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Agricoltura, il neo ministro Lollobrigida: no a carne artificiale e Ogm, ipotesi dazi

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Agricoltura, il neo ministro Lollobrigida: no a carne artificiale e Ogm, ipotesi dazi ultima modifica: 2022-11-12T09:01:15+01:00 da Francesco Rasero
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All’EIMA di Bologna, il neo-ministro ad Agricoltura e Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, ha discusso di alcuni temi che intende affrontare nel suo mandato all’interno del Governo Meloni

No agli OGM e alla carne prodotta in laboratorio, aperture nei confronti dei dazi sui prodotti agricoli e un duro attacco al Nutri-Score, il sistema di etichettatura dei valori nutrizionali presenti nei prodotti alimentari che la Francia vorrebbe introdurre in Europa: questi alcuni dei “temi caldi” affrontati dal neo-ministro Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia), titolare del dicastero Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste.

L’esponente del Governo Meloni è intervenuto all’EIMA di Bologna, principale fiera nazionale dedicata alle tecnologie agricole, illustrando la sua visione su diversi aspetti.

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Un momento della conferenza stampa del ministro Lollobrigida

Nel mirino, innanzitutto, le carni sintetiche. Il ministro è stato chiaro e netto: «Consentire la commercializzazione di bistecche prodotte in laboratorio, chiamandole ‘carne’ allo stesso modo di quelle allevamento, è un atteggiamento illogico. Analogamente, diciamo ‘no’ all’idea del vino dealcolizzato, che alcuni vorrebbero diffondere. Se si tratta di prodotti differenti, devono essere usati nomi differenti. È un modo per difendere la tipicità delle nostre produzioni italiane».

Da qui, Lollobrigida è tornato anche sulla discussa, e contestata, denominazione assunta dal proprio Ministero relativamente alla “Sovranità alimentare“: «Il nome non vuole richiamare l’Autarchia, anzi: sarebbe una follia pensare di tornare a quella visione. Significa, invece, voler difendere i propri marchi da aggressioni commerciali, tutelare le produzioni di eccellenza da tentativi di plagio. Per questo, ad esempio, ci impegneremo a contrastare il fenomeno dell’Italian Sounding. Il tutto, sempre, partendo dal confronto a livello europeo».

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Nel mirino del neo ministro anche i prodotti OGM: «L’aumento della produzione agricola può passare tramite i prodotti geneticamente modificati, ma è un modello che rifiutiamo, o attraverso la tecnologia, che rappresenta invece una centralità per lo sviluppo», ha dichiarato, dopo aver elogiato i progressi visti in fiera per quanto riguarda la robotica, definita «utile ad alleviare il lavoro umano e a ridurre la manodopera poco qualificata».

Un ulteriore affondo Lollobrigida lo ha dedicato al Nutri-Score, il sistema di etichettatura dei valori nutrizionali dei prodotti alimentari già in vigore in Francia, che si sta discutendo di estendere a livello europeo: «Lo aborriamo completamente: applicandone i criteri, viene fuori che il Parmigiano fa male e le barrette energetiche vanno bene. È un attacco alle tipicità agricole italiane».

Su come difendere queste ultime, il ministro dell’Agricoltura ha fatto un’apertura all’ipotesi di introdurre i dazi. O, in alternativa, allentare le norme che limitano gli agro-farmaci. «Alcune regole ideologiche danneggiano solo la produzione e permettono a merci prodotte altrove, in Paesi in cui non esistono protezione dell’ambiente e diritti di lavoratori, di entrare sul mercato. L’alternativa può passare da una politica di dazi, in modo da dare vantaggio competitivo alle nostre imprese».

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Tra gli altri spunti emersi nell’incontro di Bologna, la concezione del mare come «un patrimonio da usare anche nel campo dell’import-export». Ovvero: sfruttare le superfici marine per la logistica delle merci, a partire dal trasporto di prodotti agricoli dal Sud Italia verso l’Europa centrale e del nord.

Lollobrigida, stimolato dal pubblico, è intervenuto anche sul tema dei cinghiali e della peste suina, dichiarandosi sostenitore dell’abbattimento tramite la caccia di selezione, nonché sulle strategie di gestione di future siccità, sposando l’idea di creare nuovi bacini di contenimento idrico, fortemente osteggiata dal mondo ambientalista per l’ulteriore cementificazione e distruzione di ambienti naturali che questi comporterebbero.

Il ministro ha infine scagliato le ultime frecciate contro un altro aspetto green: il vincolo del PNRR che supporta l’acquisto solamente di macchinari per l’agricoltura che siano elettrici o alimentati con combustibili ecologici: «Occorre fare i conti con la realtà, questa misura rischia di andare deserta. Per questo stiamo cercando di ricontrattare il tema con l’Europa».

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Giornalista pubblicista, dal 1998 scrive su carta stampata e online. Oggi è direttore responsabile di una testata locale e gestisce Altrov*e, start-up che si occupa di copywriting e comunicazione. Ha lavorato per oltre un decennio nel settore ambientale, oltre ad aver organizzato svariati eventi culturali, in ambito artistico, cinematografico e teatrale. È appassionato di viaggi, in particolare nell’area balcanica e nell’Est Europa, dove ha seguito (e segue) alcuni progetti di volontariato. Ama conoscere, progettare, fotografare e stare a contatto con le persone. Ma ancora di più ama il rugby, i suoi gatti e la sua nuova famiglia.

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