Oggi 22 settembre si celebra, come ogni anno, la Giornata Mondiale del Rinoceronte. Un ottimo pretesto per (continuare a) sensibilizzare l’opinione pubblica e informarla riguardo a questi magnifici animali e ai rischi che corrono.
Il bracconaggio è sicuramente il nemico numero uno di questi pacifici erbivori, alimentato dalle avide richieste di corna da parte del mercato nero e della medicina tradizionale cinese. L’uccisione incontrollata rende sempre più concreto un rischio comune a molte specie animali: l’estinzione.
Attualmente sopravvivono nel mondo solo 5 specie di rinoceronte. Tre si trovano in Asia: il rinoceronte indiano, il rinoceronte di Sumatra e il rinoceronte di Giava. Due sono africane (le più minacciate): il rinoceronte nero e il rinoceronte bianco. Di quest’ultima specie, la sottospecie rinoceronte bianco settentrionale ebbe come famoso esponente Sudan, l’ultimo maschio del suo genere che viveva sotto scorta armata in una riserva kenyota.
Sudan è morto all’età di 45 anni nel marzo 2018 con la presenza di sole due esponenti femmine ancora in vita: questa sottospecie può definirsi praticamente estinta. Una simile sorte sta toccando anche le specie delle isole asiatiche (Giava e Sumatra), sempre più frammentarie.
Negli ultimi anni, grazie ai progetti di ripopolamento e al combattimento del commercio illegale, la popolazione di rinoceronti africani si sta timidamente risollevando, ma le minacce non finiscono.
Approfittiamo della Giornata Mondiale del Rinoceronte per ricordarci che anche il resto dell’anno questi animali hanno bisogno dell’attenta consapevolezza di ognuno di noi per scongiurare il sempre troppo concreto rischio di estinzione totale.
