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Fascia Verde a Roma, le proposte delle associazioni ambientaliste per la mobilità sostenibile

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Fascia Verde a Roma, le proposte delle associazioni ambientaliste per la mobilità sostenibile ultima modifica: 2023-07-03T06:20:21+02:00 da Marco Grilli
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Con un documento unitario le associazioni ambientaliste forniscono proposte per rafforzare il progetto ZTL Fascia Verde a Roma

Le associazioni ambientaliste e per la mobilità sostenibile non hanno dubbi: la ZTL Fascia Verde a Roma è sempre più urgente e necessaria per rendere la Capitale più sana e vivibile.

Undocumento unitario – sottoscritto da Clean Cities Campaign, A Sud Onlus, Bike to School Roma, Cittadini per l’aria, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Legambiente, Salvaiciclisti Roma, Transport & Environment, WWF Italia – invita l’amministrazione romana a procedere speditamente con il progetto e ad inserire le misure integrative necessarie ad assicurare la sua efficacia ed equità, sia nel breve che nel lungo periodo.

Per i sottoscrittori, la nuova Fascia Verde rappresenta “un passaggio cruciale verso la riduzione dell’inquinamento dell’aria in città e la transizione verso una mobilità sostenibile e, in futuro, a zero emissioni”, accomunando Roma a centinaia di altre città europee, “che negli ultimi due decenni hanno inserito sempre più limitazioni all’accesso e alla circolazione dei veicoli inquinanti, con le cosiddette low-emission zones (LEZ), in italiano ‘zone a basse emissioni’’ ”.

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In sintesi, un vero progetto green che mette al centro le persone e mira a ridurre le morti e i costi collettivi dello smog in città, tramite la decarbonizzazione dei trasporti. “Installare i varchi telematici e aggiornare il progetto era una scelta obbligata e improrogabile – scrivono le associazioni nel documento unitario -, lo esigevano la normativa regionale […] e le stesse delibere approvate dalle precedenti giunte di Roma, che hanno man mano ristretto la possibilità per i veicoli più inquinanti di accedere e circolare prima nell’Anello Ferroviario e poi nell’area PGTU denominata Fascia Verde”.

Il problema dell’inquinamento atmosferico a Roma

La Città Eterna è letteralmente asfissiata dallo smog, basti pensare che qui il solo biossido di azoto è responsabile di una morte su 16 e si ritrova in concentrazioni (33 µg/m3) superiori di oltre tre volte al limite indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (10µg/m3).

Di conseguenza risultano altissimi i costi per gli individui e per la collettività dovuti all’inquinamento atmosferico: ogni romano spende in media circa 1.600 euro all’anno e secondo i recenti calcoli dell’Agenzia europea dell’ambiente i tre principali inquinanti (NO2, PM2.5 e O3) provocano quasi cinquemila morti evitabili in tutta la provincia.

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I cittadini della Capitale non ne possono più di traffico e smog, come dimostra un sondaggio condotto nel 2021 dall’istituto di ricerca YouGov, da cui è emerso che l’84% di loro pretende che l’amministrazione comunale si impegni di più per proteggerli dall’inquinamento atmosferico.

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D’altronde sono sempre più numerosi gli studi recenti che evidenziano i vantaggi apportati dalle zone a basse emissioni, che riducono anche di un terzo le quantità dei principali inquinanti dell’aria, accelerano il rinnovo del parco veicoli ed apportano numerosi benefici alle economie locali, ad esempio con meno negozi vuoti e più tempo dedicato da parte dei clienti. Città più vivibili e a misura d’uomo dunque, dove fastidiosi rumori e cattivi e malsani odori lasciano spazio alla convivialità.

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Osservazioni sulle modifiche al vaglio della giunta

La giunta Gualtieri sta valutando alcune modifiche al progetto Fascia Verde. Le associazioni ambientaliste chiedono che gli accessi in deroga (consentiti a tutti i veicoli ogni anno sul modello di Area B a Milano) restino in vigore per un periodo limitato di tempo per poi ridursi progressivamente, “ad esempio partendo con 30 accessi il primo anno di entrata in vigore delle nuove regole, per poi passare a 20 il secondo anno, a 10 il terzo e a zero dal quarto anno in poi”. 

È allo studio anche il sistema Moveln per l’accesso in Fascia Verde dei veicoli inquinanti fino a un certo numero di km, a fronte del pagamento di un abbonamento piuttosto economico. Misura che incontra l’ostilità degli ambientalisti, “a meno di non fissare limiti chilometrici molto stringenti e di prevederne la riduzione a zero entro pochi anni”. Il sistema Moveln è considerato infatti una scappatoia ed una delle principali ragioni per cui Area B a Milano è una zona a basse emissioni relativamente poco efficace rispetto ad altre di importanti città europee.

