Disarmo nucleare e tutela dell’ambiente sono stati i temi in cui si è impegnato maggiormente l’ex presidente dell’Urss, Mikhail Gorbaciov, che oggi compie 90 anni.
Compie oggi 90 anni Mikhail Gorbaciov, ultimo presidente dell’Unione Sovietica, vincitore del premio Nobel per la Pace grazie al suo impegno per il disarmo nucleare e, da decenni, voce autorevole a difesa dell’ambiente.
«Le generazioni future giudicheranno coloro che sono venuti prima di loro sulle questioni ambientali: assicuriamoci di non passare alla storia come la generazione che sapeva, ma non si è preoccupata», è una sua frase divenuta celebre.
Dopo aver guidato l’Urss fino alla sua dissoluzione -cercando di cambiare la società socialista con l’introduzione dei concetti di Perestroika (rinnovamento) e Glasnost (trasparenza)- si è impegnato a fondo sui temi legati alla sostenibilità, grazie anche alla Green Cross International da lui stesso fondata.
Gorbaciov e l’ambiente in Unione Sovietica
Gorbaciov compie oggi 90 anni: è nato il 2 marzo 1931 nel villaggio di Privolnoye, nel sud della Russia. Dopo una brillante carriera politica all’interno del Pcus, nel marzo 1985 è stato eletto segretario generale del Comitato Centrale del Partito, assumendo la guida dello Stato.
«Sono cresciuto in una famiglia di contadini e la questione ambientale mi ha colpito fin da bambino: ho visto come i nostri campi di grano soffrivano a causa delle tempeste di polvere e dell’erosione, con gli effetti di tutto ciò sulla vita delle persone -ha dichiarato in un’intervista concessa a Mark Hertsgaard di Living on Earth- Poi, quando ho iniziato a lavorare nel Comitato Centrale, ho avuto davanti un quadro davvero terribile delle conseguenze di ciò che abbiamo fatto contro l’ambiente».
Nel suo ruolo, a capo della super-potenza comunista, Gorbaciov aveva infatti potuto rendersi conto in prima persona dei danni prodotti dall’industria pesante (in primis quella bellica, cresciuta esponenzialmente durante la Guerra Fredda nei decenni precedenti) nonché dall’uso massiccio di pesticidi e altri prodotti chimici in agricoltura, constatando che l’aspettativa di vita era in declino fin dalla metà degli anni Sessanta a causa di fattori riconducibili all’inquinamento.
Aveva quindi portato alla ribalta il tema della sostenibilità, arrivando a ospitare a Mosca, nel gennaio 1990, il Forum sull’ambiente e lo sviluppo, a cui presero parte oltre mille delegati da oltre 80 Paesi del mondo.
Andando in contro-tendenza rispetto ai suoi predecessori, memore anche del disastro di Chernobyl di quattro anni prima, l’allora leader sovietico invitò alla collaborazione internazionale per evitare crisi ambientali, dichiarando che si trattava di temi planetari e non riconducibili ad “affari interni” dei singoli Stati.
Gorbaciov (90 anni) e il disarmo nucleare
Gorbaciov è sicuramente già passato alla Storia per il suo impegno contro gli armamenti nucleari, con la proposta lanciata a inizio 1986 per l’abolizione delle armi atomiche entro fine millennio. A Reykjavik, nell’ottobre dello stesso anno, dichiarò, congiuntamente al presidente statunitense Ronald Reagan, che «una guerra nucleare non potrebbe essere vinta e, pertanto, non dovrà mai essere combattuta».
Il piano era molto ambizioso. Al dimezzamento degli arsenali da parte di Usa e Urss, cui si arrivò grazie al trattato Start-1, sarebbero dovute seguire altre fasi, coinvolgendo tutto il mondo, fino alla cessazione totale dei test nucleari e all’abolizione di ogni armamento atomico entro la fine del 1999, con un accordo universale sul disarmo che, purtroppo, non venne mai firmato.
Valse comunque il premio Nobel per la Pace al presidente sovietico. «Il complesso militare-industriale ebbe la meglio sul buon senso», ebbe modo di commentare successivamente lo stesso Gorbaciov, interpellato sul tema.
Il suo impegno anti-nucleare è proseguito negli anni, fino al recente appello al neo-presidente Usa, Joe Biden, affinché faccia rientrare gli Stati Uniti nei binari del trattato siglato nel 1987 e abbandonato durante la presidenza Trump (Gorbaciov definì tale scelta «non certo l’opera di una grande mente»).
«Sono convinto che la deterrenza nucleare, invece di proteggere il mondo, lo tenga in costante pericolo -ha dichiarato al Wall Street Journal- Le armi nucleari sono come un fucile appeso al muro in una commedia scritta e messa in scena da uno sconosciuto: non conosciamo l’intento del drammaturgo. Potrebbero esplodere a causa di un guasto tecnico, di un errore umano o di un errore informatico… quante volte i computer e l’elettronica hanno fallito?».
Green Cross International e l’impegno ambientale
Dopo il putsch dell’agosto 1991 e il successivo crollo dell’Urss, Gorbaciov ha usato la sua esperienza e la sua autorevolezza per dare vita alla Green Cross International, sulla scia anche della Conferenza Onu per l’Ambiente del 1992 a Rio de Janeiro. «Stiamo affrontando una crisi ambientale globale, un conflitto tra uomo e natura: questo significa che abbiamo bisogno di un cambiamento drammatico nella politica e negli atteggiamenti», dichiarò.
La Green Cross si ispira, fin dal nome, al modello della Croce Rossa: un organismo sovranazionale e indipendente per fornire una risposta efficace, a partire dalle aree di crisi. Si occupa di tutti i temi legati alla protezione ambientale, dal cambiamento climatico alla contaminazione chimica, passando per la tutela della biodiversità e la decarbonizzazione, oltre a restare in prima linea nel contrasto agli armamenti nucleari.
Oggi è presente in oltre 30 Paesi in tutto il mondo: interviene direttamente con propri progetti e collabora con altre Ong, imprese ed enti pubblici, a ogni livello, fino alle Nazioni Unite. La missione di Green Cross è quella di contribuire ad assicurare un futuro equo, sostenibile e sicuro per tutti, attraverso lo sviluppo di un nuovo senso di interdipendenza globale e responsabilità condivisa nelle relazioni umane con la natura.
Per il suo impegno ultra-decennale in campo ambientale, la prestigiosa rivista americana Time ha inserito Mikhail Gorbaciov tra gli Heroes of the Environment mondiali, nella sezione speciale dedicata a “leader & visionari”.
«Penso che il problema ecologico debba essere il punto numero uno dell’agenda di questo secolo -è l’appello rilanciato su Twitter dall’ex leader sovietico, che spesso ha anche lodato l’impegno delle giovani generazioni a difesa dell’ambiente- Se ci limitiamo a sperare che ce la faremo in qualche modo, che la natura farà fronte a questi problemi mentre noi continuiamo a fare quello che abbiamo fatto, dovremo affrontare una situazione ancora più grave».