Volevo nascondermi – Elio Germano è Antonio Ligabue, artista selvatico

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Volevo nascondermi – Elio Germano è Antonio Ligabue, artista selvatico ultima modifica: 2020-04-05T08:00:28+02:00 da Emanuel Trotto
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Antonio Ligabue è stato un pittore e un outsider che si è ispirato alla Natura per le sue opere. Il film “Volevo nascondermi” lo racconta fra luci ed ombre.

Il fatto

La vita del pittore Antonio Ligabue. Dalla Svizzera alla Pianura Padana. Scontroso e timido, additato dai compaesani come un matto. Col tempo, si rivelerà, grazie all’artista Renato Mazzacurati, un eccellente pittore. Soprattutto di animali esotici che gli daranno fama e ricchezza…

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Il commento

Fin da piccoli noi abbiamo il desiderio di essere animali. Chi non lo ha fantasticato nemmeno una volta è un bugiardo. Strisciare sotto i tavoli fingendo di essere un gatto, saltare da un divano all’altro imitando una scimmia o correre muovendo le braccia come fossero ali d’uccello. Chi non lo ha mai provato, la sensazione di libertà che questo dava? In fondo, è perfettamente normale. Noi siamo animali, un po’ più, evoluti. Oppure no? Se così fosse perché desideriamo nei primi anni della nostra vita essere diversi? Andando ad immaginazione, per le infinite possibilità che questo crea. Si può essere più forti, più veloci, più agili, e così via.

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Un’altra spiegazione può essere più inconscia. Ovvero di una sostanziale delusione nei confronti di una specie, quella umana. Specie che, in virtù della sua presunta superiorità, si abbandona al peggiore cinismo e crudeltà. In questa ottica si potrebbe spiegare una figura come quella di Antonio Ligabue (1899-1965). Pittore per caso di animali, immersi in una Natura selvaggia e piena di insidie. Spesso in mortale lotta fra di loro. Nonostante li avesse visti solo tramite libri o circhi itineranti, i quadri di Ligabue abbondano di tigri, leoni e leopardi. Ci sono anche scimmie e serpenti, enormi tarantole, zebre ed elefanti. Fiere estremamente vive e forti. Fiere che emanano un incredibile fascino per l’esotico. Che, agli occhi di chi guarda, non risulta assolutamente di terza mano. Tutt’altro.

La figura umana, nelle opere di Ligabue, è quasi del tutto assente. Se si fa una sola eccezione. Se stesso. I numeri di autoritratti abbondano. La spiegazione potrebbe essere questa: egli non ebbe alcun maestro di pittura se non se stesso e la Natura. E dalla Natura ha tratto questa illuminazione: gli animali vedono le cose quali sono. Per questo cercava di trasformarsi in uno di loro. Prima di cominciare un quadro lui cercava di immaginarsi e di sentirsi realmente l’animale che stava per dipingere o per scolpire. Grugniva, tubava, ruggiva, si accovacciava. Cercava di essere il suo quadro. Il soggetto, in diverse forme era lo stesso. Se stesso.

Flavio Bucci (1947-2020) interpreta il pittore Antonio Ligabue nello sceneggiato Rai del 1977.
Flavio Bucci (1947-2020) interpreta il pittore Antonio Ligabue nello sceneggiato Rai del 1977.

«Ma fai solo bestie?» questo gli veniva criticato la maggior parte delle volte. Questo sentimento viene fatto emergere anche nel recente film di Giorgio Diritti Volevo nascondermi con Elio Germano (irriconoscibile) nel ruolo dello schivo artista. Interpretazione che gli è valsa l’Orso d’Argento per il miglior attore al Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Uscito in un anno, il 2020, in cui la figura dell’artista naïf è venuta fuori. Prima che con il film, anche con la scomparsa di Flavio Bucci, che aveva interpretato Ligabue nell’omonimo sceneggiato Rai (1977) di Salvatore Nocita. Bucci, infatti, è morto il 18 febbraio 2020, poco prima dell’uscita di Volevo nascondermi.

Lo sceneggiato e il film affrontano la figura del pittore in maniera completamente diversa. Nella prima è una agiografia accurata e brutale. Nelle quasi quattro ore complessive di durata si ha la possibilità di effettuare un arco narrativo del personaggio più ampio. Diretto e lirico è il film di Diritti. Prima dell’opera, il film racconta l’uomo che c’era dietro. Un uomo che, fin da bambino è stato vittima della crudeltà altrui. Per prima cosa perché era un immigrato.

Un irriconoscibile Elio Germano nei panni di Ligabue, interpretazione che gli è valsa l'Orso d'Argento a Berlino2020.
Un irriconoscibile Elio Germano nei panni di Ligabue, interpretazione che gli è valsa l’Orso d’Argento a Berlino2020.

Ligabue nasce come Antonio Costa nel 1899 a Zurigo, in Svizzera, da madre di origine friulana e padre ignoto. La madre si sposò successivamente con Bonfiglio Laccabue, che adottò il giovane Antonio e gli diede il suo cognome. Tuttavia Antonio visse, fin dalla più tenera età, con una famiglia affidataria svizzero-tedesca. A causa di rachitismo e gozzo, la sua non fu un’infanzia felice. Inoltre, nel 1913, la madre e i suoi tre fratelli morirono a causa di una intossicazione alimentare. Antonio ritenne Laccabue (sopravvissuto) il diretto responsabile della loro morte.

Tutto l’insieme lo portarono a un crollo psichico che lo condussero a diversi ricoveri in ospedale psichiatrico e, nel 1919, e l’espulsione dalla Svizzera. Venne quindi mandato nel paese di origine di Laccabue, ovvero Gualtieri in Emilia Romagna. Qua, non conoscendo una parola di italiano, venne dapprima visto come uno straniero. Divenne poi oggetto di derisione e diffidenza da parte dei popolani. In una parola, lo “scemo del villaggio”. Per anni Ligabue (si cambiò il cognome per distanziarsi dal Laccabue) visse in una capanna in mezzo ai boschi, come un animale, trovando conforto nel disegno e nel plasmare le creature con l’argilla del Po.

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Questo è uno degli aspetti che analizza con cura il film di Diritti. La voglia di dissociarsi e di essere altro rispetto alla mentalità di paese che lo circonda. Neppure quando otterrà la fama e il denaro questo lo cambierà. Una fuga dalla desolazione intrisa di rabbia. Una ferocia animale che esce da se stesso, che entra nei quadri e nella retina dello spettatore. E ci affascina in maniera catartica. Noi siamo animali sotto i vestiti e le buone maniere. Ma molti tendono a dimenticarselo.

Scheda film

  • Regia: Giorgio Diritti;
  • Soggetto e sceneggiatura: Giorio Diritti, Fredo Valla, Tania Pedroni;
  • Interpreti: Elio Germano (Antonio Ligabue), Pietro Traldi (Renato Marino Mazzacurati), Orietta Notari (madre di Mazzacurati), Fabrizio Careddu (Ivo), Maurizio Pagliari (Sassi), Andrea Gherpelli (Andrea Mozzalli), Francesca Manfredini (Cesarina), Gianni Fantoni (Antonini), Paola Lavini (Pina), Daniela Rossi (madre di Cesarina);
  • Origine: Italia, 2020;
  • Durata: 120’;
  • Temi: CINEMA, ARTE, ANIMALI.

Volevo nascondermi – Elio Germano è Antonio Ligabue, artista selvatico ultima modifica: 2020-04-05T08:00:28+02:00 da Emanuel Trotto

Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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