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Infine, per quanto riguarda lo studio dello slittamento di un anno dell’entrata in vigore dei divieti per gli euro 4 ed euro 5, le associazioni firmatarie del documento ritengono auspicabile “mettere in campo misure di accompagnamento che consentano a chi oggi scopre di non poter più circolare (in alcuni casi da anni) con il proprio veicolo inquinante di abituarsi alle nuove regole”. 

Le proposte degli ambientalisti per la Fascia Verde di Roma

Le proposte delle associazioni firmatarie mirano a riequilibrare gli impatti del progetto Fascia Verde per renderlo più equo e socialmente inclusivo e per potenziarne l’efficacia nell’ottica di una mobilità sostenibile a zero emissioni.

Fascia Verde Roma
La Fascia Verde di Roma

Le principali modifiche suggerite riguardano: la previsione di forme di accompagnamento, limitate nel tempo e nell’ambito di applicazione, che consentano ai cittadini di abituarsi alle nuove regole; lo sviluppo di un cronoprogramma pluriennale sul modello di Amsterdam “che dia chiarezza a cittadini e attività economiche sui prossimi passaggi fino all’entrata in vigore, entro il 2030 di una zona a zero emissioni nella ZTL Centro Storico, da estendersi poi all’Anello Ferroviario e a Fascia Verde negli anni successivi”; la previsione dell’entrata in vigore “di una congestion charge nell’Anello Ferroviario per i soli diesel euro 5 ed euro 6 e benzina euro 3 ed euro 4 entro il 2025, mantenendo il divieto assoluto di accesso e circolazione per tutti i diesel fino ad euro 4 e i benzina fino ad euro 2; nonché “la progressiva riduzione delle eccezioni per motorizzazioni con carburanti alternativi o bifuel non full electric (gpl, metano, ibride), con calendario ad hoc di entrata in vigore dei divieti”.

Altre proposte riguardano gli schemi di rottamazione e di supporto, con incentivi per l’acquisto di auto elettriche, motorini elettrici, biciclette e cargo bike a pedalata assistita a fronte della rottamazione di un’auto inquinante (solo per le fasce economiche deboli), altri incentivi per l’acquisto di un’auto elettrica a fronte della rottamazione di due auto inquinanti, e soprattutto l’estensione dei bonus per abbonamenti al trasporto pubblico locale da un anno ad almeno tre anni (sul modello di Barcellona), allargando la gratuità dell’abbonamento a tutti i membri della famiglia, fino a un massimo di 3 persone.

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Nel documento unico trovano spazio inoltre i consigli per il rafforzamento di trasporto pubblico, infrastrutture ciclabili e intermodalità, con ad esempio gli investimenti straordinari in treno e metro, il potenziamento dei treni regionali nelle fasce orarie sia diurne che notturne, le corsie preferenziali per gli autobus ovunque possibile, la trasformazione delle stazioni principali di metro e treni in veri hub di mobilità sostenibile, con servizi di sharing mobility h24, ed infine l’accelerazione del piano di sviluppo delle reti ed infrastrutture ciclabili.

La mobilità condivisa è un’altra parola d’ordine nel documento, che oltre al miglioramento del sistema dei voucher taxi per i più bisognosi reclama un piano straordinario per la diffusione di servizi di sharing mobility (incluso il car sharing) nei quartieri periferici. Per quanto riguarda invece la questione dei parcheggi, gli ambientalisti intendono ridare spazio a trasporto pubblico, pedonalità e ciclabilità rimuovendo un numero di parcheggi su strada equivalente al numero di tagliandi residenti revocati sulla base delle nuove regole.

Infine le associazioni chiedono la “redazione e applicazione urgente di un piano per la logistica di prossimità che limiti il più possibile l’accesso e la circolazione di mezzi pesanti e disincentivi quella dei veicoli commerciali leggeri, potenziando invece la logistica dell’ultimo miglio sulle due ruote ed elettrica con la definizione di mini-hub per la logistica”.

[Credits foto: Roma Capitale, comune.roma.it]

Fascia Verde a Roma, le proposte delle associazioni ambientaliste per la mobilità sostenibile ultima modifica: 2023-07-03T06:20:21+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

1 Commento

  1. L’appello unitario delle associazioni ambientaliste a favore della ZTL Fascia Verde a Roma è una spinta fondamentale verso una città più sana e sostenibile. Ridurre l’inquinamento atmosferico è essenziale per migliorare la qualità della vita e salvaguardare la salute dei cittadini. La proposta di un piano graduale per limitare l’accesso ai veicoli inquinanti e incentivare l’uso di mezzi a zero emissioni è un passo nella giusta direzione. Un impegno comune per rendere Roma una città più vivibile e rispettosa dell’ambiente: è ciò di cui abbiamo bisogno. È ora di agire concretamente per il benessere collettivo e il futuro delle generazioni a venire.

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