si considerava sacro il seme, in quanto esso, spaccato a metà, mostra il germoglio della nuova piantina, che assomiglia a una mano bianco-diafana, ritenuta la “manuzza di Maria”.