Recupero e valorizzazione delle montagne italiane. Con il Progetto Alpe – L’Italia sopra i 1000 metri, il Fondo Ambiente Italiano (FAI) intende salvare il territorio montano dall’abbandono riconoscendo l’immenso valore culturale, storico, sociale e paesaggistico che rappresenta.
Il territorio montano è molto più di una meta turistica e con il Progetto Alpe – L’Italia sopra i 1000 metri, il Fondo Ambiente Italiano intende spiegarlo. Riconoscere e salvaguardare una parte d’Italia importante dal punto di vista naturalistico, storico, culturale, economico e sociale dimenticata, non più vissuta come habitat idoneo a crescere una famiglia, lavorare, evolversi ma rilegata al limitante ruolo di meta per le vacanze.
L’iniziativa vede coinvolte più regioni d’Italia, diverse per paesaggio ma che risentono dello stesso fenomeno di abbandono da parte dei nativi. Le giovani generazioni hanno via via lasciato casa, lavoro, abitudini e clima per trasferirsi in città. Con l’obiettivo di trovare maggiori opportunità lavorative e ludiche, i montanari hanno appeso i scarponi per vestire nuove vesti.
Antichi mestieri come il pastore, l’artigiano, il fattore, l’agricoltore non vogliono essere perduti e per questo, il 16 e 17 febbraio scorso a Brescia, durante il XXIII Convegno Nazionale dei Delegati e dei Volontari del FAI, è nato il progetto di salvataggio. Delle Alpi e degli Appennini si recuperano usi e costumi locali e idioma.
Del territorio montano si vuole proteggere inoltre il paesaggio naturale con tutta la sua preziosa biodiversità insieme all’architettura tipica dei luoghi che si ipotizza di perdere nel tempo: la natura si riprende ciò che non viene vissuto attraverso frane, valanghe e alluvioni.
Territori montani: la mappa italiana dei luoghi inseriti nel Progetto Alpe – L’Italia sopra ai 1000 metri
L’Italia dell’alpeggio e della pastorizia: la Sicilia con i monti Nebrodi e le Madonie, la vasta area del massiccio del Gennargentu in Sardegna e le Alpi, dove oltre ai beni già in possesso e dati in gestione, il Fai acquisirà insieme al Club Alpino Italiano di Torino (CAI) il rifugio Torino Vecchio a Punta Hellbronner sul Monte Bianco a Courmayeur.
Sempre Aosta, è protagonista del Progetto Alpe con il recupero dell’alpeggio Sylvenoire a Cogne, questa volta in partnership con il Comune e il Parco Nazionale Gran Paradiso, il FAI riporterà indietro nel tempo con la creazione di un tradizionale alpeggio di media quota, onorando la fontina quale tipica produzione casearia caratteristica della Valle d’Aosta.
Rientrano nel progetto di valorizzazione le baite Walser Daverio in Val d’Otro ad Alagna Valsesia (Vercelli) per diffondere la cultura welser, in particolare la loro idea di pastorizia. Un punto di svolta secondo il presidente del Fai Andrea Carandini per il quale la montagna è un terreno su cui intervenire “per valorizzare quelle zone che meno sono state investite dall’omologazione e dalla cementificazione, ancora legate a un’identità ma che soffrono di grande marginalità”.