Risale a circa un anno fa la decisione della Cina di bandire il commercio di avorio, un’importantissima svolta positiva per la salvaguardia degli elefanti da tempi immemori minacciati dai bracconieri.
Notizie più recenti e meno positive riportano però che la stessa Cina (imprevedibilmente e abolendo un divieto che risaliva al 1993) avrebbe legalizzato l’utilizzo di corna di rinoceronte e ossa di tigre per l’impiego nella medicina tradizionale.
Seppur con la restrizione che le “materie prime” provengano da animali allevati in apposite farms, il Wwf e gli ambientalisti nutrono serie preoccupazioni: è plausibile il rischio che tutti gli sforzi svolti finora per proteggere questi animali siano stati vani.
Nonostante la discutibile postilla della cattività, sarebbe molto difficile controllare adeguatamente questo commercio legalizzato in modo che non sfoci nell’illegalità, coinvolgendo le poche popolazioni di animali liberi.
L’abolizione del divieto porterebbe alla crescita della domanda interna, che per essere soddisfatta rischierebbe di stimolare metodi illeciti e mercato nero.
Cosa potrebbero pensare i poveri animali, la cui libertà è ancora una volta messa a rischio per soddisfare qualche sfizio umano? Potrebbero spingersi a chiedere asilo agli zoo. Sarebbe un paradosso, ma se potessero scegliere il tipo di cattività preferito, sceglierebbero quello che li manterrebbe in vita.