Food Waste Index Report 2021

Spreco alimentare, milioni di tonnellate di cibo nella spazzatura

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Spreco alimentare, milioni di tonnellate di cibo nella spazzatura ultima modifica: 2021-03-12T07:22:10+01:00 da Fabiana Re
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L’allarme lanciato dal Food Waste Index Report 2021 delle Nazioni Unite: lo spreco alimentare è stato finora sottostimato

La terza nazione più inquinante della Terra potrebbe chiamarsi Sprecolandia e sarebbe costituita da tutto il cibo sprecato a livello mondiale. A restituire un’idea della drammatica dimensione assunta da questo fenomeno è il Food Waste Index Report 2021, redatto dalle Nazioni Unite e dalla no profit inglese WRAP.

Tutti i numeri dello spreco alimentare

Secondo l’UNEP, agenzia delle Nazioni Unite per l’ambiente, nel 2019 sono state sprecati 931 milioni di tonnellate di cibo, ovvero il 17% della produzione alimentare globale. Buona parte della responsabilità pesa sulle spalle delle famiglie: è nelle case che si consuma il 61% degli sprechi alimentari, pari a circa 570 milioni di tonnellate. “Dobbiamo affrontare il tema del comportamento dei consumatori, in tutti i contesti culturali”, riflette Inger Andersen, Direttore Esecutivo dell’UNEP.

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Il report rivela che mediamente ciascuna persona spreca 74 kg di alimenti ogni anno. I dati italiani collocano il nostro paese leggermente al di sotto della media globale, con 67 kg di cibo gettato pro capite; i nostri vicini francesi fanno peggio (85 kg), mentre l’Austria si colloca tra le nazioni più virtuose con 39 kg pro capite. A sorprendere è il fatto che lo spreco alimentare non è un fenomeno che riguarda solo gli Stati a reddito elevato. I loro dati infatti non si discostano molto da quelli rilevati in paesi a reddito medio-alto e medio-basso.

Food Waste Index Report 2021, un’indagine senza precedenti

Il Food Waste Index Report 2021 è la più complessa e attendibile stima dello spreco alimentare mai prodotta. Finora è stato difficile valutare la reale dimensione del fenomeno, così come i suoi impatti: questo perché ci si basava su un ristretto campione di Stati e su dati poco aggiornati. Lo sforzo dell’UNEP nella redazione di questo rapporto non produce risultati definitivi, ma piuttosto traccia un percorso per affinare il metodo di quantificazione degli sprechi. L’Agenzia suggerisce agli Stati come migliorare le proprie stime, segnalando che ad oggi solo 17 nazioni sono in grado di fornire dati di alta qualità. Più lacunose sono invece le statistiche relative ai paesi a basso reddito. Un altro problema ricorrente nelle rilevazioni nazionali è la mancata suddivisione tra parti edibili e non edibili del cibo gettato via.

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L’obiettivo: dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030

Nonostante le difficoltà metodologiche, risulta chiaro che finora si ha sottostimato l’entità dello spreco alimentare. Questa consapevolezza rende ancora più sfidante l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 12 delle Nazioni Unite: dimezzare gli sprechi di cibo entro il 2030. Secondo Marcus Gover, CEO di WRAP, “con solo 9 anni a disposizione, non raggiungeremo l’obiettivo se non aumenteremo significativamente gli investimenti nell’affrontare lo spreco alimentare”. Questo comporta gli impatti ambientali correlati alla produzione di cibo (pressione su suolo e biodiversità, inquinamento, uso di acqua) senza nutrire le persone. “Gli sprechi alimentari nutrono solo il cambiamento climatico”, avvertono le Nazioni Unite. In un anno in cui una pandemia provocata dallo sfruttamento delle risorse ha aumentato il numero di persone in povertà che non possono permettersi una dieta sana, ciò dovrebbe farci riflettere.

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Studentessa torinese di Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio, trascorre il suo tempo a districarsi tra molteplici passioni e a rincorrere mille sogni. Tra lettura, disegno, scrittura creativa ed esperimenti di cucina vegana di alterno successo, i giorni di sole 24 ore finiscono sempre troppo in fretta.

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