El lugar de Las Fresas – Il mercato e l’orto come luoghi della memoria

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El lugar de Las Fresas – Il mercato e l’orto come luoghi della memoria ultima modifica: 2020-05-03T10:36:09+02:00 da Emanuel Trotto
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El lugar de las Fresas (2013) di Maite Vitoria Daneris, un altro documentario in streaming gratuito messo a disposizione dal Torino Film Festival

Il fatto

El lugar de las Fresas  racconta di Ernesta, detta “Lina” è una settantenne, contadina da sempre. Tutti i giorni, al mercato torinese di Porta Palazzo, Lina vende la sua frutta, la sua verdura e le sue fragole. Vive con il marito e cinque cani a San Mauro Torinese. Un giorno a mercato si presenta Hassan, un giovane marocchino in cerca di lavoro…

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Il commento

El lugar de las fresas è “Il luogo delle fragole. Il luogo delle fragole è San Mauro Torinese, comune del capoluogo piemontese in cui la produzione di fragole risale al 1706. Quando il Duca Amedeo II di Savoia ne ha autorizzato la coltivazione per compensare ai contadini i danni arrecati ai raccolti dall’assedio di Torino da parte dei Francesi nello stesso anno.

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Per la ventisettenne Maite Vitoria Daneris, aspirante regista, diviene la prova che nulla succede per caso. È il 2005 e lei arriva a Torino da Madrid con un sogno, quello di realizzare il suo primo film. Dopo aver studiato all’Accademia di Belle arti della città natia e aver diretto qualche cortometraggio documentario, arriva nel capoluogo piemontese. E scopre il più grande mercato all’aperto d’Europa, Porta Palazzo. Un nome che indicava, alla sua origine, l’ingresso della città. Un punto di ritrovo, nel corso dei secoli, dapprima per i contadini locali, poi per gli immigrati provenienti dal sud Italia. Infine, per i numerosi immigrati extracomunitari che riescono così a ritagliarsi la loro fetta di cielo. Perché i mercati all’aperto sono uno dei posti che accomunano tutti e tutti i paesi del mondo.

Ernesta, detta "Lia" e Gianni, i due anziani contadini protagonisti.
Ernesta, detta “Lia” e Gianni, i due anziani contadini protagonisti di El lugar de las Fresas

A Maite Porta Palazzo fa venire in mente i mercati della sua terra di quando era bambina. Fa ritornare alla mente i suoi nonni, entrambi contadini. Si muove nel mercato, ancora deserto alle due di notte, a filmare, a cercare di raccontare una storia. E la storia arriva davanti al suo obbiettivo. Essa viene nella forma di una signora anziana che, in una fredda mattina di novembre, inizia a montare il suo bancone. Pazientemente scarica la frutta e verdura dal suo furgoncino.

La donna è già pronta quando, un paio di ore dopo, iniziano a presentarsi i primi clienti. Vende e intrattiene conversazione, questa nonnina, fino alle sette di sera. Quando smonta e carica tutto, andandosene via. Per poi ritornare la mattina dopo, la stessa ora, tutti i giorni. Anche di domenica. Maite inizialmente la spia, cerca di indagare quello che si cela dietro quella donna che, nonostante l’età, è ancora molto forte e ha una tempra invidiabile.

Dopo qualche mese si conoscono, la contadina e Maite. La contadina si chiama Ernesta, detta “Lia”. Lia apre le porte di casa sua a questa giovane spagnola. A San Mauro, il luogo delle fragole. La tratta come la nipote che non ha mai avuto. Diventa una presenza fissa in casa. La macchina da presa e chi ci sta dietro divengono parte della famiglia. Spesso e volentieri le riprese continuano durante i pranzi, tutti e tre assieme. Lia, Maite e il marito di Lia, Gianni, un ex autista che supporta la moglie nella coltivazione dei prodotti che lei vende al mercato. Lui è stanco, si sente vecchio, vorrebbe fermarsi. Vorrebbe che anche la moglie facesse altrettanto o che rallentasse.

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L’occasione si presenta quando, per il mercato si aggira Hassan, un giovane che ha lasciato la famiglia in Marocco per trovare lavoro in Italia. Dapprima aiuta Lia con il banco, poi con le serre a San Mauro. Diventa anche lui una presenza fissa nella casa dei due navigati contadini. Una convivenza a volte difficile, sia per mentalità che per i divari linguistici. Sono, a volte, la causa di numerosi battibecchi. Piano piano però, anche lui diventa una persona di famiglia. Una specie di famiglia fittizia per questi due anziani, che trovano una possibilità di fermarsi a prendere fiato, anche se non per troppo tempo. La terra e il raccolto sono un richiamo irresistibile e tornarci per Lia non è traumatico.

Questo è El lugar de las Fresas  (2013) di Maite Vitoria Daneris, presentato al 31 Torino Film Festival presso il TFFDoc nella sezione Italiana.doc. Un altro film che TFFDoc ha reso disponibile in streaming. Un altro piccolo gioiellino. Il “luogo delle fragole” diviene un posto della memoria. Rappresenta l’infanzia e la spensieratezza delle domeniche pomeriggio in famiglia. Quelle in cui si è sereni, in cui non si deve fare nulla. Solo stare assieme.

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El lugar de las Fresas (2013) di Maite Vitoria Daneris, un’immagine tratta dal documentario

Non si tratta, a dispetto del titolo che richiama Il posto delle fragole (1957) di Ingmar Bergman, di un viaggio traumatico. Ovvero un percorso a ritroso nel passato fra rimpianti, occasioni perdute che mai più ritorneranno. In ultima istanza si tratta di un approccio a quella vita semplice che oggi si ha la tendenza innata di complicare per cercare di ottenere. Le fragole sono la semplicità. Come per il Maestro svedese. Ma non si tratta solamente di questo.

È il film di qualcosa che si sta perdendo, ovvero di quel rapporto con l’agricoltura e con il terreno che va scomparendo. Prima di ogni altra cosa l’agricoltura è terra, e braccia indurite a smuoverla. È dedizione, è amore e odio. È un lavoro full time nel vero senso del termine. L’agricoltura è qualcosa di buono e genuino, è qualcosa che si vuole recuperare. El lugar de las Fresas è un atto d’amore a tutto questo. E, come per la sua autrice è, per noi che guardiamo, un punto di partenza.

Scheda film

  • Regia, sceneggiatura, fotografia, produzione: Maite Vitoria Daneris;
  • Interpreti: Ernesta “Lina” Garrone, Gianni Baccola, Hassan Raqabi, Maite Vitoria Daneris (loro stessi);
  • Origine: Italia, 2013;
  • Durata: 90’;
  • Premi: Premio Ucca Venti Città 2013; Menzione Speciale Gli Occhiali di Gandhi 2013;
  • Temi: CINEMA, AGRICOLTURA.

El lugar de Las Fresas – Il mercato e l’orto come luoghi della memoria ultima modifica: 2020-05-03T10:36:09+02:00 da Emanuel Trotto

Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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