A Lavarone (TN), rinasce il Drago Vaia. La scultura risorge dalle ceneri dell’opera precedente di Marco Martalar, distrutta da un incendio l’estate scorsa
Il Drago di Lavarone è la nuova Araba Fenice. Come il leggendario uccello, la scultura è risorta dalle sue ceneri, dopo essere stata distrutta nell’estate 2023. Lo ha annunciato lo stesso creatore, l’artista veneto Marco Martalar parlando di una vera e propria rinascita del Drago di Vaia.
Drago di Lavarone, l’opera in legno più grande d’Europa simbolo di rinascita
Un esempio di maestria oltre che di resilienza, in un’epoca in cui l’inciviltà di pochi regna sovrana sul buonsenso di molti.
A ospitare la “reincarnazione” della maestosa scultura lignea è ancora una volta la frazione di Magré nel Comune di Lavarone (Trentino-Alto Adige).
Un simbolo di speranza
Facciamo un salto indietro nel tempo. Da dove è nato il Drago di Vaia? La scultura, nota anche con l’appellativo di Drago di Lavarone, ha alle proprie spalle una storia particolare. Il legno che componeva l’opera iniziale proveniva dai boschi distrutti dalla tempesta Vaia del 2018 e dai resti dell’Avez del Prinzep, l’abete bianco più alto d’Europa, morto nel novembre del 2017.
Una scultura pensata come simbolo di rinascita, quindi, che è stata tuttavia vittima di un incendio avvenuto il 21 agosto 2023. Un accadimento di cui, purtroppo, non si conoscono ancora i colpevoli.
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La rinascita del Drago di Vaia
La fiamma che anima i veri artisti si rivela però decisamente più intensa del fuoco appiccato dalle mani di ignoti. Lo ha dimostrato Martalar, dando nuova vita al Drago di Vaia.
“Con le sue 6 tonnellate di legno carbonizzato – ha commentato l’artista – 16 metri di lunghezza e 7 in altezza, è la scultura di Drago in legno più grande del mondo. Realizzato con le radici della tempesta Vaia porta con sé la memoria di quello che è successo al suo predecessore”.
Per ricomporre l’opera, infatti, Martalar ha utilizzato dei resti provenienti dall’incendio, aggiungendoli ad altri pezzi di legno che ha volutamente bruciato.
“Questo nuovo Drago – ha precisato l’artista – non è solo un guardiano a monito del rapporto tra essere umano e natura, ma è un custode di memoria, di storie, un simbolo di rinascita e resilienza”, che ricorda “come gli esseri umani dovrebbero restare sempre umili davanti a madre natura”.
Consigli per la visita al Drago di Lavarone
Il Drago di Lavarone è già visitabile ma l’inaugurazione è in programma per l’1 luglio alle 11:00.
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Nella propria pagina Facebook, Lavarone Green Land, gruppo di privati, Associazioni ed Enti che cooperano per la valorizzazione del territorio sotto un ideale di sviluppo sostenibile, ha fornito una serie di suggerimenti per la visita alla nuova scultura.
Si raccomanda di non recarsi in auto, oltre che di mostrare rispetto per le persone e per le proprietà private. L’ingresso a Magré è video-sorvegliato. Se lo si effettua senza autorizzazione, si può essere sanzionati.
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Si consiglia inoltre di utilizzare i parcheggi indicati per la visita al Drago di Vaia, rintracciabili su Google Maps, o in alternativa di lasciare l’automobile nelle località Bertoldi o Gionghi-Cappella. Da lì ci si può avventurare a piedi, adeguatamente attrezzati per una camminata.
Una volta giunti a destinazione, “la regola d’ordine è rispetto”, ha precisato il Lavarone Green Land, raccomandando di ammirare l’opera, di non toccarla e di tenere un tono di voce moderato.
[Photo Credits: Lavarone Green Land]
