Cerchi nei prati tra mistero e leggende in Val Germanasca

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Cerchi nei prati tra mistero e leggende in Val Germanasca ultima modifica: 2024-05-07T06:04:25+02:00 da Francesco Rasero
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In Piemonte compaiono in primavera alcuni cerchi nei prati, la cui presenza rimanda alla leggendarie fantine, esseri magici che un tempo popolavano le montagne della Val Germanasca e dintorni

La loro forma è perfettamente circolare, con l’erba che assume un colore più scuro per alcuni centimetri e poi ritorna della stessa tonalità dei prati circostanti: sono i cerchi che, da alcuni anni, compaiono ogni primavera nei pressi di borgata Granero, che sorge a 1130 metri nel Comune di Perrero, in Val Germanasca (Piemonte).

cerchi nei prati piemonte
Uno dei cerchi presenti nei prati sopra borgata Granero, in Val Germanasca

Una presenza forse misteriosa, sicuramente affascinante, che si ripete in sei anelli di dimensioni differenti, racchiusi in una manciata di pascoli subito sopra le case della piccola frazione.

Anelli che per molti aspetti ricordano i cosiddetti “cerchi delle streghe” o “delle masche” (noti come Fairy Rings nel mondo anglosassone), già oggetto di storie e leggende fin dai secoli passati e oggi dotati di una spiegazione scientifica: la presenza di funghi che crescono e si sviluppano ad anello, andando a nutrire in maniera differente l’erba rispetto a quella vicina e facendola diventare più scura.

cerchi nei prati piemonte
Un fenomeno naturale o magico?

«Ma in questi anni abbiamo avuto sopralluoghi da parte di geologi e di botanici che si sono interessati a questo fenomeno, i quali non hanno mai riscontrato alcuna presenza fungina -alimenta il mistero Angelo Berton, chef di montagna specializzato in cucina con le erbe, il cui Circolo gastronomico si trova proprio nella borgata- Inoltre i cerchi proseguono, senza alcuna interruzione, anche dove ci sono le pietre di vecchi muretti a secco o sentieri lastricati».

cerchi nei prati piemonte
Lo chef Angelo Berton all’interno di un cerchio

La leggenda delle fantine

Qual è, allora, la spiegazione? Berton non ha dubbi: «Sono le fantine!», afferma convinto. E chi sono le fantine? «Esseri fatati, di genere femminile e di indole buona, che da tempo immemore hanno vissuto in queste vallate, a stretto contatto con la Natura».

Eppure, narra la mitologia locale, queste creature avrebbero lasciato la Val Germanasca e le zone circostanti nei decenni scorsi, a causa di conflitti con gli umani.

Berton mostra l’acero montano dalle sembianze materne

«Io sono convinto che alcune fantine dissidenti non siano andate via ma abbiano assunto sembianze diverse, incarnandosi in altri esseri viventi per restare qui -spiega lo chef- A poca distanza dai prati, nel bosco, c’è ad esempio un acero montano che ha le fattezze un un grembo materno, con le gambe che entrano nella terra».

Berton accompagna spesso i suoi ospiti anche a vedere un’altra curiosità, sempre nello stesso bosco vicino alla sua borgata: un cuore inciso nella corteccia di un faggio, realizzato in inverno dai denti di un cervo in cerca di cibo. «Mi piace pensare che sia stata una fantina, reincarnatasi in una cerva, che ha voluto mandare un messaggio al suo amato», racconta.

Il cuore intagliato con gli incisivi da un cervo nella corteccia di un faggio

I cerchi nei prati della Val Germanasca

Tornando però agli affascinanti cerchi nei prati sopra Perrero, lo chef racconta di vederli da almeno cinque o sei anni, notando che diventano più grandi di stagione in stagione.

«Io vivo qui da 13 anni, con mia moglie, e ci sono solamente altre due persone anziane ad abitare tutto l’anno la borgata -racconta- Abbiamo deciso di trasferirci per cambiare radicalmente vita: prima facevo il macellaio in una città dell’hinterland di Torino, ora cucino in gran parte piatti vegani realizzati con erbe raccolte da noi. E la Natura, in qualche modo, mi ricompensa anche con questi meravigliosi e misteriosi anelli che ricompaiono ogni anno».

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Nell’area sono presenti in totale sei anelli con l’erba di colore differente

I pascoli in cui sorgono i disegni di erba a forma circolare sono peraltro quelli che danno il nome al piccolo nucleo abitato -Granero, o Lou Granìe in patois– ovvero “il granaio”: qui, un tempo, si producevano infatti orzo, segale e grano che sfamavano migliaia di persone in tutta la valle, in quanto i meglio esposti.

«Ho saputo che fenomeni simili sono stati registrati in Scozia e in Irlanda -conclude Berton- Non è un caso che si tratti di Paesi celtici, così come l’antica presenza dei Celti in queste terre è ancora oggi testimoniata da toponimi e da rudimentali altari in pietra».

Nonché da alcune leggende riferite a magiche creature legate alla natura. Proprio come le fantine.

Dvergasteinn, la chiesa degli gnomi a Seydisfjordur in Islanda

[Foto di Francesco Rasero]

Cerchi nei prati tra mistero e leggende in Val Germanasca ultima modifica: 2024-05-07T06:04:25+02:00 da Francesco Rasero
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Giornalista pubblicista, dal 1998 scrive su carta stampata e online. Oggi è direttore responsabile di una testata locale e gestisce Altrov*e, start-up che si occupa di copywriting e comunicazione. Ha lavorato per oltre un decennio nel settore ambientale, oltre ad aver organizzato svariati eventi culturali, in ambito artistico, cinematografico e teatrale. È appassionato di viaggi, in particolare nell’area balcanica e nell’Est Europa, dove ha seguito (e segue) alcuni progetti di volontariato. Ama conoscere, progettare, fotografare e stare a contatto con le persone. Ma ancora di più ama il rugby, i suoi gatti e la sua nuova famiglia.

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