Furiosa: A Mad Max Saga – Da Cannes torna l’universo di George Miller

in Cinema|Energia
Furiosa: A Mad Max Saga – Da Cannes torna l’universo di George Miller ultima modifica: 2024-06-09T06:20:44+02:00 da Emanuel Trotto
da

Furiosa: A Mad Max Saga è il ritorno a un mondo post apocalittico, dove la speranza di un futuro migliore è un seme pronto a germogliare.

Sono tornati a suonare i motori e i bassi della guerra. Dopo nove anni da quello che può essere considerato un tassello dell’epica cinematografica contemporanea: Mad Max: Fury Road (2015). Il quarto capitolo e rilancio di una saga e di un personaggio diventato iconico: Max Rockatansky o, più semplicemente, “Mad” Max.

Incarnato da Mel Gibson a partire da Interceptor (Mad Max, 1979) fino a Mad Max oltre la Sfera del Tuono (Mad Max Thunderdome, 1985) – e da Tom Hardy poi. In ogni caso è diventato la nuova versione dell’eroe solitario alla ricerca di una redenzione irraggiungibile. Come i guerrieri degli antichi poemi viaggia, combatte per una giusta causa, e poi si rimette in viaggio sapendo che il suo punto d’arrivo non è quello.

Questo personaggio ha ridefinito non solo l’immaginario visivo ma anche quello culturale, basti pensare al manga Ken il Guerriero di Borunson e Tetsuo Hara (1983). Pensando a Max pensiamo, immediatamente, a un mondo estremamente diverso dal nostro perché estremo. L’universo post-apocalittico che noi definiamo come tale nasce ed è si canonizza con la saga di Mad Max. Merito del suo autore, George Miller che ha curato la produzione e la regia di tutti i film nel corso dei decenni.

Mel Gibson Max Rockatansky
Mel Gibson, interprete di Max Rockatansky, protagonista della saga di Mad Max dal 1979 al 1985.

Ispirandosi agli spazi immensi e piani fino all’inverosimile della natia Australia, Miller ha immaginato un mondo completamente distrutto dalle guerre atomiche. È stata annientata così anche la maggior parte della vita sul Pianeta. Quello che rimane, a livello umano, è un rimasuglio mutante, barbarico ed impazzito. In esso alle regole della civile convivenza si è sostituita la selvaggia sopraffazione in nome della sopravvivenza. Quindi le uniche cose che contano realmente sono le armi per potersi difendere e depredare. Oltre ad avere i mezzi per potersi muovere il più velocemente possibile dopo aver razziato. Quindi la benzina dei mezzi a motore diventa essenziale come il cibo e l’acqua. Per poter anche affrontare gli immensi spazi di un deserto rosso come il fuoco e un cielo terso che non da più il refrigerio della pioggia.

Dune: parte due – Il ritorno su Arrakis, fra ecologia e Antropocene

Chi possiede questi elementi è il re assoluto di questo mondo, le Terre Desolate. Ed è possibile avere il lusso di costruire un proprio culto della personalità, raccogliendo disperati disposti a seguire e a sacrificarsi per il proprio nuovo leader.

Nove anni fa abbiamo conosciuto i tre poli di questo nuovo mondo impazzito: Bullet Farm, la grande fortezza e armeria; Gas Town, il regno della raffinazione del petrolio. Ad ultimo vi è la Cittadella, dove ci sono acqua e cibo razionati con crudele enfasi dal suo signore, Immortan Joe. Egli, sfigurato e dal volto coperto da una pesante maschera, è alla costante ricerca dell’erede perfetto in un mondo di mutanti folli.

Furiosa: A Mad Max Saga poster
Poster di Furiosa: A Mad Max Saga di George Miller.

