Allevamento sostenibile, consumo minimo d’acqua, emissioni ridottissime di gas serra. Ricchezza di proteine, vitamine e grassi insaturi. Non sono le caratteristiche di un cibo che deve ancora essere inventato, ma di alimenti a base di insetti, in vendita nelle Coop svizzere di alcune città, tra cui Lugano (Canobbio), Zurigo e Berna, sotto forma di hamburger o polpette.

Svizzera, primo paese europeo ad autorizzare la vendita di insetti
Dallo scorso 21 agosto, infatti, sono in vendita sugli scaffali dei supermercati svizzeri della Coop confezioni piuttosto costose – 8,95 franchi a scatola – di hamburger e polpette di tenebrio molitor, le larve della farina, cioè quei piccoli vermi che troviamo in dispensa quando dimentichiamo una confezione aperta.
Nonostante il senso di repulsione che, per retaggio culturale, avvertiamo leggendo una notizia del genere, i piatti a base di insetti sono stati testati per quattro anni e sottoposti a decine di controlli dall’Ufficio federale della sicurezza alimentare e veterinaria svizzera, prima di essere venduti nei supermercati.
L’Ufficio ha obbligato Essento, la start-up che produce questi cibi per conto della Coop elvetica, a garantire la totale tracciabilità del prodotto: quelli in vendita attualmente sono stati realizzati con insetti importati da Francia e Paesi Bassi, ma l’azienda intende utilizzare, in futuro, insetti allevati direttamente in Svizzera.
Comunque, per l’Ufficio della sicurezza alimentare elvetico gli insetti sono considerati commestibili solo alla quarta generazione e, come dicevamo, dopo decine di test.

Che sapore hanno i cibi a base di insetti?
Chi li ha provati ha detto che gli hamburger a base di larve della farina hanno un sapore di pollo con retrogusto di mandorla.
Una collaboratrice del blog dissapore.com, invece, ha detto: «il burger è talmente speziato e piccante che paprika e peperoncino uccidono il resto: il sapore somiglia ad altri surrogati di carne come soia o seitan, privi di sapore riconoscibile se non quello degli ingredienti accessori».
Sia come sia, ad assaggiare queste pietanze a base di insetti sono stati in molti, anzi in moltissimi, tanto che Francesca Destefani della Coop svizzera ha raccontato che i banchi frigo sono rimasti vuoti dopo soli due giorni.
Curiosità e voglia di cambiamento?
Una cucina sana e sostenibile
Christian Bärtsch, uno dei fondatori di Essento, l’azienda che ha prodotto i cibi, ha dichiarato: «L’uso degli insetti per la preparazione di alimenti è positivo sotto molti aspetti: il loro potenziale culinario è considerevolmente ampio, la produzione salvaguarda le risorse e il loro profilo alimentare presenta valori nutrizionali molto soddisfacenti».
Una cucina sostenibile e che fa bene, insomma.
Un cibo innovativo?
Non proprio, se consideriamo che «Gli insetti edibili (per la FAO sono poco meno di 2000) rappresentano, da molto tempo, una fonte alimentare in molte aree geografiche. Un consumo tutt’altro che marginale poiché interessa almeno due miliardi di persone.
Solo per le cavallette viene stimato un consumo superiore alle 10 tonnellate annue in paesi come Thailandia, Messico e Algeria, mentre il consumo di termiti a scopo alimentare arriva nel solo Zaire a più di una tonnellata al mese, mentre bruchi e farfalle raggiungono le 3 tonnellate all’anno in Messico» (Marco Ceriani, nutrizionista, autore del libro «Si fa presto a dire insetto. La nuova era del cibo»).

Una rivoluzione alimentare
Considerando le caratteristiche nutritive e l’impatto che questi cibi hanno sull’ambiente, è inevitabile porsi delle domande.
Possiamo continuare ad alimentarci così come abbiamo fatto finora? «Oggi un europeo si nutre come se avesse a disposizione 2-3 pianeti, e un americano 4 o 5. Il nostro sistema alimentare ha un impatto insostenibile sulle risorse naturali della terra e sulla biodiversità» (Marco Ceriani).
Gli insetti saranno il cibo del futuro anche in Europa?
I vegetariani e i vegani cosa faranno?
Cari lettori, voi cosa ne pensate? Stiamo assistendo a una lenta ma inevitabile rivoluzione alimentare?
