A Seydisfjordur, in Islanda, è possibile raggiungere Dvergasteinn, la chiesa degli gnomi, che sorge affacciata sul fiordo in un luogo magico
La chiesa degli gnomi esiste davvero: si chiama Dvergasteinn e sorge in Islanda, in località Vestdalseyri, a qualche chilometro dal paese di Seydisfjordur, uno dei villaggi più celebri e visitati dei fiordi orientali.
Per raggiungerla occorre costeggiare la riva sinistra del lungo fiordo con il paese alle spalle. Si cammina immersi nella natura, riempiendosi gli occhi della bellezza di un paesaggio mozzafiato, e con la possibilità di alcune tappe lungo il percorso.

Storia e leggende della chiesa degli gnomi in Islanda
La “chiesa” è una roccia alta oltre due metri dalla forma triangolare, che rimanda alla facciata di molte cattedrali nordiche.

Particolarità di questo masso è quella di essere costellato di diversi buchi, sul lato che si affaccia sul fiordo: sono fori irregolari e levigati, di svariate dimensioni, con i più grandi che misurano anche una decina di centimetri di raggio.
Si tratta di particolari formazioni rocciose, che paiono essere state formate dal gelo, dal sale marino e dall’erosione del vento.

La leggenda di Dvergasteinn vuole che, al loro interno, trovino riposo gli gnomi -o elfi, o nani, secondo altre narrazioni- e che tali creature non vadano assolutamente disturbate, ad esempio cercando di infilare la testa o le mani all’interno della roccia.
I minuscoli abitanti, al contrario, paiono gradire eventuali offerte, come conchiglie, sassolini presi dalla vicina spiaggia, fiori o piccoli oggetti personali, che i visitatori lasciano oggi con cura nelle varie fessure.
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Lì vicino, un tempo, sorgeva anche la chiesa “degli umani”.
Essendo però scomoda da raggiungere da parte di gran parte degli abitanti del fiordo, visto anche il calo demografico di Vestdalseyri a fine Ottocento, fu spostata nel cuore di Seydisfjordur.
Si tratta dell’attuale chiesetta azzurra, che si trova sul lato est del paese, al termine della celebre passeggiata arcobaleno, per la cui costruzione si dice vennero usati anche alcuni materiali provenienti dalla vecchia canonica.

Per non separare però del tutto i due edifici, e i relativi mondi, una replica in miniatura della roccia popolata dagli gnomi è stata installata proprio a fianco della nuova canonica.
Se si osserva con attenzione il prato a fianco dell’edificio azzurro, infatti, è possibile scorgere una pietra alta alcuni centimetri, anch’essa di forma triangolare.
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Come arrivare a Dvergasteinn e cosa vedere lungo la strada
La chiesa degli gnomi di Dvergasteinn si trova in riva al mare, al termine di un sentiero scarsamente segnalato che, dalla strada principale che attraversa Vestdalseyri, scende verso il fiordo attraverso alcuni prati.

Per arrivarci occorre innanzitutto percorrere circa sette chilometri lungo la strada 951 che unisce il centro di Seydisfjordur, partendo proprio a fianco della chiesetta azzurra, alle fattorie di Vestdalseyri.
Si tratta di una pista sterrata ma facilmente percorribile anche in auto, almeno nella bella stagione.
A piedi, calcolate almeno un paio d’ore di cammino per la sola andata e altrettante per il ritorno; non vi sono dislivelli significativi.

Giunti a Vestdalseyri, si nota un vecchio segnale stradale giallo e azzurro con la scritta “Dvergasteinn” e, poco più avanti, si trova anche un cartello con alcune informazioni, in islandese e in inglese.
Da lì si può procedere esclusivamente a piedi: occorre innanzitutto superare una staccionata, agevolati dalla presenza di una scaletta in legno appositamente piazzata, e camminare cinque minuti in discesa attraverso i campi, fino alla costa.

D’improvviso, la curiosa sagoma triangolare compare nei pressi di una piccola spiaggetta di sassi scuri. Le coordinate GPS sono le seguenti: N65.2908256 W13.9242281.
La chiesa degli gnomi si può raggiungere anche via mare, ad esempio con alcune escursioni in gommone organizzate dalle guide turistiche presenti a Seydisfjordur, ma l’attracco è difficoltoso: in quel caso, infatti, ci si limita a osservarla dal mare, ad alcuni metri di distanza.

Lungo il tragitto tra Seydisfjordur e Vestdalseyri-Dvergasteinn merita sicuramente una tappa anche la spettacolare cascata di Vestdalsfossar, all’incirca a metà strada, raggiungibile a piedi con una passeggiata in salita di una decina di minuti.
È composta da due salti principali e sono presenti appositi punti di osservazione in legno per osservarli da diverse prospettive, ammirando anche lo splendido paesaggio che dalla cascata degrada verso il fiordo.

C’è anche un parcheggio dove lasciare l’auto, che sorge al centro di alcune rovine risalenti ai secoli scorsi, quando nell’area sorgeva un insediamento umano, dedito soprattutto alla pesca, che alcuni decenni fa è stato però completamente abbandonato.
Oggi è possibile soltanto scorgere dei ruderi, spesso limitati al perimetro esterno degli edifici, di quelle che un tempo erano case e capanni di lavorazione del pesce.

Seydisfjordur, il villaggio arcobaleno ricco di arte
Seydisfjordur (Seyðisfjörður secondo la grafia corretta islandese) è un villaggio di circa 400 abitanti che sorge in uno dei fiordi orientali dell’Islanda.
È noto per essere il capolinea del traghetto che unisce l’isola di ghiaccio a Hirtshals, in Danimarca, con oltre 60 ore di navigazione; di recente è diventato anche tappa per alcune navi da crociera. In auto si arriva tramite la strada 93 da Egilsstadir.

Si tratta di uno dei luoghi iconici islandesi, grazie alla sua passeggiata arcobaleno, realizzata dagli abitanti del paese nel 2016, la prime di tante simili oggi diffuse in diverse parti d’Islanda.
La Rainbow Street viene ridipinta ogni anno all’inizio dell’estate e attraversa tutta la via centrale Norðurgata e sulla quale cui si affacciano alcuni locali, negozi e case decorate da artisti, per finire proprio davanti alla già citata chiesa azzurra (Seyðisfjarðarkirkja).

Seydisfjordur è un animato centro turistico, che ospita anche diverse opere d’arte contemporanea, grazie anche alla presenza -proprio nel cuore del villaggio- dello Skaftfell Art Center, centro regionale per le arti dell’est Islanda.
All’esterno di questa struttura si trova l’installazione “The Throne of Poseidon“: opera degli artisti Óskar Jónasson, Stefán Jónsson e Hrafnkell Sigurðsson, un enorme trono multicolore, realizzato con oggetti in plastica (e non solo) recuperati in mare, come boe, remi, attrezzature da pesca e simili.

Da segnalare, infine, subito fuori dal centro abitato, sulla riva del fiordo opposta a quella di Dvergasteinn, anche Tvísöngur, scultura sonora opera dell’artista tedesco Lukas Kühne.
Si tratta di cinque cupole in cemento di diverse dimensioni, interconnesse tra loro, ciascuna delle quali ha una risonanza che corrisponde a un tono nella tradizione musicale islandese dell’armonia a cinque toni e serve da amplificatore per quel tono. La si raggiunge a piedi, con un’escursione di circa 15 minuti.
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[Foto-servizio di Eleonora Anello e Francesco Rasero © eHabitat.it]
