Legambiente assegna le Bandiere Verdi 2022 a 19 realtà innovative che valorizzano il fragile ecosistema montano nel rispetto dell’ambiente
Sono amministrazioni locali, enti del Terzo Settore, intere comunità, ma anche imprese e start-up. Sono le 19 realtà premiate da Legambiente con le Bandiere Verdi 2022, accomunate dalla capacità di far vivere l’arco alpino con progetti ambientalmente sostenibili. Da vent’anni Legambiente assegna questo prezioso riconoscimento all’interno della Carovana delle Alpi e, in questo importante anniversario, la campagna si mostra sempre più attuale. Reso fragile dalla crisi climatica e dallo sfruttamento eccessivo delle risorse, l’ecosistema alpino ha ora più che mai bisogno di nuove progettualità che sappiano tutelarne la bellezza.
I vincitori delle Bandiere Verdi 2022
Le 19 Bandiere Verdi 2022 sono delle piccole perle che, con la loro attività, valorizzano il territorio montano nel rispetto dell’ambiente. C’è chi promuove il turismo sostenibile e lento, chi si dedica all’agroalimentare slow, chi fa innovazione in alta quota, e ancora chi tesse reti nella comunità locale. Il filo rosso che le collega è “una certa idea di futuro”, come dichiara la Responsabile Alpi di Legambiente Vanda Bonardo. “I tanti protagonisti delle Bandiere Verdi ci hanno dimostrato e stanno dimostrando giorno per giorno che un modo diverso di vivere e di costruire sviluppo locale è possibile”.
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Le regioni alpine a ricevere più Bandiere Verdi nel 2022 sono il Piemonte e il Friuli-Venezia Giulia, con rispettivamente 4 riconoscimenti a testa. Seguono Lombardia e Trentino (3 bandiere ciascuna), Veneto (2 vessilli) e infine Liguria e Alto Adige con 1 riconoscimento. Infine, una Bandiera Verde ha rilevanza nazionale: è quella assegnata ad Appia, la Rete della Pastorizia Italiana, per l’avvio della Scuola Nazionale di Pastorizia.
Le storie virtuose delle Bandiere Verdi 2022
Colpisce la diversità di soggetti premiati con le Bandiere Verdi 2022. Ci sono cooperative come Brigì, la cooperativa di comunità nata a Mendatica, nell’entroterra ligure, dalla volontà di un gruppo di giovani di tener viva la valle. Ci sono riusciti, valorizzando l’ambiente naturale in cui sono immersi, promuovendo il turismo responsabile e creando nuovi posti di lavoro. Nel bellunese si incontra invece la famiglia che ha fondato l’Azienda Agricola Damos, scegliendo coraggiosamente di tornare a vivere in una montagna in via di spopolamento. Con la coltivazione di fiori e l’apertura di un punto ristoro, ha fatto rivivere con creatività un borgo dimenticato.
Ci sono iniziative che nascono dal sogno dei singoli e dalla loro tenacia negli anni, come quella di Andrea e Maria Schneider. Si tratta di una Bandiera Verde speciale, dedicata alla memoria dei due coniugi recentemente scomparsi che hanno saputo trasformare la Valle Maira in una meta turistica ambita dagli amanti dell’outdoor.
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E infine ci sono Bandiere Verdi assegnate alle Amministrazioni Comunali, dimostrazione che una collaborazione virtuosa tra settore pubblico, privato e cittadinanza è possibile. È il caso del Comune di Rotzo, in provincia di Vicenza, dove su spinta dell’amministrazione è nata una rete tra comunità, agricoltori, storici, progettisti e volontari per la realizzazione dell’Ecomuseo Cimbro dei Sette Comuni. Più a est, nell’udinese, il Comune di Resia ha stimolato la partecipazione attiva della comunità nel disegnare il futuro della Valle. Ne è nato un piano comunale partecipato che affronta vari temi, dall’utilizzo delle risorse naturali al welfare di prossimità.
Le Bandiere Nere di Legambiente
Ciascuna delle 19 storie insignite delle Bandiere Verdi 2022 meriterebbe una narrazione approfondita. La Carovana delle Alpi ha però un altro volto, quello delle Bandiere Nere, assegnate alle pratiche dannose che provocano lacerazioni nel territorio montano. Sono il simbolo di un’economia che guarda al passato, già raccontata nel report Nevediversa di Legambiente. Quest’anno sono state assegnate 10 Bandiere Nere: 3 in Piemonte, 1 in Valle d’Aosta, 1 in Lombardia, 1 in Alto Adige, 1 in Trentino, 1 in Veneto, 1 in Friuli-Venezia Giulia e 1 speciale nelle Marche.
La Regione Piemonte si aggiudica una Bandiera Nera per l’investimento di 2,5 milioni di euro in 4 piccole stazioni sciistiche del cuneese sotto i 2000 metri. Una scelta insostenibile in un momento in cui il surriscaldamento globale rende le precipitazioni nevose sempre meno affidabili e ad altitudini sempre più elevate. Anche il comune di Cortina si tinge di nero per la decisione di voler costruire una pista da bob per le Olimpiadi. Una scelta che comporterà l’esborso di almeno 61 milioni di euro, consumo di suolo e abbattimento di alberi. Ad opporsi non sono solo gli ambientalisti, ma anche lo stesso Comitato Olimpico.
Le Marche si vedono assegnare una Bandiera Nera honoris causa, pur trovandosi al di fuori del territorio alpino. Ad attirare l’attenzione di Legambiente è l’investimento anacronistico di 36 milioni di euro per rilanciare il comprensorio montano di Sarnano, sui Monti Sibillini. Anche in questo caso, la ricetta delle piste da sci in territori di bassa montagna lascia intravedere un insostenibile futuro di innevamento artificiale.