Proposte sul clima, i giovani si rivolgono al governo con le loro idee e soluzioni su cinque temi chiave per la lotta alla crisi climatica
I giovani sono ancora una volta in prima fila nel contrasto alla crisi climatica. L’iniziativa All4Youth Italy ha previsto l’evento “Governo e giovani dialogano, quali proposte per il clima”, che è il frutto di un processo di consultazione promosso da Save the Children per raccogliere idee e soluzioni da parte delle nuove generazioni, già attive in numerosi movimenti per la tutela ambientale.
Il documento – redatto con il contributo di Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (AsviS), Change for Planet, Italian Climate Network, Legambiente, Movimento Giovani per Save the Children e WWF YOUng – mette insieme le proposte dei giovani su cinque temi chiave (educazione e partecipazione, sistemi agroalimentari, finanza climatica, energia e sostenibilità urbana), presentate al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin.
Educazione
“Sostenere la leadership dell’infanzia e dell’adolescenza in risposta alla crisi climatica globale significa assicurare ai minori e ai giovani il loro diritto di partecipazione”, si legge nel documento.
La scuola è chiamata ad essere protagonista, rendendosi consapevole degli effetti negativi del cambiamento climatico sul diritto all’educazione delle nuove generazioni e cercando di costruire insieme a quest’ultime un mondo sostenibile. Fortunatamente, in tempi recenti, si registrano progressi sia a livello europeo che nazionale. Il documento cita, ad esempio, l’adozione del quadro europeo delle competenze per la sostenibilità (Green Comp) e la modifica agli articoli 9 e 41 della nostra Costituzione, “che sanciscono il diritto a un ambiente sano nell’interesse delle future generazioni”.
Nelle loro proposte, i giovani chiedono alla scuola un cambio radicale di paradigma e metodologie, per formare fin dalla prima infanzia cittadini consapevoli della crisi climatica in corso e sviluppare capacità di adattamento e prevenzione ai cambiamenti climatici.
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Gli studenti reclamano inoltre la necessità di apprendere quelle competenze (green skills) che possono rivelarsi fondamentali per trovare lavoro nel settore in crescita dei green jobs, il tutto nell’ambito di spazi scolastici vivibili, inclusivi, sostenibili e verdi. Una scuola green, in pratica, che promuova pure la mobilità sostenibile e l’outdoor education.
A livello nazionale, i giovani chiedono al governo di creare spazi di ascolto, consultazione e partecipazione su questi temi, di essere formati sui processi istituzionali e sulla questione climatica e ambientale, di istituire uno strumento di valutazione ex-ante dell’impatto delle proposte di legge sulle giovani e future generazioni, ed infine di creare piani di comunicazione per rendere i cittadini consapevoli dell’impatto ecologico dei loro stili di vita.
Sul piano internazionale la richiesta è che il nostro Paese supporti lo sviluppo di sistemi educativi resilienti nei Paesi partner.
Sistemi agroalimentari
Nel nostro Paese il 75% delle emissioni agricole deriva dagli allevamenti intensivi, mentre il largo utilizzo di pesticidi e fertilizzanti chimici nel settore primario sta drasticamente riducendo la biodiversità e la fertilità del suolo.
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Tra le altre criticità del sistema agroalimentare italiano si segnalano la pesca eccessiva, gli sprechi alimentari e l’aumento dei fenomeni di sovrappeso ed obesità dovuto a diete scorrette (nel Bel Paese un bambino su cinque è sovrappeso, uno su dieci obeso). Il nostro Mar Mediterraneo, intanto, è popolato da oltre 900 specie aliene dei mari tropicali, altro effetto dei cambiamenti climatici in atto.
Più in generale, i sistemi agroalimentari rivestono un ruolo cruciale nella lotta alla crisi climatica. Ne sappiamo ormai qualcosa di pandemie ed epidemie, a cui hanno contribuito pure le produzioni intensive all’origine del fenomeno noto come “grande accelerazione”, responsabile della distruzione di un’ampia parte di ecosistemi pristini e dunque dell’entrata in contatto di popolazioni batteriche e virali con noi umani.
Va ancora peggio ai Paesi in via di sviluppo: stando alle previsioni, 24 milioni di bambini saranno denutriti nel 2050, sempre a causa della crisi climatica.
Vista tale delicata situazione, le proposte dei giovani al nostro governo risultano semplici e concrete. Le richieste prevedono: la gestione sostenibile del suolo (con pratiche agronomiche corrette a partire dall’agricoltura biologica); la preferenza di un sistema agro-ecologico rurale e lo stop della dipendenza dai combustibili fossili; la lotta allo spreco alimentare (ogni anno in Italia vanno in fumo oltre 4 milioni di tonnellate di cibo); un nuovo sistema di allevamento con la riduzione del carico zootecnico e la relativa riduzione del consumo di carne in favore dei prodotti vegetali; la fine della pesca distruttiva; mense scolastiche sostenibili per il contrasto della povertà alimentare ed educativa; il miglioramento della qualità degli alimenti (contro l’uso eccessivo di pesticidi in agricoltura che portano all’accumulazione di metalli pesanti negli organismi dei consumatori), ed infine campagne di prevenzione e informazione sulla salute pubblica obbligatorie in aziende e scuole.
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Finanza climatica
Il Fondo italiano per il clima, già lanciato dal governo italiano nel 2021, prevede di mobilitare 4,2 miliardi di euro in cinque anni (quindi entro il 2026) in favore dei Paesi del Sud del mondo, più svantaggiati dalla crisi climatica. Tutto questo in ausilio dell’obiettivo più ambizioso a livello globale – ancora ben lontano dall’essere raggiunto- dei 100 miliardi di dollari all’anno in finanza climatica.
