Città 30 Olbia

Città 30, in Italia qualcosa si muove

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Città 30, in Italia qualcosa si muove ultima modifica: 2022-05-26T08:25:09+02:00 da Davide Mazzocco
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Città 30 a che punto siamo? Abbiamo intervistato l’esperto di mobilità sostenibile, Matteo Dondè, per capire quali sono i vantaggi della limitazione della velocità nei centri urbani

Limitare la velocità del traffico a 30 km/h non è una novità, nel Nord Europa si è iniziato a farlo mezzo secolo fa, mentre nei Paesi dell’area mediterranea c’è sempre stata una certa refrattarietà al cambiamento. L’11 maggio 2021, però, la Spagna ha cambiato il proprio codice stradale imponendo il limite di 30 km/h su tutte le strade urbane del Paese e quello di 20 km/h nelle strade in cui non esiste il marciapiede e pedoni e automezzi sono obbligati a condividere la strada. L’alibi culturale delle differenze fra Nord e Sud Europa è divenuto di colpo insostenibile: la città 30 si può fare anche al di sotto del 45° parallelo e ne abbiamo un esempio a Olbia, dove l’amministrazione comunale ha deciso di estendere a tutto il territorio comunale questo limite di velocità.

città 30 Olbia
Olbia è la prima città italiana a estendere a tutto il territorio comunale il limite di 30 km/h nei centri abitati

Città 30: un ritardo di mezzo secolo

Se in Spagna lo shared space è una conquista recente, nei Paesi Bassi è una forma di progettazione urbanistica con oltre mezzo secolo di vita alle spalle: “Alla fine degli anni Sessanta alcuni incidenti stradali che avevano coinvolto bambini scatenarono forti proteste nella popolazione delle zone residenziali – ci spiega Matteo Dondè, esperto di ciclabilità, fra i relatori di Mobilitars 2022 -. Vennero addirittura incendiati degli autoveicoli… Quegli eventi rappresentarono il presupposto per un cambio di paradigma nel linguaggio di progettazione della strade, abbandonando quello autocentrico. Nacquero i woonerf, vale a dire le ‘’aree condivise’, arterie caratterizzate da elementi pensati per limitare la velocità: piante, chicane, panchine”.

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Da vie pensate per il traffico veicolare, le strade olandesi tornarono a essere luoghi di vita e di socialità: “I dati ISTAT relativi al periodo 2001-2019 ci dicono che il numero di persone che utilizzano la bicicletta e che si muovono a piedi in Italia è diminuito – continua Dondè – nonostante i numerosi interventi realizzati. Vero è che dopo la pandemia molte più persone hanno scelto di spostarsi in bicicletta, ma in Italia gli ultimi dati ufficiali ci dicono che in media soltanto il 4% degli spostamenti sul totale avviene in sella a una bici”.

Una dato nazionale dieci volte inferiore rispetto ai Paesi Bassi (41%) e notevolmente inferiore ai numeri di Svezia, Germania, Finlandia, Danimarca e Belgio che oscillano fra il 15% e il 20%. Persino l’Ungheria, paese che ha deciso di investire sulla ciclabilità solamente in tempi recenti, viaggia ormai su un dato del 14%.

città 30 Olbia
Le strade scolastiche sono una realtà sempre più diffusa in tutta Italia

Prosegue Dondè: “Le piste ciclabili da sole non sono sufficienti ad incrementare il numero di ciclisti, quello che bisogna fare è aumentare la sicurezza. In Italia abbiamo il doppio di morti per incidenti stradali rispetto alla Germania e il triplo rispetto all’Inghilterra, due dati che possiamo mettere in relazione con le percentuali degli spostamenti casa-scuola dei bambini inglesi e tedeschi (40%) e dei bambini italiani (7%). Che cosa ci dicono questi dati? Semplice: una maggiore sicurezza sulle strade fa aumentare il numero di studenti che raggiungono gli istituti scolastici pedalando”.

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Secondo Dondè i 9 morti al giorno sulle strade italiane sono “numeri di una guerra”. L’imbarazzante ritardo delle nostre amministrazioni rappresenta un anacronismo al quale si sta cercando di porre rimedio in maniera prevalentemente parziale: “Sono soprattutto le città del Nord Italia ad avere riconvertito a zone 30 quartieri residenziali, ma la scelta radicale fatta dalla Spagna è ancora lontana. Il problema è che quando esco dalla zona residenziale con limitazione a 30 km/h, mi ritrovo comunque in un contesto ordinario, in cui la velocità non è limitata. Mi chiedo perché nel nostro Paese ci sia una tale resistenza nei confronti della sicurezza, visto che quando il Parlamento Europeo si è riunito per votare una risoluzione sulla limitazione a 30 km/h su tutte le strade urbane di tutta Europa più di 600 persone, di qualsiasi colore politico, si sono espresse a favore e soltanto 25 si sono dette contrarie” conclude Dondè  che sarà uno dei relatori dell’incontro Più sicurezza: tutela e valorizzazione di tutti in programma a MobilitARS quest’oggi, alle 14:30.

Settimo Nizzi, sindaco di Olbia
Settimo Nizzi, sindaco di Olbia

Olbia pioniera della città 30 in Italia

Nel corso dell’incontro interverrà anche Matteo Scamporrino del Comune di Olbia. Con la delibera n. 83 del 5 maggio 2021, a partire dal 1° giugno dello scorso anno tutti i centri abitati di Olbia, in città e frazioni, hanno posto il limite massimo di velocità di 30 chilometri orari, una disposizione presa con il duplice obiettivo di aumentare la sicurezza per le persone e di consolidare un nuovo concetto di mobilità urbana sempre più ecosostenibile. Il capoluogo di provincia sardo è, quindi, il primo comune italiano a estendere a tutti i centri abitati del suo territorio il limite di 30 km/h. In seguito alle numerose segnalazioni di infrazioni, il sindaco Settimo Nizzi ha deciso di implementare la cartellonistica che segnala il limite dei 30 km/h. Oltre alle sanzioni pecuniarie per chi non rispetta i limiti di velocità, è previsto il ritiro della patente per chi supera i 40 km/h.

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[Foto Ufficio stampa Comune di Olbia]

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Giornalista e saggista, ha scritto di ecologia, ambiente e mobilità sostenibile per numerose testate fra cui Gazzetta, La Stampa Tuttogreen, Ecoblog, La Nuova Ecologia, Terra, Narcomafie, Slow News, Slow Food, Ciclismo, Alp ed ExtraTorino. Ha pubblicato numerosi saggi fra cui “Giornalismo online”, “Propaganda Pop”, "Cronofagia" e "Geomanzia".

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