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Il caucciù sta per finire, la gomma naturale rischia di scomparire

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Il caucciù sta per finire, la gomma naturale rischia di scomparire ultima modifica: 2021-04-15T06:34:11+02:00 da Carla Clúa Alcón
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Il cambiamento climatico, il calo dei prezzi globali e un parassita hanno messo a rischio le riserve di caucciù, materiale ecologico al 100%

Si tratta di uno dei materiali più utilizzati e pregiati data la sua eccezionale resistenza, impermeabilità e flessibilità. Forse per questo motivo, sta per esaurirsi. La gomma naturale, ovvero il caucciù, rischia di scomparire e gli scienziati si sono messi all’opera per cercare una soluzione.

Il caucciù è un prodotto naturale ottenuto dall’estrazione del lattice di alcune piante, come ad esempio l’Hevea brasiliensis. Usato in pneumatici, suole delle scarpe o preservativi, nell’ultimo anno ha svolto un ruolo chiave nella produzione di dispositivi di protezione utilizzati da medici e infermieri di tutto il mondo. Purtroppo, ci sono tre motivi principali che minacciano la durevolezza del prodotto: il cambiamento climatico, il calo dei prezzi globali e un parassita che infesta le piante.

La minaccia della peronospora sudamericana

L’85% della fornitura globale di gomma naturale -ovvero circa 20 milioni di tonnellate all’anno- è prodotto da piccoli agricoltori che lavorano nelle foreste tropicali. Oggi, le piantagioni sono principalmente in Thailandia, Indonesia, Cina e Africa Occidentale, dove si spoglia la corteccia degli alberi per estrarre una linfa bianca lattiginosa. Successivamente, essa viene modellata in fogli e asciugata al sole.

Purtroppo, l’albero Hevea brasiliensis è fortemente minacciato dalla peronospora sudamericana, un patogeno che ha spazzato via l’industria della gomma nel Brasile, paese di origine della pianta. Gli stretti controlli hanno, per ora, contenuto la malattia in Sud America, ma il suo arrivo in Asia è inevitabile.

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Il cambiamento climatico

Anche il cambiamento climatico sta aggravando la situazione: la produzione in Thailandia è stata fortemente colpita da siccità e inondazioni negli ultimi anni. Questo ha diffuso microbi patogeni e ha rovinato le piantagioni.

La crisi della domanda e dell’offerta del caucciù

Un aumento della domanda di gomma e una riduzione dell’offerta dovrebbero essere una buona notizia per gli agricoltori. Sfortunatamente, non è così. 

Il prezzo della gomma è fissato dal Shanghai Futures Market, dove si specula sul suo valore e normalmente esso non ha nulla a che fare con il costo di produzione. Il prezzo della gomma per tonnellata può variare da un mese all’altro fino a tre volte, e negli ultimi anni è rimasto su valori molto bassi. I prezzi bassi costringono gli agricoltori a sfruttare i loro alberi per ottenerne più gomma, indebolendo le piante e rendendole più suscettibili alle malattie.

Tutti questi fattori fanno si che oggi l’offerta di gomma naturale non è al passo con la domanda. Mentre esiste una grave carenza di caucciù, la domanda continua ad aumentare. Soprattutto adesso, in cui le nostre abitudini sono cambiate e, ad esempio, la preoccupazione per la sicurezza sanitaria nei trasporti pubblici ha portato a un maggiore acquisto di veicoli e quindi a una crisi dell’inventario dei produttori di pneumatici.

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Possibili soluzioni

Gli scienziati stanno già cercando possibili soluzioni per arginare questa crisi. La strada che al momento sembra più percorribile è quella di dimenticare i Hevea brasiliensis e utilizzare il dente di leone del Kazakistan (Taraxacum kok-saghyz) per produrre caucciù. Anche se questa pianta produce molta meno gomma, è pronta per la raccolta in tre mesi e genera una grande quantità di semi, il che lo rende facile da ripiantare.

L’urgenza di aumentare la produzione di caucciù non farà altro che intensificarsi. La domanda globale continuerà a crescere, soprattutto con l’arricchimento dei paesi in via di sviluppo. Ci sono già segnali di cambiamento, come l’adesione di molti dei grandi produttori di pneumatici alla Global Platform for Sustainable Natural Rubber, che vieta l’acquisto di gomma coltivata su terreni deforestati. Nonostante ciò, bisogna ancora andare avanti per trovare come assicurare l’offerta di caucciù, ma soprattutto come farlo in un modo sostenibile.

[Immagine in copertina @Wikipedia]

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Laureata in giornalismo, vive a cavallo tra l'Italia e la Spagna. Nata nel 1996 a Tarragona (Catalogna), sta conseguendo una Laurea Magistrale in Scienze Internazionali all'Università di Torino. Ha lavorato in diversi media spagnoli, televisione, radio e giornali. Le sue passioni sono viaggiare, scrivere, conoscere la politica e imparare le lingue –ne parla sei!-. Amante del buon cibo, è sempre alla ricerca del sole e del mare.

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