I giovani manifestano un certo scetticismo visto il ritardo del lavoro sul Fondo (il comitato di indirizzo si è insediato solo lo scorso luglio), e per il fatto che i finanziamenti di processi e progetti nei 140 Paesi target della nostra cooperazione internazionale risultano solo per il 5% come contributi diretti, per la restante parte in prestiti.
Rispetto a tale Fondo, le nuove generazioni chiedono di renderlo operativo il prima possibile con il sostegno pure di azioni di mitigazione ed adattamento, modellando le linee di indirizzo affinché abbia impatti positivi sui diritti dei minori e creandone uno nuovo – da lanciare nel 2025-’26 – per coprire gli anni che mancano al 2030.
Favore è stato naturalmente espresso anche nei confronti del Fondo su Perdite e Danni (Loss & Damage) da destinare ai Paesi più colpiti dalla crisi climatica – reso operativo dalla recente COP 28 seppur con coperture volontarie e ancora insufficienti – con l’auspicio che possa esser gestito in modo democratico, “garantendo l’accesso e la partecipazione delle comunità afflitte, della società civile e di altri stakeholders, in particolare dei giovani, nei processi decisionali relativi”.
Energia
Il sistema energetico italiano è considerato dai giovani ancora troppo dipendente dagli inquinanti combustibili fossili, in larga parte importati da Paesi instabili politicamente.
Le nuove generazioni chiedono di dare la preminenza alle energie rinnovabili e criticano apertamente il nuovo Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), che secondo loro non tiene conto sia dei recenti studi che dimostrano come l’Italia possa raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del settore elettrico entro il 2035, sia degli oltre 1.300 progetti in attesa di valutazione statale e dei 317 GW di richieste a Terna per nuove connessioni di impianti a fonti rinnovabili.
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Politica di sussidi alle rinnovabili e non ai fossili, efficienza energetica, riqualificazione del patrimonio edilizio, autoconsumo, mobilità collettiva e fondi a condizioni agevolate per le fasce di popolazione più deboli: sono queste le parole d’ordine dei giovani in tema energetico, nella convinzione che l’Italia debba avere tutto l’interesse a svolgere un ruolo di leadership nella giusta transizione energetica, anche per rendere più competitive le sue imprese.
Le nuove generazioni chiedono dunque al governo di: portare l’obiettivo di riduzione delle emissioni previsto dal nuovo Pniec del 40,3% al 65% rispetto ai livelli del 1990, con l’obiettivo di installare almeno 90 GW di rinnovabili al 2030 e di coprire tutte le esigenze del settore elettrico con fonti pulite entro il 2035; avviare una seria e concreta politica di riqualificazione e rigenerazione del settore edilizio residenziale e non; stabilire l’uscita dal carbone al 2025 ed avviare un piano concreto per lo stop ai sussidi alle fonti fossili entro il 2030; accelerare la definizione degli incentivi per le Comunità Energetiche Rinnovabili ed infine affiancare misure di accesso agli investimenti.
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Sostenibilità urbana
Il 70% della popolazione mondiale entro il 2030 vivrà in città, ossia in quei centri urbani che consumano i due terzi dell’energia globale e sono responsabili del 70% delle emissioni di gas serra.
La sostenibilità urbana ha un ruolo cruciale nella mitigazione del cambiamento climatico, così come ha riconosciuto pure la Commissione europea, che invita a trasformare le città in centri di efficienza energetica ed ambientale per raggiungere gli obiettivi del Green Deal. “In sintesi, le città, pur occupando una piccola parte del pianeta, sono sistemi ad oggi eterotrofi, consumando più risorse di quante ne producano e dipendendo dalle aree circostanti per l’approvvigionamento di energia, cibo, acqua e altri materiali”, scrivono i giovani.
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Le loro proposte mirano a trasformare i centri urbani in laboratori di sostenibilità, all’insegna dell’efficienza energetica, della corretta gestione dei rifiuti, della mobilità sostenibile, della creazione di spazi verdi e più in generale dell’educazione ambientale.
I giovani chiedono dunque al governo di promuovere il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile, investendo nell’espansione e nell’ammodernamento delle reti e dei mezzi, integrando le reti ferroviarie per giungere al 20% del trasporto merci su ferro (oggi in Italia è al 12%) e pensando a strategie di sostenibilità integrate per i Comuni con meno di 50mila abitanti (il 70% del totale).
Per le nuove generazioni è inoltre fondamentale la cooperazione tra città e aree metropolitane per affrontare sfide comuni come la mobilità, la gestione dei rifiuti e la pianificazione urbana, condividendo esperienze e migliori pratiche. Altro punto centrale è la riqualificazione delle aree verdi, aumentando la copertura arborea e adottando altri progetti per contrastare l’effetto isola di calore urbano e migliorare la biodiversità.
Non potevano poi mancare le proposte di incentivi per l’installazione di fonti di energia rinnovabile negli edifici residenziali e commerciali, con l’appello a migliorare in generale l’efficienza energetica nell’illuminazione pubblica e nei servizi municipali. Le idee per la città si chiudono con la rendicontazione e valutazione delle performance di sostenibilità urbana, al fine di promuovere la trasparenza, l’efficienza e la responsabilità nella gestione delle politiche dedite a tale tema.
Nuove leve e valide soluzioni, per cercare di risolvere problemi causati da precedenti generazioni dimostratesi imprudenti.
[Credits foto: Save the Children]