Avete sentito parlare di “fattorie della bile”?
Site nel sud-est asiatico, sono allevamenti intensivi dove vengono detenuti e sfruttati, in condizioni terribili, principalmente gli orsi dal collare (Ursus thibetanus) ai quali viene estratta periodicamente la bile, tramite un catetere, per tutta la durata della loro vita.
Questo per assecondare la medicina tradizionale cinese, che considera la bile di orso una cura miracolosa per molti mali.
L’orso può sopravvivere anni in queste condizioni precarie, tra sofferenze e malattie, finché non sopraggiunge la morte.
Risale a luglio la bella notizia che il Vietnam ha messo la parola fine a questi lager. L’associazione no-profit Animal Asia di Jill Robinson, grazie all’impegno costante fin dagli anni Novanta, è riuscita a trovare un accordo con il governo vietnamita, che si impegnerà a chiudere le fattorie e a trasferire gli esemplari liberati in rifugi appositi.
Ma l’impegno non si ferma qui. In territori limitrofi, soprattutto in Cina, questa pratica è ancora attiva e legale.
La storica decisione del Vietnam, insieme alle pressioni di Animal Asia e un’informazione sempre più dettagliata sui possibili alternativi alla bile, rappresentano lo spiraglio di luce nel futuro degli “orsi della luna”, sacrificati in nome di un business superfluo dalla sempre impietosa mano dell’uomo.
