Il Treno rosso del Bernina è una linea ferroviaria di montagna che da inizio Novecento unisce Italia e Svizzera, offrendo ai viaggiatori viste spettacolari su valli, laghi, foreste e montagne delle Alpi.
Paesaggi mozzafiato multipli, tra laghi e foreste, al cospetto di alcuni tra i più spettacolari ghiacciai delle Alpi svizzere: questo si ammira dai finestrini (e non solo) del Treno rosso del Bernina, linea ferroviaria che dal 1910 unisce la lombarda Tirano, in Valtellina, con l’elvetica Sankt Moritz, nel cantone dei Grigioni.
Oggi il Treno rosso del Bernina accoglie, ogni anno e in tutte le stagioni, milioni di passeggeri.
Dal 2008 -insieme alla linea dell’Abula, sempre parte della Ferrovia Retica svizzera- è Patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco, grazie innanzitutto all’eccezionale opera di ingegneria ferroviaria su cui, ogni giorno, circolano i treni dal caratteristico colore rosso, carichi di turisti e pendolari.
In particolare, alcuni convogli -denominati Bernina Express, con prenotazione del posto obbligatoria- sono stati studiati appositamente con vetrate panoramiche per consentire di godere appieno del paesaggio anche nei mesi più freddi.
Di contro, in estate, circolano speciali vagoni aperti, da cui è possibile scattare fotografie memorabili.
Anche le carrozze “normali” offrono comunque un’esperienza di viaggio indimenticabile. Con un vantaggio: utilizzando un solo biglietto o abbonamento (molto conveniente per le famiglie è, ad esempio, il Pass dei Grigioni) è possibile scendere da un treno in qualche stazione intermedia per risalire sul successivo, con cadenza all’incirca ogni ora.
Così facendo, è possibile ammirare ancor più da vicino alcune delle tante bellezze che si trovano lungo la tratta del Treno del Bernina, sia dal versante della Valposchiavo (di lingua italiana) che in Engadina (dove si parlano tedesco e romancio).
Tra le molteplici attrazioni lungo il percorso, meritano sicuramente una visita le Marmitte dei Giganti, a pochi minuti di cammino dalla stazione di Cavaglia, a 1.700 metri di altitudine.
Si tratta di particolari formazioni rocciose, create dall’erosione delle acque al termine dell’ultima glaciazione, profonde anche più di dieci metri e oggi parte del Giardino dei Ghiacciai.
Restando in tema di ghiacci perenni, molti turisti fanno quindi tappa ad Alp Grüm, dove dalla stazione (in un bell’edificio anni Venti, con annesso ristorante-rifugio) si possono vedere sia il ghiacciaio del Piz Palü e il suo lago sia la piana di Cavaglia, con le Alpi bergamasche sullo sfondo.
Chi vuole invece arrivare al punto più alto della ferrovia, scende alla fermata Ospizio Bernina, 2.253 metri di altitudine, in prossimità del passo.
Anche in questo caso la vista è subito attratta dalla maestosità dei monti e delle nevi che li ricoprono, con il ghiacciaio del Cambrena che si staglia proprio di fronte.
Da Ospizio Bernina ci si può quindi avventurare a piedi sulle rive dei vicini Lago Bianco e del Lej Najr (lago nero), attraverso un’area che rappresenta un doppio spartiacque, linguistico e geografico.
A partire dal primo lago, dal nome italiano, verso sud, i corsi d’acqua confluiscono infatti nel Po e, da qui, nel mar Adriatico; dal secondo, denominato in romancio, verso nord, si arriva invece all’Inn, al Danubio e, quindi, al mar Nero.
Risaliti sul treno, le successive fermate di Diavolezza e Lagalb permettono di ammirare altri incredibili panorami, nonché (tramite funivia) raggiungere ulteriori ghiacci perenni oltre i tremila.
Allo stesso modo, anche la fermata di Morteratsch, a 1.896 metri, è stata studiata per consentire di raggiungere, in questo caso con una passeggiata di meno di un’ora, la lingua dell’omonimo ghiacciaio, il terzo più grande di tutte le Alpi orientali.
La camminata è fattibile anche con i bambini.
La ferrovia prosegue quindi verso la celebre e lussuosa località di villeggiatura alpina di Sankt Moritz (1.775 metri), una delle più note mete del turismo mondiale, passando per il bel bosco di Staz, area protetta di foreste e torbiere, e a Pontresina, capitale dell’alpinismo svizzero punto di partenza delle escursioni al Piz Bernina, la vetta più elevata delle Alpi orientali.
Il Treno del Bernina da Tirano a Sankt Moritz percorre complessivamente 61 chilometri in circa due ore e mezza, su una linea a scartamento ridotto e con una velocità decisamente “slow”, che permette di ammirare con calma tutti i paesaggi e godere delle soluzioni ingegneristiche ideate a inizio Novecento, come lo straordinario viadotto elicoidale di Brusio, dove il convoglio rosso si avvolge a spirale per superare un ampio dislivello in pochissimo spazio, o la curva a semicerchio presso Alp Grüm.
A bordo dei treni è consentito trasportare le biciclette, alle quali sono destinate appositi scompartimenti.
Il Treno rosso del Bernina è un’esperienza di viaggio ambientalmente sostenibile e praticabile tutto l’anno, inverno compreso, per ammirare il variare dei paesaggi e della natura nelle diverse stagioni.
“Questa linea sembra l’emblema della sfida dell’uomo alla natura e alle sue poderose forze, ma in realtà è il simbolo della ricerca dell’armonia con l’ambiente -scrivono Alex Perathoner e Giorgio Carradori nell’introduzione alla loro guida turistica dedicata alla ferrovia del Bernina- Non aggredisce la natura con opere ciclopiche, non infligge ferite al paesaggio, piuttosto si inerpica pazientemente, seguendo docile la sinuosità dei versanti. E, quando deve superare una stretta gola o un dislivello del terreno, prende a prestito le pietre dei monti per farne ponti e viadotti. Avvicina due mondi, quello del nord con le sue vallate boscose e le luci cristalline, e quello del sud, con le vigne assolate e le dense atmosfere mediterranee. Soprattutto, avvicina gli uomini e le differenti culture dell’Europa“.
Ulteriori dettagli, informazioni e consigli sono disponibili sul sito ufficiale della Ferrovia Retica o sul portale turistico dedicato al treno.
[Foto di Francesco Rasero]