Prevenzione dello Sfruttamento dell'Ambiente nelle Guerre

Giornata Internazionale per la Prevenzione dello Sfruttamento dell’Ambiente nelle Guerre, quando la natura diventa una vittima

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Giornata Internazionale per la Prevenzione dello Sfruttamento dell’Ambiente nelle Guerre, quando la natura diventa una vittima ultima modifica: 2021-11-06T00:01:26+01:00 da Carla Clúa Alcón
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Oggi 6 novembre è la Giornata Internazionale per la Prevenzione dello Sfruttamento dell’Ambiente nelle Guerre

Sebbene l’umanità abbia sempre contato le vittime di guerre in termini di soldati e civili morti e feriti, città distrutte e mezzi di sussistenza, l’ambiente è rimasto, spesso, una vittima nascosta dei conflitti armati. Nelle guerre, i pozzi d’acqua sono stati inquinati, i raccolti bruciati, le foreste abbattute, il suolo avvelenato e gli animali uccisi per ottenere vantaggi militari. Oggi 6 novembre è la Giornata Internazionale per la Prevenzione dello Sfruttamento dell’Ambiente nelle Guerre e nei Conflitti Armati, una ricorrenza per sensibilizzare gli individui sugli effetti dannosi degli eventi bellici sulla natura.

Il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) ha rilevato che negli ultimi 60 anni, almeno il 40% di tutti i conflitti interni è stato collegato allo sfruttamento delle risorse naturali, siano esse risorse di alto valore come legname, diamanti, oro e petrolio o risorse scarse come terra fertile e acqua. È stato anche riscontrato che i conflitti che coinvolgono le risorse naturali hanno il doppio delle probabilità di ricaduta.

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Per le Nazioni Unite, è molto importante che l’azione sull’ambiente sia parte delle strategie di prevenzione dei conflitti e del mantenimento e della costruzione della pace, perché non può esserci pace duratura se le risorse naturali che sostengono i mezzi di sussistenza e gli ecosistemi vengono distrutti. […] Se vogliamo raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, dobbiamo agire con coraggio e urgenza per ridurre i rischi che il degrado ambientale e il cambiamento climatico presentano per i conflitti e impegnarci a proteggere il nostro pianeta dagli effetti debilitanti della guerra”, sostiene il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres.

Infatti, i cambiamenti climatici non fanno altro che aumentare i rischi di conflitti armati, comportando delle gravissime conseguenze non solo per gli habitat ma anche per la salute di milioni di persone a breve e lungo termine: parti del territorio del Belgio e della Francia soffrono ancora della contaminazione di metalli pesanti utilizzati nelle armi della Prima Guerra Mondiale. I conflitti in Afghanistan hanno distrutto più della metà delle foreste del Paese, mentre in Colombia e nella Repubblica Democratica del Congo la guerra ha fatto sparire interi ecosistemi.

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L’ambiente non è solo una vittima, ma anche un’arma. Come detto in precedenza, per conseguire vantaggi militari, vengono inquinati pozzi d’acqua, bruciati raccolti e foreste o avvelenati terreni. Questo è stato il caso del Vietnam, dove sono state eliminate intere foreste con agenti chimici per stanare combattenti nemici.

La protezione dell’ambiente, sia nei conflitti armati che in generale, deve essere una priorità per la cooperazione internazionale. La pace mondiale può essere promossa soltanto attraverso un approccio rispettoso con l’ambiente, che tenga conto delle priorità degli ecosistemi e che eviti, così, la loro distruzione.

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Laureata in giornalismo, vive a cavallo tra l'Italia e la Spagna. Nata nel 1996 a Tarragona (Catalogna), sta conseguendo una Laurea Magistrale in Scienze Internazionali all'Università di Torino. Ha lavorato in diversi media spagnoli, televisione, radio e giornali. Le sue passioni sono viaggiare, scrivere, conoscere la politica e imparare le lingue –ne parla sei!-. Amante del buon cibo, è sempre alla ricerca del sole e del mare.

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