Oggi 17 giugno è la Giornata Mondiale per la Lotta alla Desertificazione e alla Siccità. Il movimento Salva il Suolo mostra in una mappa l’impressionante percentuale di degrado del territorio globale prevista per il 2050. E suggerisce come cambiare rotta.
“Uniti per la terra. La nostra eredità. Il nostro futuro” è il focus scelto per la Giornata Mondiale per la Lotta alla Desertificazione e alla Siccità 2024. Un tema che, ancora una volta, mette al centro la necessità di una corretta gestione del suolo per garantire la stabilità e la prosperità di miliardi di persone in tutto il mondo.
In occasione di questa importante data, il movimento Salva il Suolo -sostenuto, tra gli altri, da UNEP, UNCCD, UNFAO, WFP e IUCN- rende nota una nuova mappa, che illustra la sconvolgente percentuale di degrado del suolo globale prevista entro il 2050. La mappa vede la luce nel 30° anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Siccità e la Desertificazione (UNCCD).
Sadhguru, 30mila chilometri in moto per diffondere la missione di salvare il suolo
Degrado del suolo, cosa significa
I suoli degradati, dovuti in gran parte a pratiche agricole intensive, sono terreni poveri di materia organica. Ormai impossibilitati a svolgere al meglio la propria naturale funzione, non trattengono l’acqua in modo efficace, rendendo gli abitanti vulnerabili a shock climatici come siccità e incendi.
Ogni secondo, l’equivalente di quattro campi da calcio di suolo sano si degrada, per un totale di 100 milioni di ettari ogni anno. Secondo i dati dell’UNCCD, il degrado del suolo non risparmia l’Italia. Qui, infatti, 10,45 milioni di persone sono già esposte agli effetti negativi direttamente collegati al fenomeno.
Desertificazione in Italia, la situazione attuale e gli scenari
Mappa Salva il Suolo, lo scenario al 2050
Utilizzando i dati dell’UNCCD (mappa 2019) e una stima del Global Environment Facility (GEF, mappa 2050), le mappe create da Salva il Suolo illustrano quanta terra fertile potrebbe rimanere nel 2050 se gli attuali tassi di degrado continuassero.
I risultati sono tutt’altro che confortanti, con il 95% del territorio terrestre destinato a degradarsi entro il 2050. Le conseguenze in termini di crisi alimentare sarebbero tragiche per la popolazione mondiale, che per quella data si calcola avrà raggiunto i 9,8 miliardi di persone.
Lotta alla desertificazione, quali soluzioni?
Salva il Suolo ha catalogato le pratiche di gestione sostenibile del suolo di 193 nazioni, e le ha rese disponibili sul suo sito web. Fedele a questa linea, il movimento chiede ai decisori politiche che promuovano pratiche agricole rigenerative, con l’obiettivo di mantenere la materia organica del suolo tra il 3 e il 6% (in base alle condizioni regionali), riducendo il degrado e la siccità dei territori.
Foreste e desertificazione, come gli alberi possono contrastare la crisi climatica
“L’agricoltura rigenerativa può contribuire a riportare la materia organica, ovvero la vita e la salute nel suolo, invertendo il degrado, prevenendo la siccità e salvando vite umane in ogni continente. È fondamentale che questo aspetto sia messo al centro dell’agenda della più grande conferenza delle Nazioni Unite sulla terra e la siccità che si terrà a Riyadh, in Arabia Saudita, nel dicembre 2024 (UNCCD COP16)” ha dichiarato Praveena Sridhar, direttrice tecnica di Salva il Suolo. “Il nostro obiettivo è aumentare la sensibilità dei cittadini nei confronti della crisi del suolo, perché solo così le politiche potranno cambiare. La crisi c’è, ma le soluzioni rigenerative per la salute del suolo esistono: siamo ancora in tempo per invertire la rotta. Un suolo sano deve essere la nostra eredità per la salute dei nostri figli e delle generazioni future”.
[Foto di Dylan de Jonge su Unsplash]
