Vogliamo città a misura d’uomo, non giungle urbane. Dove muoversi, in bici o a piedi, sia un piacere non una sfida. Queste città del futuro, più vivibili e sicure per il clima e la nostra salute dobbiamo costruirle ORA.
Più mobilità e meno automobili. Questo è l’obiettivo della petizione di Greenpeace che chiede ai sindaci di iniziare una rivoluzione urbana, investendo in mobilità alternativa e di liberarci dalle auto diesel. Sempre più persone scelgono metodi più leggeri di spostamento in città ma non è sufficiente, alle istituzioni si chiede un impegno immediato affinché ci sia un futuro green per l’Italia. Un Paese dove le città sono state fatte per le automobili più che per le persone. Mentre ai cittadini più pigri si chiede di ridurre la dipendenza dall’auto, riscoprendo il valore dell’uso dei piedi, della bici e dei mezzi di trasporto pubblici per girare in città.
Urban Revolution: l’Italia cambia aria?
Milano, Torino, Roma e Palermo sono le città italiane con la peggiore qualità dell’aria e ai sindaci è rivolta Urban Revolution: bandire le automobili diesel entro il 2021. Missione possibile, secondo Greenpeace, solamente cominciando fin da ora la programmazione di azioni mirate, senza ingerenze da parte delle aziende automobilistiche. Una posizione radicale e senza sconti per tutelare la salute del Pianeta e dei suoi abitanti.
Come? Gentile sindaco…
Punto di partenza verso una vita più salubre è la riduzione delle emissioni inquinanti eliminando i mezzi di trasporto alimentati con carburanti fossili. Al loro posto veicoli a emissione zero, iniziando dai trasporti pubblici tanto efficienti da invogliare sempre più cittadini ad usufruirne.
Incentivare l’acquisto di autovetture elettriche, sempre più disponibili sul mercato, è il passo successivo unitamente ad un’efficiente rete di servizi che ne facilitano la circolazione. Aree verdi, piste ciclabili e spazi ludici comuni invece dei parcheggi per migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Greenpeace: il diesel il principale nemico
Economico e performante, il diesel, è considerato il più tossico tra i carburanti. Tanti i pareri discordanti in materia ma proprio questo carburante sarà il primo sul viale del tramonto. Greenpeace con questa iniziativa richiede un’immediata riduzione della circolazione dei veicoli diesel per arrivare alla totale scomparsa nel 2025.
In particolare i motori diesel, ma anche benzina, metano e gpl sono causa di inquinamento atmosferico e non basteranno certamente le domeniche ecologiche ad abbassare i valori presenti nell’aria, attualmente tra i più alti in Europa. A differenza dell’Italia, dove presenti, in Europa infatti iniziative per una mobilità sostenibile sono una realtà consolidata con servizi di car sharing, bike sharing e ride sharing efficienti.
Greenpeace. Monitoraggi e mappe evidenziano le quattro città più inquinate d’Italia: Milano, Roma, Torino e Palermo. Misure antismog?
Milano 2025: diesel free. Si arriverà progressivamente all’obiettivo nella città di Milano dove sono previsti blocchi alla circolazione dei veicoli Euro 4 senza filtro antiparticolato a partire da ottobre 2019 nel periodo invernale, limitazione estesa a tutto l’anno, tranne le domeniche, nel 2021 per includere veicoli Euro 6 nel 2025.
Semaforo rosso per il Comune di Torino che interviene, dopo il ventunesimo giorno di superamento dei limiti, con blocchi al traffico per i veicoli diesel fino agli Euro 2, benzina, metano e gpl con omologazione Euro 0 nelle aree ZTL. I provvedimenti emergenziali hanno cessato la loro efficacia il 31 marzo 2018.
Roma dice stop ai veicoli diesel nel 2024. La sindaca Virginia Raggi ipotizza una data per il divieto di circolazione dei veicoli diesel nel centro storico della Capitale. Quali sono le iniziative in programma per i prossimi sette anni per raggiungere questo traguardo? La Regione Lazio è stata diffidata da Greenpeace e ClientEarth che hanno richiesto un piano di risanamento della qualità dell’aria urgente.
Ogni respiro è un rischio non solo al centro della città. A Palermo, dove la concentrazione di biossido di azoto è al di sopra dei limiti individuati dall’organizzazione mondiale della sanità per la tutela della salute, non sono ancora noti i provvedimenti per contrastare il traffico veicolare in città.
L’Italia non è pronta, sottolinea Greenpeace, con un piano d’azione mirato all’abbattimento dei persistenti valori elevati di particelle presenti nell’aria e l’emergenza diventa sanitaria. Problemi cardiovascolari, asma e cancro sono le malattie conseguenti allo smog e colpiscono da Nord a Sud. Soprattutto i bambini sono a rischio in città dove lo stile di vita è meno sano, grazie alla limitata presenza di aree verdi e piste ciclabili.
Proprio sul piano sicurezza in strada, per chi tenta di utilizzare la bicicletta o muoversi a piedi, tanti gli eventi organizzati da associazioni cittadine che chiedono interventi in merito e sensibilizzano i più pigri: Genitori Antismog, Bicifestazione sono degli esempi. Infatti se da un lato le istituzioni stentano a comprendere l’emergenza ambientale, una rivoluzione culturale è già in corso sul tema della mobilità. Gli italiani guardano al presente e al futuro e lo vogliono green: gentile sindaco più mobilità meno automobili.