Frutta fresca: importante consumarla, per una dieta sana ed equilibrata. Ci sono accortezze, tuttavia, che è bene che alcune categorie di persone tengano in considerazione, per non compromettere la salute. E’ il caso, ad esempio, dei diabetici o di chi segue specifiche diete che richiedono un’attenzione particolare agli zuccheri.
Quali sono i frutti più zuccherini? E come comportarsi nei loro confronti in caso di glicemia elevata?
Frutti incriminati, quali sono i più zuccherini
Secondo l’OMS, per chi soffre di diabete, una porzione di frutta non dovrebbe contenere più di 15 grammi di carboidrati. La grandezza di tale porzione varia in base al contenuto di carboidrati presenti nel frutto. Sarà maggiore per quelli a basso indice glicemico e minore per la frutta che contiene più zuccheri.
Frutti come cachi, fichi, banane, uva, frutta secca, canditi e frutta sciroppata sono quelli che generalmente vengono sconsigliati alle persone che soffrono di diabete, perché contengono un’elevata quantità di zuccheri. No anche ai succhi di frutta industriali, ricavati da concentrati che contengono zuccheri aggiunti.
Via libera invece, con la dovuta moderazione a seconda dei casi, a mele, pere, nespole, fragole, albicocche, arance e agrumi in genere, lamponi.
Un discorso a parte merita l’avocado. Si tratta di un frutto con caratteristiche nutrizionali del tutto diverse rispetto agli altri frutti. A fronte di un carico glicemico basso, apporta una percentuale molto alta di grassi e un buon apporto di proteine vegetali.
Frutta e diabete, meglio evitare del tutto i frutti più zuccherini?
Secondo un approfondimento pubblicato dalla Fondazione Veronesi, una strada per conciliare il consumo di frutta e il diabete è selezionare quei prodotti che contengono meno zuccheri e che hanno, dunque, un basso indice glicemico.
Tuttavia, ancor più importante dell’indice glicemico è il carico glicemico, ovvero la quantità totale di carboidrati che l’organismo ricava da un determinato cibo. Composizione chimica, tipo di amido, presenza di fibre e di grassi, grado di maturazione della frutta, la cottura determinano una velocità di digestione e di assorbimento diversa. Fondamentale è la presenza di fibra, che aiuta a contenere il picco glicemico.
Determinante è, inoltre, la quantità di carboidrati consumata giornalmente. In quest’ottica, moderandone oculatamente la quantità, anche i frutti più zuccherini possono non essere necessariamente allontanati del tutto dalla tavola di un diabetico.
Ad esempio, frutti quali banane, cachi o fichi possono, se consumati nella porzione giusta, avere lo stesso carico glicemico di mela, arancia o ananas.


Buone abitudini, quali accortezze adottare in caso di diabete
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, le persone con diabete, se manifestano i sintomi tipici dell’iperglicemia, devono innanzitutto rivolgersi al proprio medico. E’ fondamentale, infatti, seguire le indicazioni di un esperto, allo scopo di ridurre i livelli di glucosio nel sangue.
Esse includono generalmente alcuni accorgimenti, da accostare ad eventuali terapie prescritte:
- eliminare dalla propria dieta dolci e bevande zuccherate
- moderare la quantità di cibi che causano un innalzamento del carico glicemico
- bere molta acqua
- praticare una regolare attività fisica
Si tratta di suggerimenti semplici, ma di grande importanza, che non possono che far bene a chiunque.