Il suo sarebbe il regno della vita e di una fertilità. Però entrambe sono malate e deformi come la sua progenie. Fa rapire le donne più belle da ogni angolo della desolazione. Le trasforma in concubine, genitrici e balie delle future generazioni. Solo una di queste non è nel suo personale harem, nonostante la sua bellezza contaminata da una vita nomade e non accomodante. Il suo nome è Furiosa (Charlize Theron), di nome e di fatto. Lei proviene da un luogo lontano da tutto e da tutti: il Luogo Verde. Lì la gente non vive di raggiri e furti, c’è la serenità e l’abbondanza. C’è il verde delle piante e l’acqua per tutti: ci sono pale eoliche e non ci sono mezzi a motore che inquinano l’aria.

È un mondo ideale, una grande oasi nel deserto. Furiosa è nata in questo paradiso. È stata trascinata con la forza in un inferno nel quale devi diventare duro come il metallo, essere veloce come un autoveicolo e la voce deve essere forte come un rombo di un motore. Da qui parte, Furiosa: A Mad Max Saga di George Miller, uscito in sala il 24 maggio dopo essere stato presentato come film d’apertura Fuori Concorso al 77 Festival di Cannes.

Furiosa: A Mad Max Saga Anya Taylor-Joy
Anya Taylor-Joy è Furiosa in una scena di Furiosa: A Mad Max Saga.

Si tratta del primo film in assoluto della saga che George Miller non dedica alla sua creatura più celebre. Qua Max è limitato ad una fugace comparsa a bordo vicino alla sua Interceptor V8. Vede, da lontano, una claudicante Furiosa vagare nel deserto. Un’immagine che, a livello meta-cinematografico suona come un passaggio di testimone.

Infatti in questo film si ripercorre la storia di Furiosa (Alyla Brown da bambina e giovane da Anya Taylor-Joy) rapita dal Luogo Verde fino a diventare una figura essenziale per il despota della Cittadella. Passando per la prigionia del nomade Dementus (Chris Hemsworth), capo di un esercito immenso di motociclisti, disposti a tutto pur di abbandonare la condizione di viandanti. Le smanie di conquista di quest’ultimo lo porteranno a scontrare la sua strada con quella di Immortan Joe e con gli altri leader delle Terre Desolate: il Fattore di Bullet Farm e il Mangiauomini di Gas Town.

Furiosa bambina
Furiosa bambina (Alyla Browne) nel Luogo Verde in una scena del film.

Il cinema post apocalittico / post atomico ha sempre avuto una prerogativa: quella di metterci davanti agli occhi cosa può essere il futuro nella sua visione più cupa. Un mondo in cui i bisogni essenziali sono cambiati. Quelli che rimangono vengono esasperati in un reset parziale. Furiosa, fin dalle prime immagini ci fa capire che tutto l’universo di Miller è reale e può esserlo. Non siamo altro che in Australia terra che, per via del suo aspetto e conformazione si presta perfettamente a essere la cartina di tornasole della fine del mondo.

2022 i sopravvissuti (Soylent Green), un’umanità cannibale

Al deserto si contrappone il Luogo Verde a cui aspira Furiosa. Si tratta dell’innocenza perduta, la possibilità di redenzione e rinascita. Una rinascita che passa anche attraverso la fertilità del corpo femminile. Ma non solo.

Furiosa si apre e si chiude con la raccolta di una pesca. L’aspetto rossastro di questo frutto ricorda le gote dei bambini; nelle varie culture (dall’Oriente al Cristianesimo) a essa è associata l’immortalità. Nell’arte rinascimentale simboleggiava inoltre la purezza di cuore. Proprio questa purezza è il tratto di una volontà che può essere attaccata, martoriata, mutilata ma che non si piega. Questo caratterizza il personaggio di Furiosa. Ed è per questo che da Fury Road a Furiosa sia lei diventata il nuovo personaggio cardine della saga.

Per George Miller la nuova epica è femminile e riporta alla vita.

Furiosa: A Mad Max Saga – Da Cannes torna l’universo di George Miller ultima modifica: 2024-06-09T06:20:44+02:00 da Emanuel Trotto
Tags:
Furiosa: A Mad Max Saga – Da Cannes torna l’universo di George Miller ultima modifica: 2024-06-09T06:20:44+02:00 da Emanuel Trotto

Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verra pubblicato

*

Ultimi articolo di Cinema

Go to Top